Palermo – La guardia di finanza di Palermo ha confiscato beni per 2 milioni e 150 mila euro a Giusta Sorrentino. La donna era riuscita a farsi donare un patrimonio da oltre 2 milioni da un ragazzo disabile, dopo essere stata la badante per anni del padre del giovane, un anziano e facoltoso imprenditore di Misilmeri deceduto nel 2014. Sorrentino era stata condannata in primo grado a 6 anni di carcere, l’accusa di circonvenzione d’incapace è andata prescritta, ma è rimasta in piedi quella di autoriciclaggio. Oggi la confisca.
Il provvedimento esecutivo è stato emesso dalla Corte d’Appello, dopo che la condanna della donna è diventata definitiva. Per gli investigatori delle fiamme gialle è stato difficoltoso rintracciare il patrimonio perché Sorrentino ha reimpiegato le somme su conti bancari di una società ungherese, costituita a questo scopo. Da lì sono stati compiuti trasferimenti anche verso Paesi extracomunitari.
L’inchiesta sulla donna era scattata nel 2017 l’anno dopo era scattato il sequestro di oltre 2 milioni, ritenuti provento dell’operazione. La Sorrentino aveva accudito il padre della vittima, già titolare di una catena di lavanderie negli Stati Uniti, che al momento della sua morte le aveva lasciato in eredità la nuda proprietà di 31 immobili e 450 mila euro. Al figlio disabile l’anziano aveva lasciato polizze assicurative per 2 milioni. Insaziabile però la donna, aveva deciso di appropriarsi anche del lascito del ragazzo.
Incassate le somme, la Sorrentino le aveva girate ad una ditta ungherese di cui era unica socia. Nel 2021 la donna era stata condannata a 6 anni in primo grado dal tribunale di Termini Imerese, presieduto da Vittorio Alcamo, che aveva disposto una provvisionale di oltre 2 milioni per la vittima, parte civile con l’assistenza dell’avvocato Salvatore Sansone. Il reato di circonvenzione di incapace, però, è andato prescritto, ma è rimasta in piedi l’altra accusa, che ora ha portato alla confisca dei beni.
“Il provvedimento in corso di esecuzione, che permetterà di assicurare all’erario la quasi totalità delle somme, riguarderà numerosi cespiti immobiliari intestati alla condannata, nonché al nucleo familiare, cui sono stati via via trasferiti alcuni dei beni. Saranno apprese, inoltre, anche le disponibilità liquide giacenti sui conti correnti della condannata e dei familiari, e ogni altra disponibilità economica e finanziaria, incluse quelle presso terzi”, spiega il Comando provinciale della guardia di finanza. “Si conferma così l’impegno della guardia di finanza quale forza di polizia a tutela della legalità economica e finanziaria, a contrasto dell’accumulo di patrimoni illeciti e a difesa dei cittadini più deboli spesso bersaglio di individui senza scrupoli”.