AttualitàTrapani – di Rino Giacalone – Siamo perfettamente consapevoli, mentre cominciamo a scrivere questo articolo, che entriamo in un campo minato. Siamo in guerra? Si, guerra di parole. Ed allora ci è passato per la mente il film premiato con gli Oscar, “Salvate il soldato Ryan”. Nel nostro caso è il soldato Shark. Abbiamo anche deciso, dopo aver scritto di portare in alto, ad apertura dell’articolo, quello che avevamo usato per scrivere le ultime righe. Siamo certi che verrà un tempo in cui scriveremo un resoconto più ampio e completo, perché ad oggi lo scenario manca ancora di alcuni pezzi, non tutto è svelato.

Quello che è accaduto oggi è noto a tanti. Piccolo riassunto. Stamane il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida ha incontrato la stampa per dire che il Comune ha avviato un procedimento destinato a intaccare l’esistente convenzione tra Palazzo D’Alì e la Trapani Shark per l’utilizzo del Palazzetto dello Sport – Pala Daidone – di piazzale Ilio. Il procedimento notificato alla società cestistica, gli Shark giocano per il secondo anno consecutivo nel massimo campionato nazionale di Basket, e stanno affrontando i tornei europei, prevede non la revoca della convenzione, ma chiede alla società di interloquire con gli uffici, con il Rup, responsabile unico del procedimento, ing. Orazio Amenta, entro trenta giorni, rispetto alle contestazioni mosse ma anche prospettando una soluzione. Per chi vuol leggere e capire meglio potrete leggere voi stessi direttamente la nota a firma del Rup Amenta. Il sindaco Tranchida ha deciso di mettersi con le braccia conserte in attesa del decorrere dei trenta giorni? Assolutamente no. Ha ribadito che è pronto a stendere “tappeti rossi” ma “si sono da rispettare le regole”. Ben vengano gli interessi e gli investimenti privati “ma vanno fatti conciliare con l’interesse pubblico”. E ha detto con chiarezza che la soluzione esiste. “Il problema non l’ha determinato il Comune, il tunnel in preda al buio è stato causa dell’azione della società cestistica”.
“L”autostrada, dove i percorsi sono netti e determinati, non una trazzera che nemmeno sappiamo dove possa condurci”. Alla fine Tranchida ha esternato quello che si può ancora fare: la Trapani Shark srl, che a suo tempo come Asd, società dilettantistica, firmò la convenzione, cede ad una Asd la gestione del Pala Daidone per farlo restare Pala Shark, e nella casa madre degli Shark, la Sport Invest del patron Antonini, un’altra Asd c’è. Nella sostanza in casa Shark devono “scindere i rami di azione”.
La risposta del presidente Antonini però fino a stasera non è stata conciliante. Ha annunciato che per lui l’azione del Comune non è interlocutoria, ma decisamente revocatoria della concessione-convenzione, e quindi prende armi e bagagli, o meglio parquet, canestri e tribune, e va via da Trapani. Siamo in piena guerra quindi, parlare solo di caos non risulterebbe abbastanza aderente alla realtà. Antonini al momento ha deciso di respingere al mittente ogni invito a sedersi ad un tavolo, lui direttamente, o i suoi tecnici e legali, con il Rup Amenta, per affrontare uno per uno i punti del provvedimento comunale, e arrivare quindi alla soluzione, c’è scritto così, “proporre soluzioni alternative”. Alternative a cosa? Ovvio, alla revoca che dinanzi a silenzi e inadempienze potrebbe concretizzarsi.
Ci hanno provato, a dissuaderlo dai suoi intendimenti, due delle persone a lui molto vicine, il vice presidente Fabrizio Giacalone e l’ex prefetto, oggi consigliere di Stato, Valerio Valenti. Tutti e due hanno parlato ad Antonini, dalle pagine social.
Le parole del prefetto Valenti hanno anche suscitato sorpresa, notoriamente di fede laica si è affidato a Gramsci, pur sapendo di non parlare con un fervente comunista: “…resto convinto che una mediazione sia ancora possibile e con infaticabile ottimismo, forse non quello della volontà ma almeno del cuore, – citando Gramsci – mi appello alla vostra reciproca responsabilità. Non solo per la responsabilità che portate come amministratori, l’uno pubblico l’altro privato, ma per quella dovuta alla città, ai giovani innanzitutto che attraverso lo sport vivono i valori del successo legato al sacrificio e all’impegno”.
