Petrosino
Furto ed estorsione. In manette a Petrosino un 42enne
L'attività è stata eseguita dai carabinieri
Redazione4 Febbraio 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Petrosino – In manette per furto e tentata estorsione un 42enne pregiudicato di Marsala. L’attività è stata portata a termine dai  Carabinieri della Stazione di Petrosino che hanno  eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Marsala.

    L’uomo, nel corso della notte si sarebbe introdotto nell’abitazione di un 76enne e, scoperto dal proprietario che aveva udito i rumori all’interno, si sarebbe impossessato del telefono cellulare della vittima richiedendogli dei soldi per la restituzione.

    Alla reazione della vittima cheha cominciato a chiedere  aiuto a voce alta, il 42enne è fuggito via. Identificato grazie alle indagini condotte dai militari, ora per lui  si sono aperte le porte del carcere di Trapani.





  • Aggressione Sinagra: confessa il 25enne “sono stato io”
    Le condizioni di Salvatore Sinagra vengono definite «stazionarie ma gravi».
    Laura Spanò3 Febbraio 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Lanzarote (Canarie-Spagna) – Ha confessato il 25enn fermato sabato a Lanzarote dalla guardia civil. “Sì, sono stato io. L’ho colpito, ero sotto l’effetto di cocaina non riuscivo a controllarmi”. Davanti al giudice, nel corso dell’udienza di convalida, il giovane ha confermato l’aggressione al favignanese Salvatore Sinagra di 30 anni. Il giudice del tribunale di Arrecife stamane ha disposto stamane in regime di carcere preventivo senza cauzione. Il fascicolo sul caso passa ora al tribunale di prima istanza numero 3 di Arrecife che potrebbe anche modificare il capo di imputazione. Da lesioni gravi a tentato omicidio.

    La svolta nelle indagini è arrivata grazie alle testimonianze di chi ha assistito all’aggressione e alle immagini delle telecamere della videosorveglianza. Sabato sera poi il 25enne che per una settimana era rimasto rintanato a casa, si è deciso ad usicre e recarsi in un bar ed è qua che la Guardia civile lo ha fermato. Salvatore Sinagra è in coma farmacologico, resta ricoverato in coma farmacologico nel reparto di rianimazione Doctor Negrin. Le sue condizioni vengono definite «stazionarie ma gravi».





  • Ha 25 anni e molti precedenti, il presunto aggressore di Salvatore Sinagra
    Le indagini proseguono si cerca movente ed eventuali complici
    Laura Spanò3 Febbraio 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Lanzarote (Canarie -Spagna) – E’ un giovane di 25 anni di Lanzarote isole Canarie, il presunto aggressore di Salvatore Sinagra 30anni di Favignana. Il giovane è stato arrestato sabato attorno alle 23:40 dalla polizia locale dopo che era riuscito a nascondersi dalla domenica precedente, quando si era verificato l’evento. Il 25enne ora detenuto, ha una lunga storia criminale. Immediatamente dopo l’aggressione il giovane, dopo essersi dato alla fuga, si era nascosto in casa.

    Fino sabato sera primo febbraio, quando ha deciso di uscire per recarsi in un bar, dov’è stato arrestato in quel momento dalla Guardia Civil di Arrecife che, con ogni probabilità grazie alle seppur non nitide immagini delle telecamere di sorveglianza erano riusciti a individuarlo e quindi lo stavano monitorando. Gli inquirenti ora cercano di chiarire i motivi che potrebbero aver portato allo scontro.

    Al momento non è stato nemmeno possibile chiarire se tra i due ci sia stato qualche legame precedente. Secondo la testimonianza di Andrea Sinagra, padre, la vittima, Salvatore stava giocando a biliardino con alcuni amici quando altri clienti lo hanno avvicinato al centro commerciale Matagorda.

    Salvatore è stato inizialmente trasportato all’ospedale di Lanzarote, dove ha ricevuto le prime cure mediche, poi vista la gravità e le caratteristiche delle lesioni riportate, l’equipe medica ha deciso di trasferirlo a Gran Canaria, ed è stato ricoverato al Negrín dov’è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico ed ora è in coma farmacologico. Andrea riconosce la sua preoccupazione riguardo all’ultimo referto ospedaliero: “I medici che lo hanno in cura mi hanno spiegato che c’è il rischio di conseguenze permanenti”.




