Erice – Ci sono addii che fanno male, anche quando non sono davvero un addio. A 46 anni, Chana Masson ha deciso di chiudere la sua carriera da portiere, ma non lascerà la pallamano né la sua “famiglia sportiva” di Erice. Cambia solo prospettiva: sarà lei a formare i giovani portieri, come preparatrice ufficiale dell’Handball Erice.
È una di quelle notizie che si leggono con un nodo alla gola, specie per chi ha vissuto l’epopea sportiva di questa donna incredibile: quattro Olimpiadi con il Brasile, un titolo di miglior portiere al mondo nel 2011, una carriera da protagonista sui parquet di mezzo mondo.
Ma oggi Chana sorride. E lo fa con la serenità di chi sa di aver dato tutto, e di avere ancora molto da dare.
“Passo dall’altra parte della barricata con il sorriso sulle labbra – dice con emozione –. Sarò al fianco di giovani portieri, pieni di voglia e talento. Niente mi rende più felice che poterlo fare qui, dove sono stata accolta, apprezzata e amata.”
Chana Masson è molto più di una campionessa. È diventata un esempio di forza e dignità anche fuori dal campo, quando ha scelto di condividere pubblicamente la sua battaglia contro il cancro al seno. Ha trasformato una prova durissima in testimonianza, donando coraggio a tante donne. Da allora, per molti, è semplicemente “Chana”: un volto amico, una guerriera gentile.
“Il nostro club è onorato di averla avuta in campo per tre stagioni indimenticabili – scrive l’Handball Erice –. E siamo altrettanto fieri di poter continuare questo viaggio insieme, nel suo nuovo ruolo. Perché Chana non è solo una leggenda, è una persona speciale.”
C’è qualcosa di commovente nel modo in cui Chana guarda al futuro. Nessuna nostalgia, solo gratitudine e voglia di rimettersi in gioco. Non più tra i pali, ma al fianco di chi quei pali dovrà difenderli con passione.
Erice resta il suo nido. E le Arpie, la sua squadra del cuore. La leggenda continua, solo con una maglia diversa.