Palermo – Sono passati 46 anni da quando in un agguato mafioso Leoluca Bagarella uccise il capo della squadra mobile di Palermo Boris Giuliano, al bar Lux di via Francesco Paolo Di Blasi, il 21 luglio 1979.
Sul luogo dell’omicidio stamane si è svolta una cerimonia di commemorazione.
Giuliano fu tra i primi a capire le trasformazioni criminali di Palermo negli anni Settanta e a cogliere i rapporti tra politica e Cosa nostra.
La figlia Selima, sovrintendente ai Beni culturali della Regione siciliana ha affidato ai social una riflessione: “Cosa saremmo noi se 46 anni fa una voce alla radio non avesse dato la notizia di una sparatoria in via di Blasi. Cosa saremmo noi se la nostra vita fosse rimasta uguale, normale, serena… E invece siamo noi con le nostre storie uguali di figli, fratelli, coniugi e genitori di vittime della mafia. siamo noi che nonostante il tempo percepiamo ancora il vuoto, ci commuoviamo e ci emozioniamo. Siamo noi che continuiamo a sperare e a credere nella giustizia e nello Stato”.
Il poliziotto è stato anche ricordato dal presidente della Regione Renato Schifani e dal sindaco di Palermo Roberto Lagalla. Il governatore rinnova “il tributo a un servitore dello Stato che ha incarnato al meglio dedizione, competenza e integrità. Il suo nome resta sempre un riferimento per le nuove generazioni delle forze dell’ordine”.
Per Lagalla “ha dato la vita per la giustizia. Acuto investigatore, innovativo nell’introdurre nuovi metodi di indagine, Boris Giuliano può essere considerato uno dei primi poliziotti ad aver rivoluzionato il modo di combattere la criminalità organizzata. Ancora oggi la sua resta un’eredità da non disperdere”.