Trapani – di Rino Giacalone – La seduta d’aula alla fine c’è stata. Ieri sera Palazzo Cavarretta ha visto riunirsi il Consiglio comunale, considerati gli argomenti (variazioni di bilancio) iscritti all’ordine del giorno e che devono essere presto affrontati, si è reso necessario ricostituire il plenum d’aula dopo le dimissioni della neo assessore Giulia Passalacqua.
Quella di ieri doveva essere una seduta breve e alla fine si è prolungata fino a quasi le 22, dopo essere cominciata alle 19. La prima parte dei lavori è stata dedicata all’insediamento come assessore di Giulia Passalacqua, e da tutti i banchi le sono giunte parole di apprezzamento e auguri. Poi si è aperto il dibattito sulla surroga, cioè l’insediamento del primo dei non eletti della lista che nel 2023 vide eletta la Passalacqua. Nome noto da tempo, quello dell’ex assessore Vincenzo Guaiana. Un cambio tra i due Passalacqua e Guaiana che era concordato, tutto indolore. Ma Guaiana per giurare da consigliere e fare il suo primo intervento ha dovuto attendere parecchio, per il prolungarsi degli interventi.
L’opposizione scalpita e lo ha dimostrato. Alla sua solita maniera, tra interventi che sembrano essere scritti come se fossero dei post da pubblicare sui social, citazioni letterarie e classiche, sogni, canzoni, film, tra ricordi e pillole avvelenate, messaggi che solo i diretti interessati possono capire per il codice cifrato usato, e presagi per poco funerei. La minoranza consiliare, che resta frastagliata, dirsi compatta e coesa è impossibile, in tutti i modi cerca il dibattito politico contro il sindaco Giacomo Tranchida, ieri assente dall’aula e che ha lasciato all’assessore Vincenzo Abbruscato il compito di salutare il neo assessore Passalacqua e il distacco da Guaiana e poi di annunciare per la giornata di domani una conferenza stampa.
Tranchida ha scelto di presentarsi alla stampa per la prima vota dopo la crisi aperta con le dimissioni da assessore non di Guaiana, quelle erano concordate e previste, ma del suo ex delfino Lele Barbara. E già il fatto di evitare l’aula ha fatto protestare l’opposizione, con Fileccia (Futuro) pronto a sottolineare che “prima si viene in Consiglio comunale e poi si fanno le conferenze stampa”.
Barbara una cosa con le dimissioni l’ha ottenuta, è diventato l’”uomo del monte” (ricordate la pubblicità?) della minoranza: la sua lettera di uscita dalla Giunta (anche lì non si può notare come le dimissioni ufficiali siano arrivate dopo l’annuncio “urbi et orbi” via pagina Facebok) dall’opposizione è stata letta come il “si” (l’uomo del monte ha detto si”) a tutte le malefatte, politiche, sin dal giorno dell’insediamento della seconda Giunta Tranchida, elencate dai gruppi di minoranza. E così Barbara si è preso il plauso di Fileccia e Miceli, “abbiamo visto le parole delle nostre verità pronunciate dalla voce del nostro ex nemico”.
Ad apertura di seduta il presidente del Consiglio comunale ha letto la nota, tre pagine, con la quale Barbara ha spiegato le ragioni delle sue dimissioni, dalla maggioranza nessuna considerazione politica è stata riservata, a prendere la parola, “con amarezza e delusione”, è stato solo Giovanni Parisi il capo gruppo di Rigenerazioni Verdi Europa (il raggruppamento che aveva come riferimento e leader proprio l’ex assessore Barbara), “ci siamo trovati protagonisti di una storia più grande di noi, mai pensavamo di ritrovarci quando abbiamo deciso di candidarci”.
Parisi parlando a nome di Grignano, Genco e Cammareri, ha ribadito il sostegno alla maggioranza, chiaro il loro messaggio, agli scontri polemici e politici, alle polpette avvelenate, si risponde lavorando per il bene della città. Tra le righe la persona, politica, dell’ex assessore Barbara è stata disegnata come una sorta di “padre padrone” del gruppo. Parisi ha rimarcato la necessità di riprendere un percorso “leale e sincero e fatto di rispetto”. Come a voler dire che l’ex loro leader Barbara questo patto siffatto non l’ha rispettato. Parisi ha chiesto a tutta l’aula di tornare al vero confronto politico, ma in aula, non sui social, “dove persone perbene sono state calpestate in maniera gratuita”.
Poi la seduta è proseguita come dicevamo tra sogni e poca realtà e citazioni classiche, come quella ripetuta dal consigliere Lamia a favore del dimissionario Barbara: “Oltre il rogo non vive ira nemica” (poeta e drammaturgo Vincenzo Monti ndr). Ma forse il vero rogo, politico, ancor deve scoppiare.
A chiudere la seduta è stato l’intervento del neo consigliere comunale Guaiana, ne ha approfittato per fare il resconto della sua attività assessoriale, e per rispondere al consigliere Fileccia che lo aveva appellato come “consigliere di Monza” (facendo riferimento all’aspetto calcistico, del Monza passato dalla serie A, nel caso dalla Giunta, alla serie B, ritorno in Consiglio comunale): “Ben felice di tornare in aula – ha replicato Guaiana – io sarò consigliere di Monza, lui resta consigliere “ombra”, all’ombra di qualcuno”.
L’aula torna a riunirsi oggi.