Palermo
Processo Mare Monstrum Palermo: assolti Crocetta, Morace e Finocchiaro
Per l'ex governatore era stata chiesta una condanna a 7 anni di carcere
Laura Spanò27 Novembre 2024 - Cronaca
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    Palermo – Processo Mare Monstrum – Corruzione -“Il fatto non sussiste”, assolti dalla terza sezione penale del Tribunale di Palermo l’ex presidente della Regione, Rosario Crocetta (era stata chiesta una condanna a sette anni di carcere), l’armatore Ettore Morace e il collaboratore di Crocetta Massimo Finocchiaro (richiesta di sei anni e sei mesi ciascuno). Assolta anche la Liberty Lines per cui la Procura invocava una multa di 400 mila euro.

    Secondo l’accusa, che non ha retto al vaglio dei giudici, in cambio di tangenti, sarebbe stato consentito alla compagnia Ustica Lines, poi diventata Liberty Lines, di mantenere il monopolio nei collegamenti marittimi con le isole minori.

    Quello dove si è appena messa la parola fine è il troncone palermitano del processo che prende le mosse dall’indagine dei carabinieri di Trapani “Mare Monstrum” sulla cosiddetta tangente del mare, la maxi corruzione ai danni della Regione Siciliana che coinvolse gli armatori Vittorio (poi deceduto) ed Ettore Morace, rispettivamente padre e figlio. Corruzione che avrebbe favorito per lungo tempo la compagnia armatoriale Ustica Lines, poi diventata Liberty Lines, di proprietà dei Morace. Secondo l’accusa i Morace avrebbero finanziato il movimento politico fondato da Crocetta che in cambio avrebbe esercitato pressioni su Dorotea Piazza (subentrata alla collega Salvatrice Severino) e al collega Fulvio Bellomo (che al loro insediamento avevano bloccato tutto e consegnato ai pm gli atti decisivi per le indagini), per implementare i servizi di trasporto e favorire Ustica Lines. Sempre per l’accusa, gli armatori Morace avevano stretto un patto corruttivo con Severino, allora dirigente dell’Assessorato ai Trasporti della Regione siciliana. Sarebbe stata lei a predisporre i bandi per i collegamenti con le isole minori, favorendo gli interessi della compagnia di navigazione.

    Nel capo di imputazione si parlava di “pressioni per implementare le corse sulle Eolie e sulle Egadi”.

    Tra gli episodi contestati a Crocetta la proroga del servizio concessa nel 2017. A convincerlo, sosteneva l’accusa, un contributo elettorale da 5.000 euro con cui Morace finanziò il movimento “Riparte Sicilia”. “Sono stati spesi dei soldi pubblici per cercare il mio amante”, disse Rosario Crocetta durante l’esame. Secondo il governatore, ad alimentare l’inchiesta furono anche le dicerie da caserma che circolavano all’assessorato regionale ai Trasporti.

    In particolare, a detta di Crocetta, ma c’erano anche delle intercettazioni a confermarlo, si parlava della presenza di un suo amante a Filicudi che lo avrebbe portato a perseguire un interesse personale a discapito di quello pubblico. “È una sentenza che ripaga le sofferenze di una persona onesta”, è il commento dell’avvocato di Crocetta, Vincenzo Lo Re.

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