  • Trapani
    Violano i domiciliari, due trapanesi arrestati dai carabinieri
    Si tratta di un 18enne e un 42enne
    Redazione3 Febbraio 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Trapani – I Carabinieri della Compagnia di Trapani hanno arrestato, per evasione e inosservanza
    degli obblighi inerenti la Sorveglianza Speciale, due trapanesi di 18 e 42 anni sorpresi per le strade della città contravvenendo alle prescrizioni delle misure cui sono in atto sottoposti.

    Il GPS ha monitorato la posizione

    Il 18enne, arrestato da pochi giorni per aver rubato un’auto da un garage che per sua sfortuna aveva un GPS che indicava costantemente la posizione della stessa, è stato rintracciato nei pressi della caserma Borgo Annunziata dopo che sarebbe risultato assente al controllo nell’abitazione dove sta scontando i domiciliari. Tratto in arresto, a seguito dell’udienza di convalida è stato sottoposto nuovamente agli arresti domiciliari.

    Obbligo di dimora

    Il 42enne invece, in atto sottoposto alla sorveglianza speciale di PS e all’obbligo di dimora nel comune di Erice, durante le ore notturne sarebbe risultato assente al controllo dei militari che lo hanno poi sorpreso rincasare a piedi traendolo in arresto. A seguito del giudizio direttissimo lo stesso è stato risottoposto alla misura della sorveglianza speciale.




  • Italia
    Mafia, Giuseppe Fidanzati arrestato mentre si costituiva
    Nei giorni scorsi era stato arrestato anche Paolo Aurelio Errante Parrino pure coinvolto nella stessa operazione antimafia
    Redazione3 Febbraio 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Voghera – Si stava andando a costituire. Giuseppe Fidanzati 53anni, figlio del defunto Gaetano, boss di Cosa nostra già a capo del mandamento dell’Acquasanta a Palermo è stato arrestato dai carabinieri appena fuori il carcere di Voghera, dove si stava andando a costituire. Fidanzati era coinvolto nell’ambito dell’operazione antimafia Hydra della pm della Dda Alessandra Cerreti sul cosiddetto «Sistema mafioso lombardo».

    Ad attenderlo i carabinieri del nucleo investigativo di Milano che hanno così eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale del Riesame di Milano, dopo che la Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso contro il provvedimento restrittivo in cui Fidanzati  è accusato di associazione di stampo mafioso.

    Fidanzati, ritenuto un narcotrafficante che sarebbe stato al vertice per conto di Cosa Nostra della presunta «alleanza» con affiliati anche alla ‘ndrangheta e alla camorra, è coinvolto nel blitz che ha visto finire in cella anche Paolo Aurelio Errante Parrino, cugino di Matteo Messina Denaro.

    Chi è Paolo Aurelio Errante Parrino

    Paolo Aurelio Errante Parrino, 77 anni, è stato arrestato nel pomeriggio di lunedì 27 gennaio, è considerato il referente degli uomini di Matteo Messina Denaro in Lombardia. È cugino del padrino deceduto.

    La Cassazione ha respinto anche il suo ricorso contro la decisione del Riesame sull’indagine Hydra, rendendo esecutivo il provvedimento di carcerazione. Al momento dell’arresto stava entrando all’ospedale di Magenta.

    Paolo Errante Parrino, nato a Castelvetrano da anni residente ad Abbiategrasso. Sarebbe un uomo chiave, ma lui ha sempre negato ogni suo coinvolgimento sostenendo di essere un pensionato.

    Gli investigatori avevano ricostruito una stagione di contatti e incontri.

    Alcuni furono definiti summit. Il 05 marzo 2017 a Peschiera Borromeo si sono dati appuntamento Giuseppe Fidanzati e l’avvocato Antonio Messina. Il primo è figlio di Gaetano, boss deceduto del rione Acquasanta di Palermo, ed ha scontato una lunga condanna per droga. Anche il secondo, massone, è stato condannato per traffico internazionale di droga. Nei loro dialoghi facevano riferimento ad un “ragazzo” di Castelvetrano, identificato in Francesco Guttadauro, nipote del cuore di Matteo Messina Denaro.

