Marsala
Appello per omicidio Antonino Titone, fissata la data
L'uomo fu ucciso a Marsala il 26 settembre 2022
Laura Spanò13 Settembre 2025 -
  • Marsala – Stabilita la data per l’udienza del processo di secondo grado per l’omicidio di Antonino Titone, il 60enne marsalese trovato senza vita il 26 settembre 2022 nella sua abitazione, in zona Porticella, a Marsala. Si terrà il prossimo 10 novembre alle 9,30 davanti la corte d’assise d’appello di Palermo.

    In primo grado, il 16 dicembre del 2024, la corte d’assise di Trapani, presidente giudice Daniela Troja, aveva condannato Giovanni Parrinello di Marsala, all’ergastolo e la compagna, Lara Scandaliato, pure di Marsala, a 17 anni e sei mesi di carcere. A difendere Parrinello e Scandaliato, rispettivamente gli avvocati, Nicola Gaudino e Salvatore Fratelli.

    Nel corso dell’udienza del 10 novembre prossimo, le parti presenteranno le loro argomentazioni per contestare la sentenza di primo grado. La parte civile, Vittoria Giangrasso, è rappresentata e difesa dall’avvocato Daniele Cimiotta. Dopo l’udienza, la corte emetterà la sentenza di secondo grado, che può confermare, modificare o annullare la decisione di primo grado per i due imputati. Parrinello e Scandaliato furono anche condannati al pagamento delle spese processuali. Antonino Titone fu ucciso a Marsala a colpi di “piede di porco” all’interno della sua abitazione di via Nicolò Fabrizi.

    Le indagini e gli investigatori

    Per gli investigatori alla base del fatto di sangue ci sarebbe stato, con ogni probabilità, un vecchio debito non saldato della vittima per una fornitura di stupefacenti. Pare, sia stata questa la causa scatenante del delitto. Fu la Scandaliato, lo stesso giorno dell’omicidio, interrogata dai carabinieri, ad accusare il compagno Parrinello e a far ritrovare l’arma: un piccolo piede di porco con il quale furono inferti 27 colpi al cranio al Titone. Poi, però, anche la donna finì in carcere. Gli investigatori, infatti scoprirono che la Scandaliato non era fuori dall’abitazione di Titone, ma sarebbe stata dentro con Parrinello e avrebbe partecipato al delitto. I testi spiegarono alla corte di avere analizzato anche tutte le intercettazioni ambientali effettuate nel corso dei colloqui presso il carcere di Trapani tra Giovanni Parrinello ed i familiari, e quelle tra Parrinello e Lara Scandaliato. A parere degli inquirenti Parrinello consapevole di essere intercettato aveva cercato di fare trapelare una versione dei fatti lontana rispetto alla realtà.

    Le scuse dell’imputato alla famiglia della vittima

    Nel corso di una delle ultime udienze del processo di primo grado Parrinello, chiese scusa ai familiari della vittima, aggiungendo “che non c’era alcuna premeditazione e che non avrebbe voluto uccidere il Titone ma che le cose sono andate così”.

    La richiesta del PM

    Alla fine della sua requisitoria il Pm Giuseppe Lisella, aveva chiesto per Giovanni Parrinello la pena dell’ergastolo ma per la Scandaliato 25 anni di carcere.

    L’avvocato Daniele Cimiotta

    Nel corso delle conclusioni delle parti civili, l’avvocato Daniele Cimiotta legale di parte civile di una sorella della vittima, nel corso del suo intervento ebbe a ribadire: “Il delitto è aggravato dalla crudeltà, l’imputato ha arrecato con la propria condotta estreme sofferenze alla vittima”.

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