Trapani
La Chiesa Valdese su Fede e Pride, a Trapani
Riflessioni a cuor sereno
Redazione22 Luglio 2025 - Attualità



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    Trapani – Il 26 luglio a Trapani, si svolgerà il primo “Pride”. Sull’evento interviene con una serena riflessione la “Chiesa Valdese di Trapani e Marsala”

    “Come Chiesa – scrive – vogliamo tornare a riflettere con serenità e rigore biblico su un tema spesso usato — impropriamente — per giustificare esclusione, giudizio e intolleranza: il rapporto tra fede cristiana e omosessualità.

    Cosa dice davvero la Bibbia?

    Contrariamente a ciò che spesso si crede, né l’Antico né il Nuovo Testamento offrono un’unica e vincolante visione del matrimonio o della famiglia. I patriarchi — da Abramo a Giacobbe, da Davide a Salomone — ebbero più mogli, concubine, figli da schiave. Il matrimonio romantico come lo intendiamo oggi non esiste nei testi biblici. Anzi, la Bibbia descrive una pluralità di forme di convivenza, spesso segnate da diseguaglianze e assenza di libertà per le donne e non di rado ridotte a forme contrattuali volte alla sopravvivenza della discendenza.

    Anche Gesù e Paolo mostrano una visione alternativa e spesso radicale della famiglia, dove la comunità di fede diventa più importante dei legami biologici (Marco 3,31-35), e il celibato è preferito al matrimonio (1 Corinzi 7).

    E l’omosessualità?

    La Bibbia non valorizza esplicitamente l’omosessualità – è vero – ma neppure descrive come peccaminosa quella che oggi intendiamo come relazione stabile, volontaria e rispettosa tra due persone dello stesso sesso. I passaggi biblici che condannano atti omosessuali lo fanno in un contesto molto diverso dal nostro, legato a pratiche cultuali pagane o a dinamiche di dominio.

    La teologia contemporanea, anche protestante, riconosce oggi che l’omosessualità non è affatto una “deviazione”, ma una variante naturale dell’identità umana — un dono della creazione di Dio. Come ogni altra forma di relazione, ciò che conta è come essa viene vissuta: con amore, condivisione, responsabilità.

    Una questione di giustizia e dignità

    Ritenere che l’amore tra persone dello stesso sesso sia un abominio, un peccato o perversione, e farlo in nome di principi biblici è perciò inaccettabile e assolutamente infondato. Frutto di ignoranza e di una interpretazione di comodo e molto superficiale della Bibbia. Nelle Chiese Evangeliche storiche, Valdesi, Riformate, Luterane, l’accesso ai ministeri della Chiesa (Pastora e Diaconato), alla benedizione o alla piena partecipazione alla vita comunitaria non dipende né può dipendere dall’orientamento sessuale: si tratterebbe di una visione teologicamente oltre che umanamente insostenibile. Nessun passo biblico può giustificare l’esclusione o la discriminazione.

    Non esiste “una sola” forma voluta da Dio per convivere e amarsi, ma esistono criteri evangelici che attraversano ogni relazione umana: cura reciproca, rispetto, fedeltà, responsabilità, amore. Insomma non è importante chi ami ma che tu sappia amare.

    Per questo, come comunità valdese a Trapani, affermiamo con chiarezza: la fede cristiana non può essere usata come strumento di intolleranza. L’amore, in ogni sua forma sincera e responsabile, non è mai peccato. “Dove andrai tu, andrò anch’io; dove starai tu, starò anch’io”. — Rut 1,16





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