Palermo – La terza sezione della Corte d’Appello di Palermo presieduta da Sergio Gulotta, ha confermato la sentenza emessa, il 14 dicembre 2023, dal gup Ermelinda Marfia nel processo abbreviato a 27 persone coinvolte nell’operazione antimafia dei carabinieri «Hesperia». Assolto solo uno degli imputati condannati in primo grado, Paolo Bonanno, 50 anni, di Mazara del Vallo, ed ha rideterminando le pene ad altri tre.
L’operazione dei carabinieri risale al 6 settembre 2022, e disarticolò le famiglie mafiose di Marsala, Mazara del Vallo e Campobello di Mazara. Nell’indagine furono coinvolti 35 presunti mafiosi e fiancheggiatori di Cosa Nostra (otto sono stati processati con rito ordinario davanti il Tribunale di Marsala) riportando in cella fedelissimi del boss Matteo Messina Denaro, come il 69enne capomafia campobellese Francesco Luppino, zio della professoressa di matematica Floriana Calcagno arrestata stamane (14 aprile 2025) considerata non solo una delle amanti del boss (oggi deceduto) è accusata infatti di favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza di pena. Avrebbe aiutato il latitante a sottrarsi alla cattura e di conseguenza ad esercitare il suo potere.
Queste le condanne: Francesco Luppino 20 anni; Marco Buffa, Mazara del Vallo 11 anni e 4 mersi; Leonardo Casano, Marsala, 6 anni; Antonino Cuttone, Mazara del Vallo, 18 anni; Piero Di Natale, Castelvetrano, 16 anni, Vito Gaiazzo, Mazara del Vallo, 9 anni e 4 mesi; Girolamo Li Causi, Marsala, 4 anni e 4 mesi; Jonathan Lucchese, Palermo, 3 anni e 8 mesi; Marco Manzo, Campobello di Mazara, 4 anni e 4 mesi; Antonino Nastasi, Campobello di Mazara, 5 anni e 4 mesi; Vincenzo Pisciotta, Mazara del Vallo, 6 anni e 4 mesi; Giuseppa Prinzivalli, Marsala, 5 anni.
Ed ancora: Francesco Pulizzi, Marsala, 5 anni; Antonino Ernesto Raia, Marsala, 12 anni; Francesco Raia, 28 anni e sei mesi (in continuazione con una sentenza del 2013); Tiziana Rallo Marsala, 8 anni e 8 mesi; Vito Rallo, 4 anni e 4 mesi; Vincenzo Romano, Mazara del Vallo, 6 anni; Carmelo Salerno, Paceco, 6 anni e 8 mesi; Giuseppe Speciale, Partinico, 5 anni e 4 mesi; Francesco Stallone, Campobello di Mazara, 4 anni e 4 mesi; Rosario Stallone, 3 anni e 4 mesi; Michele Vitale, Partinico, 6 anni.
Nell’abbreviato, il gup Marfia aveva inflitto a 27 imputati condanne per quasi 230 anni di carcere, e circa 140 mila euro di multe. Le pene più severe (20 anni di carcere) per Luppino e per il marsalese Francesco Giuseppe Raia, di 57. Per quest’ultimo, i giudici di secondo grado hanno rideterminato la pena in 28 anni e 6 mesi di carcere in continuazione con un’altra condanna definitiva dal 2014.
Campobello di Mazara – Beni per 1,4 milioni di euro sono stati sequestrati dai finanzieri del Comando Provinciale di Palermo su disposizione del Tribunale di Trapani – Sezione Misure di Prevenzione nei confronti di Laura Bonafede e del geometra Andrea Bonafede, risultati tra i principali fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro. I sequestri giungono all’esito di due procedimenti di prevenzione avviati in seguito alla cattura del latitante su delega della Procura della Repubblica – D.D.A.
Gli accertamenti, nello specifico, sono stati finalizzati a ricostruire il profilo patrimoniale delle due persone (condannate, all’esito del primo grado di giudizio celebrato con rito abbreviato, rispettivamente, alla pena di 11 anni e 9 mesi e a 14 anni di reclusione) e dei loro nuclei familiari, e a tracciare possibili flussi di denaro diretti a finanziare la latitanza del “boss” di Cosa nostra. In tale contesto si è delineata la concreta attività di sostegno assicurata al latitante da entrambi i soggetti, mettendo in luce il ruolo fondamentale dagli stessi esercitato per garantire al “boss” quella rete di protezione indispensabile per poter continuare ad agire in condizioni di clandestinità.
Il Tribunale di Trapani – Sezione Misure di Prevenzione, accogliendo le ricostruzioni dei finanzieri e della DdA di Palermo, nel ravvisare una situazione di evidente sperequazione tra fonti di reddito e impieghi, ha disposto il sequestro di: 8 immobili (appartamenti e terreni), localizzati a Campobello di Mazara, Castelvetrano e Palermo; 13 rapporti bancari; 1 veicolo, per un valore complessivo stimato in circa 1,4 milioni di euro.
I sequestri fanno seguito all’analoga misura eseguita nelle scorse settimane nei confronti di Giovanni Luppino, autista del boss, un altro favoreggiatore della latitanza di Matteo Messina Denaro, che aveva riguardato un patrimonio di oltre 3 milioni di euro.
Il servizio testimonia ancora una volta l’azione che la Guardia di Finanza svolge, nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Palermo, nel settore del contrasto patrimoniale alla criminalità organizzata, per aggredirne le ricchezze illecitamente accumulate. I provvedimenti sono stati disposti in attesa del contraddittorio che avrà luogo nell’ambito dell’udienza fissata dinanzi al citato Tribunale.
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Sequestrati beni per 1,4 milioni a Campobello: colpita la rete che ha favorito Messina Denaro.
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Colpita la rete economica a sostegno di Messina Denaro: 8 immobili, conti correnti e un’auto sequestrati dalla Finanza.