Tradizione – Li vedi stesi così, come fossero in attesa. Mezzi pomodori, rossi di vita e silenzio, con la pelle che si arriccia piano sotto il sole, giorno dopo giorno. In Sicilia non si dice che l’estate finisce. Si conserva.
C’è chi li sistema su tavole di legno, chi su reti, chi sui balconi. Ognuno ha il suo modo, ma il gesto è lo stesso: aprirli, salarli, aspettare. E mentre il sole li bacia per l’ultima volta, noi li guardiamo e pensiamo che sì, sta arrivando settembre. Ma non è un addio. È un arrivederci.
Ogni pomodoro secco racconta una storia: di nonne coi grembiuli annodati in vita, di bambini che rubano uno spicchio di pane e pomodoro, di pomeriggi lenti tra il canto delle cicale e l’odore dell’origano che si sparge nell’aria calda.
E poi un giorno d’inverno, quando il vento batte contro i vetri e il mare è troppo scuro per uscire, apri quel vasetto. E lì dentro, come un segreto custodito bene, trovi l’estate. Ancora viva, ancora tua.
Un sole piccolo piccolo, ma abbastanza per scaldarti il cuore.