Favignana
Tentata aggressione al comandante del carcere di Favignana
La vicenda risale a qualche giorno fa
Redazione19 Ottobre 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Favignana – La vicenda risale a qualche giorno fa ma la notizia è uscita solo ora. Riguarda un tentativo di aggressione da parte di tre detenuti nei confronti del comandante di reparto del carcere di Favignana.

    Situazione non degenerata grazie all’intervento dell’esiguo personale presente. che con professionalità ha evitato il peggio.

    A darne notizia è  il Delegato Regionale Al.Si.P.Pe. Giuseppe Ragona che aveva già rappresentato con una nota al provveditore Regionale, la grave situazione della Casa di Reclusione tra carenza di personale di polizia penitenziaria e sovraffollamento, a creare ulteriori disagi è il continuo invio di detenuti trasferiti da altri carceri per ordine e sicurezza, purtroppo il provveditore non ha dato nessun cenno di riscontro, mentre tra danneggiamenti e disordini la situazione continua a peggiorare mettendo a serio rischio anche l’incolumità del personale sempre più stanco e demotivato per questo totale disinteresse degli uffici superiori.

    “Continueremo a denunciare questi episodi – continua il Segretario Al.Si.P.Pe. –  il personale si sente solo ed abbandonato ci attiveremo affinché nella Casa di Reclusione tornerà quella serenità lavorativa del personale di Polizia penitenziaria persa da tempo”.

     




  • Trapani
    Carceri: previsto l’arrivo di 306 nuovi agenti in tutta la Sicilia
    Assolutamente insufficiente la dotazione al carcere di Trapani, Favignana e Castelvetrano
    Redazione25 Settembre 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Trapani – Arrivano in Sicilia 306 nuovi agenti penitenziari. Ben poca cosa rispetto a quanto invece viene richiesto da tempo dai rappresentanti di categoria di tutta l’isola. Il numero non copre le uscite e gli altri servizi che la polizia ha assunto negli anni. La Uil non ci sta e non firma la ripartizione.

    “A Palermo in sede di riunione con il Provveditore Regionale delle carceri Siciliane – dice Gioacchino Veneziano Segretario Generale UILPA Polizia Penitenziaria Sicilia- non abbiamo sottoscritto la ripartizione di 306 unita di Polizia Penitenziaria di cui 95 donne (dove così ci sarà un esubero di 250 unità) in una regione dove tra scorte, nucleo investigati, pensionati e assenze per lunghi periodi, l’aumento proposto dal DAP rimane effimero, giacche non copre nemmeno le uscite del 2025”.

    Per le carceri trapanesi la propsta dell’amministrazione regionale prevede: 20 uomini e 5 donne a Trapani, 2 donne a Favignana e 2 donne Castelvetrano.

    “La Sicilia – dice Veneziano – è la regione con più carceri, maggiore capienza di detenuti più alta della nazione,il tasso più elevato di violazioni di norme penali da parte dei detenuti, ma incredibilmente ha meno personale di tutti i ruoli tra cui la maggiore è tra gli Ispettori e Sovrintendenti”.

    E poi conclude: “la causa principale di questa situazione ha molti fattori ma quello determinante accade nel 2010, quando il governo di allora ha costruito il nuovo carcere di Gela, ed i nuovi padiglioni a Palermo Pagliarelli, Caltagirone, Siracusa e Trapani, aumentando di oltre 1400 posti la capienza di detenuti in Sicilia, ma come accade anche oggi, le dotazioni della Polizia Penitenziaria in Sicilia rimangono ferme al palo”.

    A quanto sembra non sono servite le situazioni a limite vissute in questi anni all’interno delle case di reclusioni dell’isola, i disagi di detenuti e agenti, le polemiche e neppure le manifestazioni di piazza da parte dei rappresentati di tutte le sigle sindacali di polizia penitenziaria a far arrivare finalmente in Sicilia un numero sufficiente di agenti.