    In particolare, Fidanzati ricordava di un incontro avvenuto alla stazione di Trapani con “Iddu” (lui ndr) che si era fatto accompagnare a bordo di una Mercedes da un certo “Mimmu”. Non è chiaro se “Iddu” sia riferito a Guttadauro o, come invece sospettarono gli investigatori, a Messina Denaro.

    Discutevano di affari da sviluppare in zona. Nella bassa provincia milanese, tra Legnano e Abbiategrasso, si è insediata da anni una comunità di castelvetranesi, fra cui Paolo Errante Parrino. Facevano capo ad un’associazione che ufficialmente organizzava eventi e attività ludiche ed era presieduta dall’avvocato Giovanni Bosco deceduto per un malore all’ospedale di Magenta lo scorso anno. Era tra i quattro arrestati nell’inchiesta milanese su un sistema di bancarotte, frodi fiscali e riciclaggio. La moglie di Errante Parrino è Antonina Bosco. I Bosco sono cugini di Gaspare Como, sposato con Bice, una delle sorelle dell’ex latitante morto dopo l’arresto.

    Nel marzo 2021 ci fu un lutto a casa Messina Denaro. Gaspare Allegra, 37 anni, figlio della sorella del padrino, Giovanna, e di Rosario morì durante una gita sul monte Grisone, sul lago di Como. Faceva l’avvocato e collaborava con lo studio legale di Bosco.

    Nel portafogli dello zio Matteo, il giorno dell’arresto davanti alla clinica “La Maddalena di Palermo”, c’era una foto del nipote deceduto. Errante Parrino prima organizzò la camera ardente e il trasferimento della salma a Castelvetrano, poi venne in Sicilia. “Sto facendo il mio dovere”, rispondeva così Errante Parrino a chi lo ringraziava.

    Il 30 novembre successivo sul telefonino di Errante Parrino furono inviati via Whatsapp i documenti di Vito Panicola, figlio di Vincenzo e di un’altra sorella di Matteo Messina Denaro, Patrizia. Il giovane cercava lavoro e voleva trasferirsi a Vigevano (la città dove era detenuta la madre).

    Entrambi i genitori sono stati condannati per mafia, la donna è ancora in carcere. Finirà di scontare la pena fra un paio di anni. Le trasferte di Errante Parrino a Castelvetrano si sono ripetute. Faceva visita alle sorelle, ma anche alla madre del latitante Lorenza Santangelo.

    Nel 2021 ci fu un duro scontro fra Gioacchino Amico e i Pace di Trapani, inseriti, secondo la Procura di Milano, nel “sistema illecito degli affari”. Questioni di investimenti e di soldi mai restituiti. Per dirimere la faccenda sarebbe stato chiesto l’intervento di Matteo Messina Denaro.

    L’ambasciata sarebbe arrivata tramite Paolo Errante Parrino e l’avvocato Messina, monitorato durante una serie di incontri al bar San Vito, si trova a pochi metri dall’ultimo covo del latitane a Campobello di Mazara.

    “Gli incontri, soprattutto quelli ai quali ha partecipato Antonio Messina, a pochi metri dal covo assumono dopo la sua cattura – annotarono gli investigatori – un rilievo investigativo di primo piano, anche alla luce delle pregresse acquisizioni tecniche, che confermano come Matteo Messina Denaro fosse informato circa le operazioni finanziarie gestite dal sistema mafioso lombardo, tramite Paolo Errante Parrino”.

     

     




  • Castellammare del Golfo
    Si finge carabiniere e truffa una anziana. Scoperto viene arrestato da veri carabinieri
    E' accaduto a Castellammare del Golfo, in manette un pregiudicato napoletano
    Redazione1 Febbraio 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Castellammare del Golfo – In manette con l’accusa di truffa aggravata e sostituzione di persona un 49enne pregiudicato napoletano. L’uomo è stato arrestato dai carabinieri di Castellammare del Golfo che hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal Tribunale di Trapani.
    Il provvedimento scaturisce da un’indagine scattata dopo la denuncia presentata, lo scorso mese di ottobre, da una donna di 78 anni che aveva subito una truffa col metodo del sedicente Carabiniere e del finto incidente stradale di un familiare.