Il vice presidente Giacalone, non celando la convinzione che quello che succede “è surreale, inaccettabile e vergognoso”, ha scritto: “Spero sinceramente che si possa trovare una soluzione a questa “controversia” che sta danneggiando gravemente l’immagine della città e demolendo il sogno di tanti giovani che credono nei veri valori dello sport. Non possiamo neppure ignorare gli ingenti investimenti fatti e i danni economici che la società sta già subendo e subirà in futuro. Forse sono un sognatore, ma io ci credo e, fino all’ultimo, continuerò a crederci”. Riusciranno i nostri eroi?
Certo questa mattina il sindaco Giacomo Tranchida non le ha mandate a dire dopo l’inarrestabile tam tam di quotidiane provocazioni social del presidente Antonini (ma anche fatte rimbalzare dalla sua tv, che anche se in “app”, è diventata nel mondo dell’informazione locale una macchina da guerra). Ha espresso la solidarietà a chi è stato oggetto delle invettive del patron, ed ha aggiunto a difesa di Giunta, assessori, e consiglieri comunali della maggioranza, presi di mira sul tema di prospettate decadenze dalla carica: “Abbiamo colto – ha detto – un clima di tentativo di condizionamento dell’azione della Pubblica Amministrazione”. E per essere più chiaro ha indicato l’articolo 336 del codice penale. Chi ha curiosità se lo vada a leggere, noi vi indichiamo il titolo: “violenza o minaccia a pubblico ufficiale”.
Tranchida ha detto più volte che i colori granata, la difesa della squadra, sono avanti a ogni cosa, resta confermata il suo provvedimento di affidamento dell’impianto alla Shark srl per tutto il campionato in corso, “non sono certo un cretino ma nemmeno socio di interessi privati…spero che dall’altra parte ci sia amore vero per il colore granata”. Ha anche tolto di mezzo eventuali questioni private da risolvere. “Delle scuse non me ne faccio nulla, la città e la maglia granata aspettano le scuse”.
Tranchida ancora una volta ha cambiato espressione, presentandola quasi da dolorante, quando ha parlato dell’ex assessore Lele Barbara. A lui ha accennato parlando del consumo elettrico notificato agli Shark lo scorso febbraio. Il conto sbagliato? Non lo ha detto così, ma le sue parole sono suonate come un invito a chiedere ragione dell’accaduto all’ex assessore.

“L’iniziativa della verifica dei consumi fu presa da Barbara, si mosse con quella passione zelante per la quale si faceva apprezzare, lui stesso, per due volte, con un tecnico, andò a fare le verifiche, non andò via dall’ufficio del dirigente Amenta fino a quando questi non firmò la nota indirizzata alla società e con la quale si chiedeva il pagamento dell’utenza”. Un conteggio risultato parecchio esoso, per poi scoprire che il consumo elettrico non era solo quello del Pala Daidone, ma comprendeva anche altri, piscina scoperta e uffici Atm. Barbara secondo il racconto di Tranchida, confermato dall’ing. Amenta, ha però sempre raccontato la seconda parte di questa vicenda, quando pubblicamente disse che i conteggi erano errati. “Oggi – ha proseguito Tranchida – la Shark non ha fatto alcuna voltura dei contratti dei servizi elettrico ed idrico, sui conteggi gli uffici stanno ancora lavorando”.
Quello che in queste ore abbiamo letto e ascoltato, è stato un continuo affermare si poteva fare, si poteva fare, ripetuto e scritto decine e decine di volte. E’ giunto il momento di fare. Antonini invoca la protesta di piazza. Il diritto a protestare è insito in quelli sanciti dalla Democrazia e dalla Libertà. Ma c’è anche il dovere a far qualcosa. Insieme, Comune e imprenditore, per tutelare il patrimonio sportivo cittadino. Convinti che siamo in un campo minato, lo diciamo con convinzione, oggi il sindaco Tranchida e il Comune non hanno sbattuto la porta in faccia a nessuno. La squadra di serie A di Basket, il quintetto che ha sfiorato lo scudetto e ci sta facendo tornare a gioire, sui parquet nazionali e d’Europa, ha piena cittadinanza a Trapani, nel suo palazzetto naturale dove giocare. Non può essere altrimenti.
Poi verrà il tempo di potere spiegare con esattezza quello che è accaduto in questi due anni. Intanto pensiamo a salvare il soldato Shark!