  • Trapani
    “Nel Carcere di Trapani lo Stato è assente: condizioni disumane e gravi violazioni dei diritti”
    Grimaldi vicepresidente Gruppo Avs Camera: "Ho voluto fortemente questa visita al carcere di Trapani"
    Redazione21 Luglio 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Trapani – “Nel carcere di Trapani lo Stato è assente: condizioni disumane e gravi violazioni dei diritti” Sinistra Italiana denuncia: “Serve un intervento urgente, il carcere non può essere un luogo di abbandono e illegalità”

    “Stiamo uscendo da un luogo tremendo. Quello che abbiamo visto oggi nel carcere di Trapani è inaccettabile e contrario a ogni principio costituzionale.” Così Marco Grimaldi, vice capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, al termine del sopralluogo effettuato insieme a una delegazione di Sinistra Italiana Sicilia, nell’ambito della campagna “Codice a sbarre”.

    A colpire immediatamente è stato il contesto ambientale: 40 gradi all’interno delle celle, blackout elettrici, sporcizia e degrado ovunque.

    “Un tappeto di escrementi di topo, colonie di scarafaggi, cimici e cumuli di spazzatura accumulati ai margini dell’istituto, compresi i cortili dell’ora d’aria che alimentano vere e proprie colonie di insetti e roditori, rendendo l’ambiente invivibile”, ha dichiarato Grimaldi. “Ma ciò che più allarma è la totale assenza di un’assistenza sanitaria e psichiatrica adeguata. Abbiamo riscontrato la presenza di persone con gravi disturbi psichiatrici e condizioni di salute fortemente compromesse, costrette a rimanere in carcere senza ricevere le cure necessarie, in evidente violazione dei più basilari diritti umani.

    Pierpaolo Montalto segr regionale di Sinistra Italiana e avvocato penalista

    Pierpaolo Montalto, segretario regionale di Sinistra Italiana e avvocato penalista, ha parlato di una situazione “di gravità inaudita, che viola la Costituzione e svuota completamente il carcere della sua funzione rieducativa”.

    Celle minuscole con cinque persone stipate come in un forno, detenuti imbottiti di psicofarmaci come il Rivotril, totale assenza di supporto educativo, psicologico e medico. “Abbiamo incontrato detenuti che da mesi attendono la visita del Sert, che non hanno mai parlato con un educatore. E c’è chi dovrebbe stare in ospedale, non dietro le sbarre”. Tra le anomalie più gravi, anche l’orario dell’“ora d’aria” imposta tra le 13:00 e le 15:00, sotto il sole cocente, e la cena servita alle 15:00 del pomeriggio per carenza di personale.

    La delegazione di Sinistra Italiana lancia quindi un appello urgente al Ministro Nordio, al Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, alla Regione Siciliana e alle Prefetture competenti: “Riportare la legalità dentro le carceri è un dovere dello Stato. Non si può tollerare oltre che il carcere di Trapani sia trasformato in un luogo di abbandono, dove il diritto si ferma fuori dai cancelli”.

    “Occorrono misure alternative alla detenzione, un rafforzamento dei servizi sanitari e psichiatrici, assunzioni di personale, e una revisione profonda dell’intero sistema penitenziario siciliano. Ma prima di tutto – concludono Grimaldi e Montalto – serve riconoscere che ciò che abbiamo visto è fuori da ogni norma di civiltà e legalità”.

    Anche l’avvocato Natale Pietrafitta aveva evidenziato le stesse criticità

    Un quadro questo che riflette quanto riferito alla nostra redazione lo scorso 30 giugno  dall’avvocato Natale Pietrafitta, che attraverso le nostre pagine aveva denunciato che un suo cliente recluso nel carcere Pietro Cerulli, era stato morso da un topo mentre era a letto nella sua cella. Lo stesso legale ci aveva raccontato della situazione precaria all’interno di quella struttura.

    “Servizi igienici fatiscenti, igiene al collasso. È questo l’inferno quotidiano che si vive all’interno del carcere, dove la detenzione si trasforma spesso in sopravvivenza” evidenziava il legale.