    Il contatto telefonico

    La donna sarebbe stata contattata di buon mattino da un soggetto che, qualificatosi quale maresciallo dei carabinieri, le aveva richiesto soldi o monili in oro per risarcire la vittima di un finto incidente stradale causato dal figlio. Immediatamente si era quindi presentato a casa dell’anziana un complice (l’odierno arrestato) a cui la donna aveva poi consegnato monili in oro per un ammontare di circa 5000 euro.
    La signora quindi aveva finalmente contattato il proprio figlio e qui l’amara sorpresa era stata  truffata e quindi la conseguente denuncia ai carabinieri.

    Contributo delle immagini della videosorveglianza

    Grazie alla visione delle immagini di impianti di videosorveglianza pubblici e privati, i militari dell’arma sono riusciti ad individuare l’autore della truffa che è stato ora ristretto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione di Caivano (NA).

    L’Arma dei Carabinieri di Trapani, coordinata dalla Procura, ha svolto nei mesi scorsi diverse attività di contrasto al fenomeno delle truffe ai danni di anziani che hanno consentito di arrestare 3 persone in flagranza e denunciare numerose persone.

    L’impegno costante dei Carabinieri

    Continua a rimanere alto l’impegno dell’Arma anche sotto il profilo della prevenzione, con incontri da parte dei militari nei circoli ricreativi, associativi e nelle parrocchie per informare la cittadinanza del rischio e delle modalità con cui vengono perpetrate queste truffe.




  • Trapani
    La polizia arresta un uomo che rubava rame nell’area del polo universitario
    Si cerca il complice fuggito
    Redazione30 Gennaio 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Trapani – I poliziotti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico hanno arrestato un uomo per furto aggravato in flagranza a seguito di una segnalazione di intrusione all’interno dell’area del Polo universitario.

    Giunti sul posto, dopo aver perlustrato il perimetro, gli agenti notavano due individui armeggiare con strumenti di effrazione, staccando alcuni pezzi metallici, su un impianto di refrigerazione dismesso.

    Gli operatori, senza farsi notare, si sono avvicinati ai malviventi intimando loro l’alt polizia ma, uno dei due, è riuscito a fuggire facendo perdere le proprie tracce mentre l’altro è stato  prontamente bloccato.

    La refurtiva, circa 300 grammi di rame, unitamente ai vari strumenti di effrazione, sono stati posti a sequestro penale.

    Il fermato dopo l’arresto, è stato  sottoposto agli arresti domiciliari a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.




  • Italia
    Arrestato Paolo Aurelio Errante Parrino, bloccato all’ingresso dell’ospedale di Magenta
    Lo «Zio Paolo» è considerato il referente della mafia trapanese in Lombardia
    Redazione28 Gennaio 2025 - Cronaca
  • Paolo Aurelio Errante Parrino arresto Cronaca

    Magenta (Milano) – È stato arrestato Paolo Aurelio Errante Parrino. E’ stato preso  davanti a un ospedale. La latitanza  di «Zio Paolo» è durata lo spazio di tre giorni. I carabinieri del Nucleo investigativo di Milano lo hanno fermato nel pomeriggio ieri all’ingresso dell’ospedale di Magenta nel Milanese. Errante Parrino 78 anni, presunto boss di Abbiategrasso parente da parte di moglie di Matteo Messina Denaro doveva essere arrestato  lo scorso 25 gennaio, ma il boss si era reso irreperibile.

    Gli investigatori, coordinati dal pm Alessandra Cerreti della Dda di Milano – oggetto di minacce negli ultimi tempi insieme al procuratore Marcello Viola -, hanno eseguito l’ordine di carcerazione diventato esecutivo dopo il rigetto del ricorso in Cassazione per l’inchiesta Hydra sull’alleanza mafiosa tra Cosa nostra, camorra e ‘ndrangheta.

    Non è escluso che l’uomo venga ricoverato per questioni di salute. Il suo legale, Roberto Grittini, avrebbe già chiesto al Tribunale la misura meno afflittiva degli arresti domiciliari. Lo «Zio Paolo» è considerato dagli investigatori dell’antimafia il referente della mafia trapanese in Lombardia e avrebbe tenuto per anni anche rapporti con l’ex latitante di Castelvetrano.





