Roma – Ieri il Senato ha scritto una nuova pagina di storia: il 4 ottobre diventa ufficialmente festa nazionale. Una scelta che restituisce al Paese un giorno dedicato a San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, proprio nell’anno in cui ci si prepara a ricordare l’ottavo centenario della sua morte, nel 2026.
Dal prossimo anno scuole e uffici pubblici resteranno chiusi, mentre la ricorrenza sarà celebrata con iniziative religiose e civili in tutto il Paese.
Il provvedimento è stato approvato all’unanimità in commissione Affari costituzionali, con un consenso raro che attraversa tutti gli schieramenti politici. Sarà un giorno festivo a tutti gli effetti: orari speciali nei luoghi di lavoro, divieto di alcuni atti giuridici e compensi aggiuntivi per chi sarà chiamato a lavorare.
La premier Giorgia Meloni non ha nascosto la soddisfazione:
«Accolgo con gioia la notizia che reintroduce, dopo 50 anni, il 4 ottobre come festa nazionale. È un segnale importante di unità attorno a una delle figure più rappresentative dell’identità italiana. Sarà l’occasione per celebrare un uomo straordinario e ricordarci chi siamo e cosa ci unisce nel profondo».
Dal mondo ecclesiastico è arrivato subito il commento del Cardinale Matteo Zuppi, presidente della CEI:
«Questa decisione diventa occasione per riscoprire la figura del Patrono d’Italia, che ha segnato il carattere del nostro Paese. In un tempo di divisioni e tensioni globali, Francesco ci ricorda che è possibile un mondo fraterno e disarmato, dove ciascuno ha spazio, a partire dai più poveri e fragili». Zuppi ha aggiunto: «Celebrare il Santo di Assisi significa credere che la pace comincia quando si considera l’altro un fratello. La sua vita continua a parlare al cuore di chiunque, credente o meno».
La notizia risuona con forza anche a Trapani, dove il culto di San Francesco è profondamente radicato. Nel centro storico sorge la Chiesa di San Francesco d’Assisi, cuore barocco della città, che ogni anno il 4 ottobre si riempie di fedeli per le celebrazioni in onore del Patrono d’Italia.
La presenza francescana in provincia ha lasciato segni duraturi: conventi, confraternite, feste popolari e tradizioni che da secoli mantengono viva la spiritualità del Santo. A Trapani come a Erice, Marsala o Mazara, il “Poverello di Assisi” è ricordato con processioni, statue e riti che intrecciano fede e identità locale.
Dal 2026, il 4 ottobre sarà un giorno per fermarsi, riflettere e sentirsi parte di una comunità più ampia. Non solo celebrazione religiosa, ma anche occasione di cultura e memoria condivisa. Un giorno che richiama il messaggio universale di San Francesco: pace, fraternità, amore per la natura e attenzione agli ultimi.