Italia – Ogni 4 ottobre l’Italia si raccoglie attorno alla figura di San Francesco d’Assisi, proclamato patrono nazionale nel 1939 da Papa Pio XII insieme a Santa Caterina da Siena. Non fu una scelta casuale: Francesco incarna da secoli la speranza di un popolo, la forza della fraternità e la bellezza di una fede vissuta nella semplicità.
Francesco è il volto di un cristianesimo che parla con gesti concreti. Rinunciando alle ricchezze e scegliendo la povertà, ha insegnato che la vera grandezza non sta nel possesso, ma nella capacità di condividere.
Nel 1939, mentre l’Europa si preparava alla guerra, Papa Pio XII affidò l’Italia al suo nome come segno di unità e di fiducia in tempi oscuri.
Il suo esempio attraversa i secoli e parla al presente:
In un mondo ferito dai conflitti, dall’Ucraina alla Palestina, le parole di Francesco assumono un valore profetico. Il suo coraggio nell’incontro con il Sultano d’Egitto, in pieno tempo di crociate, ci ricorda che la pace non è mai un’illusione, ma una scelta possibile. Davanti alle immagini di città distrutte e famiglie in fuga, il suo messaggio resta un appello che interpella coscienze e governi.
Per questo l’Italia, che porta Francesco come patrono, dovrebbe guardare a lui non solo con devozione, ma come guida concreta. In un Mediterraneo che è incrocio di culture e tensioni, il nostro Paese può farsi ponte di dialogo e custode di pace. È un compito che va oltre la religione: è un’eredità morale che invita a scegliere la strada della fraternità e della solidarietà.
San Francesco continua a parlare al cuore degli italiani. E ogni 4 ottobre, la sua voce sembra ripeterci che la vera forza di una nazione non è nell’orgoglio o nel potere, ma nella capacità di abbracciare la pace e la giustizia come beni comuni.