Roma – Ad aprile 2025 oltre un milione di insegnanti e personale ATA riceveranno in busta paga alcuni aumenti e arretrati tanto attesi. Il motivo? Due voci principali: l’indennità di vacanza contrattuale e il taglio del cuneo fiscale. Ma per il sindacato Anief non basta: “Servono risorse strutturali e una battaglia legale per ottenere ciò che spetta di diritto”.
Vediamo in dettaglio cosa cambia.
Dal 1° aprile, a tutti i lavoratori del comparto Scuola spetta un aumento dello 0,5% dello stipendio lordo mensile. Si tratta della seconda indennità di vacanza contrattuale, prevista per legge in attesa del rinnovo del contratto collettivo nazionale 2022-2025.
Questo incremento si somma a quelli già previsti:
In busta paga è previsto anche un bonus medio di 333 euro a titolo di arretrati. La somma è legata al taglio del cuneo fiscale, esteso a tutti i lavoratori della Pubblica Amministrazione. L’importo varierà in base al reddito e sarà gestito dalla piattaforma NoiPA.
Il presidente nazionale di Anief, Marcello Pacifico, ha accolto positivamente gli aumenti, ma sottolinea che sono insufficienti rispetto all’inflazione reale, che nel triennio passato ha toccato il +14,5% secondo i dati del MEF.
Per questo, il sindacato ha attivato:
Una pagina web dedicata con info per avviare la diffida e bloccare la prescrizione;
La possibilità di ricorso per il recupero del 3,4% mensile non ancora riconosciuto;
Una stima di oltre 4.000 euro di arretrati che potrebbero spettare ai lavoratori.
Pacifico sottolinea che i lavoratori della scuola percepiscono circa 6.000 euro in meno all’anno rispetto agli altri dipendenti pubblici, come quelli delle Funzioni centrali. “Fino al contratto 2018, erano questi ultimi a guadagnare meno. Oggi il divario si è invertito in modo ingiusto”.
Anief chiede modifiche al decreto legge PA 25/2025 e approvazione degli emendamenti che introducono nuove indennità per docenti e personale ATA.
Dal 14 al 16 aprile si terranno le elezioni RSU per il comparto Istruzione e Ricerca. Anief invita tutti i lavoratori della scuola a votare per rafforzare la sua presenza ai tavoli di contrattazione.
Tra i punti chiave della proposta sindacale:
Il mese di aprile porta una boccata d’ossigeno per chi lavora nella scuola pubblica, ma il vero nodo resta il rinnovo del contratto e la battaglia per il riconoscimento dei diritti economici e giuridici. I ricorsi, le RSU e il pressing sui decisori politici sono ora gli strumenti fondamentali per cambiare rotta.
Fonti: