Trapani – di Rino Giacalone – Lo scenario di oggi era lapalissiano. E questo da mesi. Le parti oggi arrivate al litigio non ne erano nemmeno ignare. Da quando, bisogna riconoscerlo, esplosa la tempesta tra il patron Valerio Antonini e il sindaco Giacomo Tranchida, da Palazzo D’Alì venne fuori il fatto che la convenzione per la gestione del Pala Ilio, diventato poi Pala Shark, era divenuta “carta straccia”.
E il Comune se ne sarebbe reso conto quando c’è stato da leggere gli articoli a proposito dei compiti sulla collocazione dentro il Pala Shark dell’impianto per l’aria condizionata. L’uno a controbattere all’altro sulla competenza, “è manutenzione ordinaria” sosteneva il Comune, proprietario dell’impianto, “no, è manutenzione straordinaria” sostenevano gli Shark. Ma scorrendo la convenzione si scopre che è stata scritta per una “Ssd” senza scopo di lucro, e non per una “Srl” che per norma è società con scopo di lucro. Oggi il Comune notifica agli Shark il venir meno della convenzione: “Ci hanno detto che siamo abusivi e dunque restituiamo le chiavi” dice il patron Antonini, “parole senza senso e tensioni oltre ogni misura” risponde il sindaco Tranchida. A questo punto bisogna ricordarsi di un po’ di cose. La famosa frase “a mia insaputa” forse non potrebbe essere rivendicata da nessuna delle due parti, viene da dire “in campo”, Comune e Shark, per una partita che se si giocasse davvero meriterebbe il bollino rosso dell’osservatorio per la sicurezza sportiva. Non sarebbe nemmeno una partita di basket, al parquet subentrerebbe un ring.
Il Comune di Trapani nel 2023 attraverso un bando comunicò l’intenzione di dare in gestione il Palazzetto dello Sport, Pala Ilio, dopo aver sloggiato la precedente società cestistica del presidente Basciano. In campo a Trapani c’era già l’imprenditore Valerio Antonini, che aveva acquistato il titolo per la partecipazione al campionato di calcio, e che frattanto si era deciso a scendere a giocare anche sul parquet cestistico, e per questo era andato a prendersi a Roma il titolo per iscrivere al campionato di A2 la nuova società pronta a vestire i colori granata. Il Comune pubblica il bando, la società di Antonini vince facile perché non ha altri concorrenti, ed è nelle cose e naturale che sia così, la cosa non deve suscitare scandalo, si firma la convenzione. Da una parte il Comune di Trapani dall’altra parte gli Shark che sono ancora una “Ssd”. Trattandosi di società dilettantistica, spiegano oggi dal Comune, la convenzione prevede agevolazioni, secondo quanto prevede la legge, a favore di società “no profit”. La “Ssd” però dura poco, nel giugno 2024 diventa una “Srl”. Attorno c’è tanta euforia, gli Shark sono stati appena promossi in serie A, il Comune prepara e consegnerà la cittadinanza onoraria a Valerio Antonini per i suoi meriti sportivi. In mezzo a tanta gioia però nessuno si accorge che mutando l’assetto societario decadono i riconoscimenti della convenzione propri per una “Ssd” che è una “no profit”.
La “Srl” è una società che deve pensare a far profitto, e tale deve essere se vuole partecipare a campionati professionistici. Ma è proprio vero che nessuno a Palazzo D’Alì sapesse della trasformazione societaria? Ed è proprio certo che in casa Shark nessuno sapeva dell’obbligo di comunicare al Comune l’avvenuta modifica dell’assetto societario? Interrogativi a parte solo un anno dopo scoppia il caso, e questo perché Comune e Shark hanno cominciato a litigare sull’aria condizionata, gli uffici si sono resi conto che la convenzione ad oggi non vale più nulla. Ma la qualcosa era venuta fuori, a mezzi frasi, tra spizzichi e bocconi, durante quello che è diventato il famoso confronto in tv tra Antonini e Tranchida, trasmesso dall’emittente del patron Telesud. Nessuno dei due si è spinto oltre, ma la parolina “convenzione” ha fatto capolino, la si è appena percepita. La questione per mesi è rimasta sicuramente argomento di discussione nei corridoi.
