Trapani
Mare, tangenti e favori
Nuova indagine travolge la Liberty Lines e la Sns. La Procura indaga 48 persone e dispone sequestri per oltre 100 milioni di euro
Rino Giacalone20 Novembre 2025 - Cronaca
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    Trapani – di Rino Giacalone – Sembra essere il duplicato dell’indagine “Mare Monstrum”. Una tangentopoli del mare pare senza fine. Oggi l’esplosione di una nuova maxi inchiesta, che sembra essere un duplicato della precedente, una replica e che abbraccia un arco temporale dal 2018 ad oggi: ci sono 48 indagati e sequestri preventivi a danno delle compagnie di navigazione Liberty Lines ed Sns, per oltre 100 milioni di euro. Poste sotto sequestro anche le due compagnie di navigazione. La Procura di Trapani ha chiesto al gip una ordinanza per l’applicazione delle misure cautelari. Una richiesta di oltre 4 mila pagine. Il gip, giudice Massimo Corleo, ha scelto di seguire, ritenendo inesistenti i pericoli di fuga e inquinamento delle prove, la via tracciata dal nuovo ordinamento penale, fissando da lunedì’ gli interrogatori degli indagati. Frattanto questa mattina la Guardia di Finanza ha eseguito su ordine della Procura un sequestro preventivo d’urgenza per oltre 100 milioni di euro eseguito a Trapani nella sede delle Liberty Lines e della società di navigazione Sns, e in altri uffici in Sicilia della stessa compagnia di navigazione, e a carico di 48 indagati, presso gli sportelli bancari, un sequestro preventivo per oltre 100 milioni di euro.

    Una rete vasta, per coprire responsabilità e omissioni, e lucrare sulle pubbliche contribuzioni. Un vero e proprio cerchio magico. Pesanti le contestazioni che vanno dalla truffa alla frode nelle pubbliche forniture, dalla corruzione all’attentato alla sicurezza della navigazione, dalla rivelazione di segreto d’ufficio a falso nella redazione dei giornali di bordo. Mezzi obsoleti spacciati per super sicuri, usati per i collegamenti, corse onorate che non sarebbero state garantite, ma sui brogliacci si registravano ugualmente le partenze dai porti. Un quadro indiziario parecchio grave, che vedrebbe coinvolti anche ufficiali con ruolo di comando nelle Capitanerie di Porto.

    Ancora una volta dietro i collegamenti veloci navali, tra la Sicilia, le isole Eolie ed Egadi, con Lampedusa e Linosa, Ustica e Pantelleria, emerge uno scenario fatto di gravissime complicità, obiettivo lucrare il più possibile sui fondi pubblici messi a disposizione dallo Stato e dalla Regione. Con la Liberty Lines è coinvolta anche la Sns, una società costituita assieme dai due maggiori armatori siciliani, i Morace da una parte e i Franza dall’altra parte. La Sns ha ereditato il pacchetto che fu della dismessa Siremar, la società di navigazione di proprietà regionale. Il nome dei Franza comunque non compare tra gli indagati, considerato che gli armatori messinesi sono rimasti ad occuparsi solo dei servizi di collegamento con i traghetti e non di quello veloce.

    Tra gli indagati ci sono i vertici della Liberty Lines che si sono succeduti dal 2018 ad oggi, nonchè questi tutti gli ufficiali in servizio nello stesso periodo, per il comando degli aliscafi e degli equipaggi.

    Tra i nomi ci sono quelli di Alessandro Forino, Nunzio Formica, Marco Dalla Vecchia, Gianluca e Ferdinando Morace, Anna Alba, tra presidenti e manager della Liberty Lines, il capitano di vascello Paolo Marzio, il luogotenente della Capitaneria Elio Maniglia. Indagato era anche un dipendente degli uffici giudiziari, Stefano Arneodo, ora in pensione, cognato di Maniglia. La posizione di Arneodo (accesso abusivo ai sistemi informatici) è stata stralciata e per competenza trasmessa a Palermo, dov’è stata archivita.

    La Liberty Lines ha diffuso un comunicato esprimendo fiducia nell’operato della magistratura, la società si dice certa sulla regolarità delle proprie condotte. Infine la garanzia che i collegamenti navali avranno regolare prosecuzione.

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