Campobello di Mazara – Come riporta il sito LiveSicilia.it – Martina Gentile sarebbe stata estranea alla rete di corrispondenza di Matteo Messina Denaro. Mancherebbe la prova che abbia fatto da intermediaria fra il padrino e la madre, Laura Bonafede. Così sostiene la difesa della donna dell’insegnante supplente condannata a 4 anni e 8 mesi di carcere più un anno di libertà vigilata.
I legali della donna gli avvocati Raffaele Bonsignore e Salvino Mondello hanno presentato ricorso in appello contro la sentenza di condanna per favoreggiamento aggravato.
Martina Gentile è figlia della maestra di Castelvetrano, Laura Bonafede già condannata, che ha avuto una lunga relazione sentimentale con il capomafia di Castelvetrano. Il padre è Salvatore Gentile in carcere all’ergastolo.
Gentile, per la quale la Procura in primo grado aveva chiesto una condanna a otto anni, si firmava “Tan” nelle lettere con il padrino. Il contenuto delle missive è stato incrociato con i simboli segnati su un calendario, alcuni sms e le immagini delle telecamere che la polizia aveva piazzato davanti a casa Bonafede e analizzate dai carabinieri del Ros dopo l’arresto del latitante.
La donna, 32 anni, che al momento dell’arresto lavorava in una scuola a Pantelleria, secondo l’accusa, sarebbe stata il tramite tra la madre e il padrino, interfacciandosi anche con Lorena Lanceri, la vivandiera di Messina Denaro, moglie di Emanuele Bonafede.
Nel covo dove Messina Denaro ha trascorso l’ultima parte della latitanza, a Campobello di Mazara, i carabinieri del Ros trovarono anche un calendario. In corrispondenza di alcuni giorni il capomafia aggiungeva un pallino o la scritta “Tan” o “Tany”. Si trattava delle date in cui sarebbe avvenuto lo scambio di pizzini fra le due donne che lavoravano entrambe in uno studio di architettura. Sul calendario la scritta “Tan” compariva accanto alla data 21 febbraio 2021. In un appunto il latitante scriveva: “15 febbraio 2021 fatto cambio per notizie”. Il 31 gennaio 2022 c’era l’indicazione “INVIO TANY”. Secondo la difesa, però, non ci sarebbe la prova che nelle date segnate sul calendario sia avvenuto uno scambio di pizzini con il coinvolgimento dell’imputata che oggi si trova agli arresti domiciliari. “Ho sbagliato a volere bene a questa persona (riferendosi a Matteo Messina Denaro)”, disse Martina Gentile chiedendo di fare dichiarazioni spontanee.