Messina – I magistrati che si occupano dell’inchiesta sull’Acr Messina, affidata al procuratore aggiunto Vito Di Giorgio e al sostituto della DDA Fabrizio Monaco, sono arrivati ad una conclusione che potrebbe segnare per sempre il futuro del sodalizio biancoscudato. In pratica, in base agli accertamenti effettuati dai magistrati, questi sono arrivati alla conclusione che la società non ha la capacità economica per andare avanti a causa dello stato di insolvenza che si è determinato dopo il passaggio di quote, avvenuto ad inizio gennaio, da Pietro Sciotto ad AAD Invest Group, cessione oggetto principale dell’inchiesta, al momento contro ignoti, con le ipotesi di reato di truffa e minacce.
E’ stata quindi chiesta la liquidazione giudiziale cioè il fallimento della società.
A decidere sarà un giudice in materia di procedure concorsuali il prossimo 10 giugno nell’udienza che si terrà a Palazzo Piacentini e alla quale parteciperanno anche i magistrati, che spiegheranno come sono giunti a questa conclusione, e l’Acr Messina che a quanto pare non sembra avere molti argomenti per confutare questa tesi.
La decisione potrebbe arrivare dopo qualche giorno nel caso in cui il giudice si riservi o subito al termine dell’udienza qualora sposi la richiesta della procura. In questo caso sarà nominato un curatore che quantificherà il debito complessivo del club con l’obiettivo di soddisfare i creditori e di tentare di vendere il titolo sportivo, adesso di serie D, a chi fosse interessato anche se la mole debitoria, si ritiene, a spanne, ben oltre i 2 milioni di euro, potrebbe scoraggiare possibili acquirenti.
In questi giorni i magistrati hanno esaminato i documenti e sentito come persone informate sui fatti: il presidente Stefano Alaimo, l’ex allenatore Simone Banchieri, il segretario Alessandro Failla e l’ex proprietario del club Pietro Sciotto.