Trapani
Scandalo al cimitero di Trapani. Due le persone ai domiciliari, 16 gli indagati [Video]
L'operazione della squadra mobile del capoluogo ha messo in luce un quadro davvero drammatico e illegale
Laura Spanò14 Aprile 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Trapani – Sono 16 le persone finite indagate nell’ambito di una operazione portata a termine dalla squadra mobile di Trapani e coordinata dalla Procura della Repubblica. Scoperta unna rete di corruzione, favoritismi, estumulazioni sospette e persino furti sui cadaveri. Luogo dei misfatti il cimitero comunale di Trapani. Cinque le misure cautelari a finire in manette l’ex necroforo del cimitero e un suo fidato collaboratore, mentre è stato disposto il divieto di esercizio per tre note agenzie di onoranze funebri della città. In totale sono 16 le persone indagate.

    Le accuse

    Le accuse, sono di corruzione e concussione. Le indagini hanno evidenziato come il cimitero era diventato una sorta “feudo privato” a dettare legge il necroforo gestendo le tumulazioni e le estumulazioni a proprio piacimento. Accertati casi in cui alcuni i cittadini sarebbero stati costretti a pagare per ottenere una sepoltura rapida per i propri cari; in altri, avrebbero consapevolmente versato denaro per saltare le lunghe attese. In entrambi i casi, l’arrestato pretendeva il suo compenso, definendolo “il caffè per il necroforo”.

    Le indagini

    Gli investigatori hanno documentato anche la gestione opaca dei loculi comunali: grazie a una discrezionale valutazione sullo stato di decomposizione dei corpi, l’ex necroforo riusciva a liberare loculi per poi “venderli” sottobanco. In almeno tre casi, secondo gli inquirenti, i parenti delle salme sarebbero stati spinti a pagare per sbloccare i tempi dell’estumulazione. E il sistema ormai ben oleato coinvolgeva anche imprese esterne: tre agenzie funebri trapanesi avrebbero goduto di una corsia preferenziale nella gestione dei servizi, ricevendo privilegi in cambio di percentuali sui guadagni. Dalle indagini viene fuori anche che l’ex necroforo avrebbe offerto a famiglie intenzionate a effettuare lavori nelle cappelle private l’opera di un muratore compiacente, promettendo risparmi grazie all’elusione delle imposte comunali. L’uomo è accusato anche di sciacallaggio: avrebbe sottratto monili in oro dalle salme e segnalato ad alcuni fiorai la presenza di fiori freschi appena deposti, che venivano sottratti e rivenduti.

    Le ipotesi di reato

    Emerse 25 ipotesi di reato, di cui 10 episodi corruttivi, che coinvolgono anche un medico legale dell’Asp di Trapani, per il quale è stata disposta una perquisizione: per gli inquirenti, avrebbe redatto false attestazioni sulla decomposizione delle salme o omesso i controlli necessari, agevolando il sistema illecito. La gola profonda che ha fatto scattare l’indagine la segnalazione di un dirigente comunale nel luglio del 2023. nella segnalazione denunciava le attività ostruzionistiche dell’allora necroforo nei confronti della ditta regolarmente affidataria dei servizi. Segnalazione che ha permesso alla Procura di far luce su quanto accadeva da anni al cimitero.

     




  • Altre Notizie
  • Altre Notizie Cronaca