Trapani
Trapani, i residenti del centro portano il Comune al TAR: “Ordinanze estive illegittime, serve un piano acustico”
Residenti e operatori turistici chiedono regole certe per la movida: “Nessun piano acustico da 20 anni, Trapani rischia di perdere attrattività”.
Redazione31 Luglio 2025 - Attualità
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    TRAPANI – Il Comitato Centro Storico Trapani, insieme a numerosi residenti e gestori di strutture ricettive, ha presentato ricorso al TAR Sicilia – Palermo contro l’ordinanza sindacale che disciplina la movida con poteri straordinari. Al centro del contenzioso c’è l’assenza, da
    oltre vent’anni, di un piano comunale di classificazione acustica e di un regolamento sul rumore, strumenti previsti dalla legge ma mai adottati dal Comune.
    Non siamo contro la musica o il divertimento – dichiarano i ricorrenti – ma contro l’anarchia e il disordine. Dopo anni di richieste ignorate, siamo stati costretti a rivolgerci alla giustizia.” Secondo il Comitato, l’Amministrazione continua a ricorrere ogni estate a ordinanze “contingibili e urgenti” per affrontare una situazione ben nota e strutturale, senza alcun supporto tecnico, dati fonometrici o confronto pubblico.

    Il ricorso – patrocinato dagli avvocati Donato D’Angelo ed Elisabetta Abelardi dello Studio Legale D’Angelo Pernazza di Roma – evidenzia che l’ordinanza comunale, presenta vizi sostanziali: durata eccessiva, uso improprio dei poteri emergenziali, e totale mancanza di
    pianificazione.
    Il Comitato chiede l’annullamento dell’ordinanza, ma soprattutto che il Comune sia obbligato ad adottare finalmente gli strumenti di programmazione previsti dalla legge. “Il centro storico è ostaggio di una movida fuori controllo – spiegano – con la città
    abbandonata al caos, musica fino all’alba, risse, schiamazzi e violazioni senza controllo. Anche molti operatori turistici sono con noi: i turisti scappano, la città perde attrattività.” La cosiddetta movida, così com’è gestita, non promuove affatto Trapani: la danneggia,
    allontana i visitatori e crea malcontento diffuso”. La questione, sottolineano i ricorrenti, riguarda diritti costituzionali come quello alla salute (art. 32) e alla quiete pubblica (art. 8 CEDU), e tocca un tema nazionale: la sostenibilità della vita urbana e la necessità di conciliare le esigenze della movida con il diritto dei cittadini e dei tanti turisti che d’estate arrivano in città , di vivere in un ambiente sano e ordinato.
    “Non vogliamo spegnere la città. Vogliamo salvarla. Chiediamo solo regole chiare, controlli veri e una città che funzioni per tutti, non solo per pochi. Abbiamo partecipato a incontri in Prefettura, proposte avanzate concrete, chiesto l’adozione di un regolamento serio”,
    dichiara Alberto Catania, presidente del Comitato. “Ma ogni anno tutto viene ignorato. Ora basta: chiediamo al TAR di ristabilire i diritti fondamentali, a partire da quello alla salute e alla sicurezza”.
    Il caso di Trapani si inserisce in un quadro nazionale più ampio, dove in molte città italiane – da Milano a Palermo, da Firenze a Lecce e Napoli – crescono i ricorsi contro ordinanze emergenziali emesse senza pianificazione e senza dialogo con le comunità locali.

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