    Pietrafitta aveva evidenziato il caldo, le carenze strutturali e organizzative del penitenziario che rendono invivibile la permanenza al suo interno, non solo agli agenti della penitenziaria, costretti a lavorare in un contesto di continua emergenza, ma anche ai detenuti. Criticità vissute anche da avvocati e magistrati costretti ad effettuare colloqui o interrogatori in stanze al limite del vivibile. “Nell’area nella quale si affacciano le sale colloqui per esempio – sottolineava il legale – ci sono cumuli di spazzatura”.

    “Un contesto – evidenziava ancora Pietrafitta – che rischia di compromettere ogni tentativo di rieducazione e reinserimento”. Gli sfoghi dei reclusi, spesso costretti al silenzio, trovano voce nei racconti dei loro legali, come in questo caso. Una situazione divenuta insostenibile, che porta ad eccessi e disordini come quelli tra maggio e giugno che hanno provocato una ventina di feriti tra agenti in servizio.

    Con una nota i sindacati di polizia penitenziaria avevano però smentito quanto ci era stato riferito dall’avvocato Pietrafitta.

     




  • Trapani
    Carceri: A Trapani 50 detenuti ritardano rientro dai passeggi
    Sul posto polizia e magistrati di sorveglianza
    Redazione6 Giugno 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Trapani – “Una cinquantina di detenuti della Casa Circondariale di Trapani dalle 15 e fino a tarda sera si sono rifiutati di rientrare nelle proprie celle permanendo nei passeggi. Questo per cercare di ottenere un’estensione degli orari delle attività in comune (c.d. socialità) e delle telefonate con i congiunti. Sul posto, oltre alla sempre presente Polizia Penitenziaria, sono intervenuti i magistrati di sorveglianza per condurre una lunga mediazione che solo pochi minuti fa ha avuto esito positivo”.

    Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria che poi prosegue.

    “Nostro malgrado, continuano senza soluzione di continuità i disordini e le tensioni nelle carceri del Paese, dal nord al sud ed, è proprio il caso di dire, isole comprese. Tumulti, aggressioni, olio bollente che fa notizia, giustamente, quando lanciato contro un presunto serial killer, ma non la fa allo stesso modo le numerose altre volte che viene lanciato verso gli appartenenti alla Polizia penitenziaria, così come non fanno notizia le violenze e gli stupri fra detenuti stessi, salvo che non siano seguiti da tumulti come accaduto l’altro ieri a Genova o che non siano perpetrati in danno di un ristretto per un qualunque motivo alla ribalta della cronaca. Polizia penitenziaria che a Trapani è stata trattenuta in servizio dalle 8.00 di stamani fino a poco fa, ma che lungo la penisola viene impiegata anche per 26 ore continuative nell’esercizio di un vero e proprio caporalato di stato”, commenta il Segretario della UILPA.

    “Tutto ciò mentre il Governo, al di là della propaganda e talvolta persino dei buoni propositi, rimane inerte, tanto che solo ieri il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, durante la cerimonia d’insediamento del neo Capo DAP, Stefano Carmine de Michele, ha ‘certificato’, che le rivolte carcerarie sono in aumento, nonostante il decreto sicurezza. Peraltro, solo stamattina la UILPA Polizia Penitenziaria di Trapani, unitamente ad altre Organizzazioni Sindacali, aveva dichiarato lo stato di agitazione per la non più sopportabile carenza di personale. Complessivamente, alla Polizia penitenziaria mancano almeno 18mila unità a fronte di 16mila detenuti in esubero, e ricordiamo che siamo sempre disponibili a un confronto pubblico sui numeri con chicchessia. In queste condizioni qualsiasi azienda sarebbe da tempo fallita e seppellita e se le prigioni in qualche misura ancora reggono è solo grazie al sacrificio degli operatori, che però adesso sono stremati nelle forze e mortificati quando non oltraggiati nel morale anche dalle continue assegnazioni di agenti in sedi ministeriali ed extrapenitenziarie, in barba alle sofferenze di quelli sempre più sguarniti nelle carceri. Serve un’inversione di rotta, prima dell’estate o si rischia la catastrofe”, conclude De Fazio.




