Tra i filoni dell’inchiesta che ha portato ieri all’emissione di sei misure cautelari, uno riguarda un investimento, che gli investigatori attribuiscono a Matteo Messina Denaro. La vicenda del terreno risale al 2021 quando Melchiorre Saladino si presentò da Pietro Bologna, uno degli arrestati. Ma chi è Saladino? In passato è stato assolto dall’accusa di corruzione aggravata dall’avere agevolato Cosa Nostra, ma gli sono stati sequestrati dei beni tra cui un’impresa di costruzione. Da quanto si apprende ora Saladino si presentò come “quello di Salemi arrestato per il fatto delle pale eoliche”. L’imprenditore vero era stato coinvolto in un’indagine e poi assolto per l’inutilizzabilità delle intercettazioni. Ma a suo carico c’è pure una condanna irrevocabile per rivelazione di segreto d’ufficio con l’aggravante di avere agevolato Cosa Nostra.
A Giuseppe Bologna (fratello di Pietro pure arrestato), Saladino diceva di essere “l’amico di Nino” che gli investigatori identificano in Antonino Sciortino, boss detenuto. Nel corso della conversazione che riguardava 300 ettari di terreno da comprare, Saladino pronunciava una frase: “Io ho l’acquirente direttamente Messina Denaro… lui mi deve dire solo il prezzo”. E aggiungeva che si trattava di “gente che compra senza bisogno di altre linee… direttamente contanti”.
Ora c’è solo da appurare se veramente il boss allora latitante ed oggi deceduto, era veramente intenzionato a compare quel terreno, o se invece Saladino stava spendendo il nome di Messina Denaro per chiudere in fretta l’affare.