Gibellina – Il Questore di Trapani, ha disposto specifico divieto di svolgimento delle esequie in forma pubblica per Vincenzo Funari, deceduto ieri pomeriggio a Marsala. In virtù del provvedimento è vietata ogni commemorazione od altra funzione religiosa che si svolga al di fuori del cimitero dove la salma dell’uomo, nelle prossime ore, verrà trasferita e tumulata.
Funari deceduto a Marsala, nel pomeriggio di ieri, a capo della famiglia mafiosa di Gibellina, più volte arrestato poiché ritenuto appartenente alla consorteria mafiosa cosa nostra operante in provincia di Trapani per associazione per delinquere di tipo mafioso ed altri gravi reati.
Funari 92 anni nel 2010 era tra gli arrestati nell’operazione “Nerone” dei Carabinieri e successivamente condannato nel processo svoltosi con il rito abbreviato al Tribunale di Palermo.
Grazie ad una serie di intercettazioni ambientali e telefoniche disposte presso l’abitazione di Funari, al tempo ai domiciliari per una precedente inchiesta giudiziaria, gli investigatori dell’Arma avevano ricostruito le attività di Cosa Nostra in quel territorio. Il capo mafia, infatti, riceveva tranquillamente “ospiti”, che provenivano anche da Marsala, per mettere a punto le strategie criminali.
Sempre in quelle intercettazioni, era emerso come la presenza dell’allora latitante Matteo Messina Denaro nel territorio desse fastidio ai boss. Funari, ancora intercettato, diceva “fino a che c’è iddu in giro beddu tempo un cinn’è” (“fino a che c’è questo in giro bel tempo non ce ne sarà per nessuno”), una lamentela per la massiccia presenza investigativa volta alla cattura del capo mafia di Castelvetrano che faceva sentire gli affiliati, e lo dicevano nelle conversazioni intercettate, “con il fiato sul collo”.
La tipologia di provvedimento disposta dal Questore ha la finalità di scongiurare che i funerali possano costituire il pretesto per manifestazioni di consenso più o meno esplicito verso l’organizzazione mafiosa.