Erice
Sanità al servizio della società? Scrive l’assessore di Erice Carmela Daidone
Rabbia , Indignazione e delusiome . Questi sono i sentimenti provati in questi giorni
Redazione1 Aprile 2025 - Salute



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    Erice – Sullo scandalo che in queste settimane ha portato alla ribalta nazionale l’inefficienza dell’Asp trapanese, e che alla fine ha determinato la sospensione del direttore generale Ferdinando Croce interviene l’assessore ai servizi sociali del Comune di Erice Carmela Daidone.

    La lettera

    Rabbia , Indignazione e  delusiome . Questi sono i sentimenti  provati in questi giorni…

    Siamo  sicuri che oltre al recente e doloroso e drammatico  scandalo  dei ritardi sull’esito dei referti istologici i pazienti con codice 048 non incontrino altre barriere da superare per salvaguardare il proprio  stato di salute?

    Non è più tollerabile il fatto che bisogna aspettare anche fino ad un anno e mezzo per potersi sottoporre gratuitamente ad un esame diagnostico che, nella maggior parte dei casi potrebbe evidenziare un serio problema di salute e dare quindi la possibilità di curarsi per tempo.

    Da assessora ai Servizi Sociali mi risulta che i pazienti oncologici con codice 048 e quindi a carico del SSN,  siano essi in cura o in follow up, nonostante siano costretti a sottoporsi  a periodici controlli,  se non hanno prenotato in tempo utile, corrono il rischio di aspettare anche due anni per  potere trovare spazio per una visita specialistica. Tutto cambia ovviamente se tali pazienti sono obbligati a scegliere di effettuare la visita a pagamento, perché in quel caso, in una settimana o al massimo 15 gg il problema si risolve  con costi molto spesso proibitivi.

    Questo accade sia per le visite presso il P. O “ Sant’Antonio Abate di Erice –  Trapani che per i controlli presso  la Cittadella della Salute o i centri privati che effettuano visite a carico del SSN.

    Non ci incoraggia di certo, la notizia di un primario nel messinese che intascava soldi dai pazienti fino a 1500 euro al fine di scavalcare le liste di attesa per un intervento.

    E’ deprorevole   pensare di dovere sborsare dei soldi , considerato che dovrebbe essere un diritto sacrosanto del paziente usufruire delle visite gratuite per rendere sano il proprio corpo. “Sanità” dal latino sanus vuol dire proprio questo…sano!

    Mi risulta che nel mese di ottobre per andare incontro a tale criticità alcuni pazienti erano stati inseriti nelle “liste di galleggiamento”, le quali permettevano di ridurre notevolmente le attese per le visite specialistiche. Questa soluzione , però , ha avuto vita breve, tanto che già a metà novembre i pazienti non hanno più potuto essere inclusi in tali liste.  Troppo grazia Sant’Antonio ( Abate)!!!

    Tali problematiche mi vengono riportate con sgomento spesso durante il ritiro presso gli Uffici dei Servizi Sociali dei voucher trasporto verso Mazara e Palermo, voucher utili a effettuare le sedute di chemio e radioterapia.

    Inoltre, quanto tempo occorre ancora aspettare per  la realizzazione della U.O di radioterapia a Trapani ,che finalmente possa mettere la parola FINE a questi viaggi della speranza, considerato che sono già trascorsi 15 anni?

    Disagi…Disagi e ancora disagi…

    La certezza di effettuare in tempi brevi esami diagnostici e visite specialistiche anche per altre patologie, o per semplice prevenzione è ad oggi ancora un’ utopia.

    Aggiungo un’altra criticità sollevatami da molti cittadini. Gli operatori Socio-Sanitari  (OSS), in servizio presso il nosocomio che dovrebbero essere destinati all’assistenza  igienico-personale, sarebbero  numericamente insufficienti. La situazione è allarmante e le lamentele dei cittadini che hanno avuto ricoverati i propri cari sono numerose. La cura e l’igiene della persona è indispensabile, ed è un diritto inalienabile, soprattutto in assenza di familiari che possono garantire l’assistenza.

    Un pronto soccorso funzionale alle esigenze del bacino d’utenza del P.O “ Sant’Antonio Abate” quando sarà possibile vederlo completato?

    Ormai da quasi due anni ,i lavori in corso provocano un’ insostenibile situazione per gli angusti spazi destinati, al momento, all’area di emergenza del Pronto Soccorso.

    La nostra salute prima di tutto.

    Mi chiedo : In caso di plurime necessità contemporanee con codice rosso alla “ temporanea e provvisoria” area del Pronto Soccorso,  siamo sicuri che possiamo ottemperare a tutte le esigenze emergenziali?

    E continuando a parlare di emergenza, colgo l’occasione per ribadire  che è inappropriato che  la sede operativa  del 118 , attualmente sede della 46 ,  ( rianimatoria) ubicata alla Cittadella della salute, si trovi al primo piano del palazzo “Gladiolo” .

    Più di 3 anni fa, nel merito, avevo scritto a tutti gli organi competenti, facendo presente varie criticità, alcune delle quali successivamente sono state risolte. Tuttavia ancora presso la sede l’aria risulta poco gradevole, trattandosi di locali dove erano ubicate le apparecchiature dedicate al lavaggio industriale, quindi le ex lavanderie che probabilmente  presentano ancor oggi scarichi mal funzionanti o da abolire.

    Ancora oggi medici, infermieri e soccorritori , dopo la chiamata di intervento della centrale,  devono scendere 33 gradoni perdendo minuti preziosi. Il montacarichi, usato per il materiale, quando è funzionante,  risulta essere lento e poco adatto al trasporto del personale sanitario.

    IL 118  è Servizio di Emergenza Urgenza Sanitaria, pertanto è chiaro che occorre eliminare tutti gli ostacoli  che interferiscono col regolare svolgimento delle procedure sanitarie.

    Non bisogna più far passare altro tempo per lo spostamento di tale sede al piano terra, ed è auspicabile riservare un più adeguato spazio per lo stazionamento dell’ambulanza.

    Concludo sottolineando che l’attenzione alla fragilità è preminente anche in merito alla  disabilità e alle problematiche che i familiari sono costretti a sobbarcarsi per assenza di servizi adeguati. Infatti gli stessi nel caso di un eventuale semplice intervento odontoiatrico ad un familiare disabile non collaborante, come nel caso di  bambini con autismo,  devono  recarsi in altre città, come  Catania, dove sono presenti i servizi necessari a fare diagnosi.

    Inoltre i disabili in generale e le persone con autismo in particolare, che per cause evidenti ,non possono sostenere le lunghe attese del pronto soccorso, avrebbero necessariamente bisogno di una corsia preferenziale dedicata.

    Saranno gli organi competenti  preposti a fare chiarezza e a stabilire quindi le responsabilità e le disumane manchevolezze di coloro i quali hanno  contribuito a scrivere questa scandalosa e orribile pagina di malasanità trapanese.

    E’  inammissibile la totale noncuranza che ha messo a repentaglio la preziosa vita di centinaia di persone.

    Auspico che, dopo le vane  segnalazioni inviate nel tempo all’assessorato alla Sanità regionale, e ai vari direttori generali, ai commissari straordinari e ai vari direttori sanitari che si sono susseguiti, almeno questa lettera aperta possa essere utile e sortire maggiore riscontro.

    Verita’…verita’…

    Ho, abbiamo diritto di sapere la verita’ la stessa verita’ e giustizia  che chiediamo per i morti ammazzati dalla mafia , per i familiari delle vittime innocenti di mafia.




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