Oggi ennesimo incontro, ed esplode la questione. Il Comune intende rimettere mano al bando e fare una nuova convenzione per la gestione. Intanto reclama agli Shark i conti sull’affidamento del Palazzetto per la stagione sportiva appena disputata, il Comune si ritiene creditore. Antonini risponde picche e va su X ad annunciare che consegnerà le chiavi del Pala Shark che torna ad essere Pala Ilio. Tranchida risponde reclamando la ragione per l’azione condotta dagli uffici, ma non chiude le porte. Tutto questo accade a una settimana dall’avvio della preparazione agonistica degli Shark, per il secondo anno consecutivo, al campionato in serie A di pallacanestro e all’esordio assoluto nelle Coppe Europee, non c’è un impianto nel quale disputare le gare interne. Il Comune, con la sua dirigenza, segretario generale, direttore del servizio, ha notificato ai rappresentanti della società cestistica granata, assente Antonini, come la convenzione non sia più attiva “e – quindi replica il patron granata – che quasi siamo degli abusivi”. E quindi “restituisco le chiavi e mi accingo a presentare denunce in Procura e chiederò al prefetto un incontro perché qui è a rischio anche l’ordine pubblico. Ci sono 3500 abbonamenti già venduti. Il Comune sorvola sugli investimenti fatti dalla mia società, per allestire al meglio il Pala Ilio e l’organico, guarda agli introiti dei biglietti e non a tutte le spese sostenute”.
Insomma invece di pensare al campionato di basket, A nazionale ed Eurolega, l’attenzione viene indotta a concentrarsi su come le parti affronteranno questa battaglia legale. Quasi da far passare in secondo piano “dove far giocare il quintetto granata”. Non sfugge a nessuno che frattanto Antonini, che ha deciso di scendere in campo anche nella politica, ha indetto per fine agosto una manifestazione di piazza, che per quello che è successo oggi non sarà certo disertata. C’è un mix impazzito, ognuno però deve stare attento a shakerare il tutto usando gli umori della gente.
“La convenzione – afferma Tranchida – ritengo che all’epoca venne sottoscritta dal presidente Antonini nelle sue piena capacità di intendere e di volere, mi sorprende che un imprenditore come lui abituato a frequentare i più importanti palazzi del potere politico di tutto il mondo, per i suoi legittimi affari, non si sia mai accorto che quell’atto riservava per norma di legge agevolazioni previste per le società no profit, qual era all’epoca la sua. È legittima l’azione di controllo esercitata dai dirigenti del Comune che hanno precise responsabilità gestionali dalle quali nessun amministratore può chiedere di distogliersi. Così come la società cestistica aveva l’obbligo di comunicare al Comune la mutazione societaria. A noi compete l’indirizzo politico. E questa amministrazione – continua Tranchida – è intenzionata a fare un nuovo bando per affidare in gestione il Pala Ilio con una netta sottolineatura. Quella che questa struttura sportiva, costruita per i colori granata, non potrà vedere in campo altri colori”. Una rassicurazione per Antonini? È logico immaginare che solo una squadra di basket può avere interesse per questo impianto, e a Trapani di squadra granata cestistica ce ne è solo una con le capacità gestionali occorrenti. Tranchida non lo dice espressamente, ma afferma “che verranno fatti tutti gli approfondimenti di legge per offrire al nuovo gestore altre agevolazioni”. Il tavolo tecnico pare avere su questo idee molto chiare. E nel frattempo che si arrivi al nuovo bando? “Siamo pronti a percorrere l’unica via possibile garantendo alla società degli Shark l’utilizzo dell’impianto, nessuno manda via nessuno. È stato fatto solo presente che quella convenzione non produce più effetti perché la società affidataria ha mutato assetto abbandonando la categoria “no profit”.
Tra le righe Tranchida invita Antonini a non buttare tutto in caciara, e che non c’è intenzione alcuna di ostacolare la definizione di un nuovo affidamento in gestione. Difficile pensare che possano arrivare offerte da altre parti per avere in gestione l’impianto, e qual ora così fosse il Comune è pronto a mettere nero su bianco sullo stesso bando che la priorità è per i colori granata.