Trapani di Rino Giacalone – Non c’è solo il taglio del film che racconta la vita del missionario laico Biagio Conte, nella graduatoria regionale della Sicilia Film Commissio. A restare fuori dai finanziamenti è anche il film “Un futuro aprile”, dedicato al racconto delle vittime della strage mafiosa di Pizzolungo del 2 aprile 1985.
A dare la notizia è stato il deputato regionale del Pd Dario Safina.
“Intendo presentare nei prossimi giorni un’interrogazione parlamentare – dice l’on. Safina – per chiedere al Presidente della Regione, Renato Schifani, di verificare le ragioni per le quali la Sicilia Film Commission non ha ritenuto di finanziare il progetto cinematografico dedicato alla strage di Pizzolungo, nonostante l’impegno concreto e la qualità del lavoro già messo in campo dalla produzione. Se necessario, chiederemo che venga individuata un’altra modalità di sostegno economico al film, perché questa storia va raccontata”.
Il film, già finito di produrre da Elysa production, una delle maggiori società di produzione accreditate nel panorama internazionale, con la regia di Graziano Diana, una firma del mondo cinematografico italiano, è destinato alla programmazione della prima rete della Rai. E’ stato già interamente girato in Sicilia, nel trapanese, nei luoghi teatro di quell’attentato contro il pm Carlo Palermo, che uscì miracolosamente indenne dopo l’esplosione dell’autobomba collocata sulla strada di Pizzolungo, da lui giornalmente percorsa su un’auto blindata, per raggiungere il Palazzo di Giustizia.
Carlo Palermo, ex giudice istruttore a Trento, da appena 40 giorni era in servizio alla Procura di Trapani. Lo stesso tragitto nello stesso momento era seguito dall’auto con a bordo Barbara Rizzo, di 30 anni, che stava portando a scuola i suoi due gemellini di sei anni, Giuseppe e Salvatore Asta. L’attentato causò la loro morte, dilaniati dal tritolo mafioso. Eppure la commissione regionale ha riconosciuto un solo punto sulle rilevanza della storia. Per gli esperti cinematografici la storia sull’attentato di Pizzolungo non merita attenzione. E’ purtroppo anche questo il risultato di un contesto sociale che a 40 anni di distanza da quella strage ancora oggi non ricorda adeguatamente la morte di Barbara, Salvatore e Giuseppe.
Nonostante gli sforzi e l’impegno messi in campo da associazione come Libera e da alcune amministrazioni locali, come il Comune di Erice che ha saputo trasformare il sito teatro della strage in un parco per i ragazzi e in un luogo dove potere esercitare memoria e creare nuove forme di impegno. Il parco del “Non ti scordar di me”. Ma per la Sicilia Film Commission tutto questo non ha rilevanza. Quasi a dar ragione al sindaco di Trapani dell’epoca, Erasmo Garuccio, che ripetè dinanzi a quei corpi dilaniati e straziati, che “a Trapani la mafia non esiste”.
“La strage del 2 aprile 1985 – continua Safina – non è soltanto una delle pagine più tragiche della nostra terra, ma anche una ferita ancora aperta nel cuore della Sicilia. Ricordare quella mattina, l’attentato al giudice Carlo Palermo, l’uccisione dei piccoli Giuseppe e Salvatore Asta insieme alla madre Barbara Rizzo, non è solo doveroso: è un atto di responsabilità civile. Il lavoro del giudice Palermo, il suo coraggio investigativo, le ombre che ancora oggi avvolgono quella vicenda, rappresentano un patrimonio di memoria collettiva che deve essere reso accessibile al grande pubblico. Il cinema, in questo senso, è uno strumento potentissimo di testimonianza e di diffusione della verità”.