Roma – Una sentenza che fa rumore. Il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso presentato dalla Rai, confermando l’illegittimità dell’assegnazione diretta dell’organizzazione del Festival della Canzone Italiana. La decisione, che segue quella del TAR Liguria, apre ufficialmente a nuovi scenari per la gestione della kermesse più amata d’Italia. La parola d’ordine è: trasparenza. Il Comune di Sanremo, proprietario del marchio dal 2000, ha già pubblicato un bando pubblico per l’edizione 2026.
Il ricorso Rai è stato considerato infondato. L’ordinanza sottolinea che non esistono motivi per sospendere quanto già stabilito dal TAR. L’udienza di merito è fissata per il 22 maggio 2025, ma intanto resta valida la necessità di assegnare l’organizzazione del Festival attraverso una gara pubblica, per garantire correttezza e concorrenza.
Il format televisivo del Festival e l’edizione 2025, vinta da Olly con “Balorda Nostalgia”, restano saldamente nelle mani della Rai. Tuttavia, dal 2026 in poi, la gestione non è più scontata. Per la prima volta nella sua storia, l’evento simbolo della musica italiana potrebbe non essere prodotto dalla TV di Stato.
C’è chi teme che l’asta possa andare deserta, chi spera che le offerte alternative risultino meno competitive. Ma l’idea di un Sanremo su un’altra rete televisiva appare ancora difficile da immaginare. Il presidente del TAR Liguria, Giuseppe Caruso, ha ribadito: “Abbiamo emesso una sentenza giusta. Se qualcuno pensa il contrario, interverrà”.
Fino ad oggi, Rai ha organizzato il Festival sulla base di una convenzione con il Comune di Sanremo. Il TAR ha giudicato irregolari solo le delibere con cui il Comune ha concesso l’uso esclusivo del marchio alla Rai, non la titolarità del format né la gestione dell’edizione 2025.