  • Sorpresa nel mondo del calcio: Radja Nainggolan arrestato in Belgio per traffico internazionale di droga
    Radja Nainggolan, ex giocatore di Roma, Cagliari e Inter, arrestato per traffico di droga
    Eros Santoni27 Gennaio 2025 - Cronaca
  • Radja Nainggolan arrestato in Belgio Cronaca

    Il nome di Radja Nainggolan, ex centrocampista di Roma, Cagliari e Inter, torna a far parlare di sé, ma questa volta lontano dai riflettori del campo da gioco. La procura di Bruxelles ha confermato il suo arresto con l’accusa di traffico internazionale di stupefacenti.

    Questa mattina, nell’ambito di un’indagine sulla criminalità organizzata, sono state eseguite una trentina di perquisizioni tra Anversa e Bruxelles. Secondo i media locali, Nainggolan è attualmente sotto interrogatorio per il suo presunto coinvolgimento nella distribuzione di cocaina in Belgio, collegata all’importazione dalla regione dell’America Latina tramite il porto di Anversa.

    Dopo mesi senza squadra, il calciatore aveva recentemente firmato con il Lokeren-Temse, un club della Serie B belga, e aveva esordito nel weekend con un gol spettacolare segnato direttamente da calcio d’angolo, guadagnandosi titoli di elogio. Tuttavia, la notizia dell’arresto ha rapidamente oscurato il suo ritorno in campo.

    Il procuratore di Bruxelles, Julien Moinil, ha dichiarato che l’indagine rientra in un’operazione più ampia volta a contrastare la rete di distribuzione di cocaina in Belgio, sottolineando però che “nel rispetto della presunzione di innocenza, ulteriori dettagli non saranno divulgati”.

    Un inizio promettente con la nuova squadra, bruscamente interrotto: atteso agli allenamenti di oggi, Nainggolan non si è presentato, lasciando lo staff preoccupato fino all’arrivo della notizia dell’arresto. La vicenda getta un’ombra sulla carriera di un calciatore che, oltre alle sue prodezze sul campo, è sempre stato noto per una vita privata fuori dagli schemi.




  • Palermo
    Scoperto dalla polizia a spacciare si rifugia in una chiesa di Ballarò
    In manette a Palermo un nigeriano
    Redazione27 Gennaio 2025 - Cronaca
  • Arresto spaccio Palermo Ballarò. Cronaca

    Palermo – Agenti della Squadra Mobile, Sezione contrasto al Crimine Diffuso, nel corso di servizi di prevenzione e controllo del territorio volti a contrastare il fenomeno dello spaccio di stupefacenti nel capoluogo palermitano, hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, O.A., 40enne nigeriano, resosi responsabile del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Gli accertamenti effettuati hanno consentito di rinvenire addosso al fermato 39 dosi di eroina singolarmente confezionate e pronte per essere spacciate peso 35 grammi e la somma di 763,00 euro ritenuta provento dell’illecita attività di spaccio.La droga ed il denaro, sono stati posti sotto sequestro, mentre il giovane cittadino nigeriano è stato tratto in arresto nella flagranza del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

    Gli agenti transitando nei pressi del quartiere cittadino “Ballarò” hanno notato un uomo, a loro sospetto, confabulare con una donna. Nella consapevolezza che i due stessero per incontrarsi per formalizzare la compravendita di sostanza stupefacente, gli agenti hanno intimato l’Alt polizia al nigeriano che, alla vista degli operatori, nel vano tentativo di eludere il controllo, si è dato a precipitosa fuga tra le stradine del mercato cittadino.

    Ne scaturiva un rocambolesco inseguimento culminato all’interno di una chiesa, luogo dove presumibilmente l’uomo pensava di poter trovar riparo e far perdere le proprie tracce sfuggendo all’occhio attento dei poliziotti. Gli agenti, senza perderlo di vista e adottando le precauzioni, necessarie per garantire l’incolumità dei fedeli presenti, sono riusciti con non poche difficoltà a precludergli ogni via di fuga e con discrezione hanno accompagnato l’uomo all’esterno del luogo di culto, dove era in corso, nel frattempo la celebrazione eucaristica.

    Giova precisare che l’indagato, è, allo stato, indiziato in merito al reato contestato e che la sua posizione sarà definitiva solo dopo l’emissione di una, eventuale, sentenza passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di innocenza.




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