  • Castelvetrano
    Aperta dal Vescovo la Porta Santa del carcere di Castelvetrano
    Prima della celebrazione eucaristica il Vescovo ha benedetto la porta di fiori
    Redazione7 Marzo 2025 - Attualità
  • Attualità

    Castelvetrano – «Ognuno di noi deve essere speranza per gli altri, perché ognuno di noi ce la può fare ma non da solo». Così il Vescovo di Mazara del Vallo monsignor Angelo Giurdanella si è rivolto ai detenuti della casa circondariale di Castelvetrano stamattina, in occasione dell’apertura della porta santa nell’Anno giubilare “Pellegrini di speranza”.

    Un’entrata simbolica quella del Vescovo

    Un’entrata simbolica all’interno del carcere, oltrepassando la porta d’ingresso del corridoio principale dell’istituto penitenziario: «oltrepassare la porta – ha detto il Vescovo – significa creare relazioni, perché la casa è il luogo dell’affetto. Anche questa è una casa dove si creano relazioni per un’esperienza che ognuno di voi sta sperimentando ma che è solo momentanea».

    Benedetta la porta di fiori

    Prima della celebrazione eucaristica celebrata nel corridoio di una delle sezioni, il Vescovo ha benedetto la porta di fiori realizzata in collaborazione coi detenuti, alla presenza della direttrice del carcere Giulia Bruno, del prefetto Daniela Lupo, dei vertici provinciali delle forze dell’ordine, del presidente del consiglio comunale di Castelvetrano Mimmo Celia, del cappellano del carcere don Vincenzo Aloisi, del direttore Caritas diocesana Mimmo Errante Parrino e del presidente della Fondazione San Vito Onlus, Vito Puccio.

    Il Vescovo ai detenuti

    Ai detenuti il Vescovo ha ribadito che «anche per voi ci sono opportunità che dovete cogliere, chi ha sbagliato sta pagando ma, una volta fuori dal carcere, deve saper scegliere». In un passaggio il Vescovo ha fatto riferimento al pianto, «perché capita a ognuno di voi di piangere», ha detto rivolgendosi ai detenuti: «ma sappiate che le lacrime offuscano la vista ma rivelano il cuore». E ancora il Vescovo: «Non vedete qui i rappresentanti delle istituzioni come forze di repressione – ha detto – loro sono servitori per far star bene le nostre comunità».

    Le parole del prefetto Daniela Lupo

    «Fuori c’è la speranza che qualcosa può cambiare – ha ribadito il prefetto Daniela Lupo nel suo intervento – in carcere si entra, si esce e poi c’è la fase del reinserimento. Andare oltre quella porta (del carcere, ndr) consente a ognuno di sentirsi libero».

     




  • Palermo
    Blitz antimafia a Palermo per la Uilpa:“Imbarazzante il silenzio della politica e dell’amministrazione penitenziaria”
    Il segretario regionale della Uilpa Gioacchino Veneziano ci va duro e chiede attenzione per chi lavora nelle carceri
    Redazione12 Febbraio 2025 - Cronaca
  • blitz antimafia carceri Palermo Cronaca

    Palermo – Il giorno dopo il maxi blitz antimafia di Palermo che ha portato all’arresto 180 affiliati alle cosche mafiose del palermitano, Gioacchino Veneziano, Segretario generale UILPA Polizia Penitenziaria Sicilia ci va duro e alza la voce “sulla fragilità del sistema carcerario e sulla mancanza di risposte da parte delle istituzioni”.

    Veneziano, sottolinea come ormai da anni il sindacato denunci le falle del sistema penitenziario, in particolare nei reparti di Alta Sicurezza, senza ricevere risposte adeguate da Politica e Amministrazione carceraria e porta un esempio pratico non solo delle incombenze a cui sono sottoposti gli agenti che prestano servizio nelle carceri, ma soprattutto della sproporzione di operatori rispetto a quelli messi in campo per arrestare i 180 affiliati.

    “La sproporzione tra le forze impiegate nelle operazioni di arresto e quelle destinate alla gestione dei detenuti è impressionante”, afferma Veneziano. E poi prosegue: “Mentre i Carabinieri hanno impiegato oltre 1.000 unità per effettuare i blitz, la Polizia Penitenziaria, con appena 100 agenti, deve sorvegliare oltre 1.200 detenuti in regime di alta sicurezza nelle carceri di Agrigento, Augusta, Caltanissetta, Bicocca Catania, Messina, Pagliarelli Palermo, Siracusa e Trapani. Un divario che, secondo il sindacato, mette a rischio la sicurezza delle strutture e del personale e che evidenzia la mancanza di un’adeguata strategia di gestione del fenomeno mafioso dietro le sbarre”.

    Secondo la UILPA, urge rafforzare le strutture carcerarie con investimenti strutturali e tecnologici, aumentare in modo straordinario gli organici della Polizia Penitenziaria e ripensare la geografia detentiva per evitare falle nel sistema.

    “La lotta alla mafia non può fermarsi solo agli arresti – dice  Veneziano – dopo l’azione della magistratura e delle forze dell’ordine, la battaglia deve continuare anche dentro le carceri. Eppure, il silenzio della politica e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria è sotto gli occhi di tutti”.




  • Trapani
    Carcere di Trapani, rinvenuti dalla polizia due smartphone
    Il ritrovamento nel corso di controlli approfonditi nel reparto "Ionio"
    Laura Spanò19 Gennaio 2025 - Cronaca
  • Carcere di Trapani, rinvenuti dalla polizia due smartphone Cronaca

    Trapani – Controlli serrati sono stati effettuati questa settimana all’interno del carcere Pietro Cerulli di Trapani. Nel corso di una perqusizione effettuata dal personale di polizia in servizio presso la casa circondariale, sono stati rinvenuti e sequestrati due apparati smartphone nell’illecita disponibilità di detenuti che si trovano ristretti nella sezione del circuito ad alta sicurezza “Ionio”. A darne notizia è il segretario provinciale del Sinappe Rocco Parrinello. “Il ritrovamento – dice Parrinello – mette in risalto ancora una volta le straordinarie capacità d’intelligence e d’intervento operativo della polizia penitenziaria, che operano quotidianamente in condizioni rese molto difficili, oltre per la carenza di personale rispetto l’organico previsto, anche per il grave sovraffollamento e le anomalie strutturali”.

    Servono 120 nuove unità:

    Per quanto riguarda la carenza di personale sicuramente nulla potrà cambiare l’arrivo previsto di 9 unità a Trapani, 2 a Favignana e 1 a Castelvetrano. In realtà servono oltre 120 unità di cui sicuramente 80 a Trapani; 30 a Favignana, 10 a Castelvetrano.

    Un controllo sempre più accurato:

    “La professionalità e l’arguzia degli agenti in servizio – dice ancora Parrinello – aiuta certamente a mettere una toppa sulle molteplici falle del sistema, ma rimane il fatto che telefonini, smartphone, sostanze stupefacenti, e più in generale, oggetti non consentiti penetrano ancora oggi all’interno delle carcere. Ciò dimostra ancora una volta come sia sempre più urgente schermare gli istituti penitenziari, per evitare traffici illeciti e problemi di sicurezza legati all’utilizzo illegali dei telefoni”.

    I sindacati:

    Da anni i sindacati chiedono agli uffici competenti di schermare le carceri e di dotare tutti i reparti del corpo di polizia penitenziaria di opportuni sistemi per rendere inattivi l’uso illecito di telefoni cellulari in cella e il sorvolo di droni con materiale vietato e pericoloso. Lo stesso sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove nel corso di un convegno a Palazzo San Macuto a Roma aveva anticipato: «Stiamo valutando la possibilità di schermare gli istituti penitenziari d’Italia, creando delle apposite white list riservate ad esempio ai soli cellulari degli agenti della polizia penitenziaria. È inaccettabile che persino in istituti minorili ci siano delinquenti che raccontano la loro vita carceraria sui cellulari come se fossero dei rapper. Inoltre allo studio del governo c’è una proposta per negare benefici a chi aggredisce uomini della penitenziaria in carcere». La dichiarazione è del febbraio 2024, siamo a gennaio 2025 ma ancora non è stato fatto nulla e all’interno delle carcere continuano ad arrivare di tutto in barba al lavoro quotidiano degli agenti di polizia.





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