Marsala
Alle battute finali il processo al medico Alfonso Tumbarello
La sentenza potrebbe essere emessa il prossimo maggio
Redazione20 Marzo 2025 - Cronaca



  • Revoca misura Antonio GiancanaCronaca

    Marsala -Potrebbe essere emessa il prossimo 7 maggio la sentenza nei confronti del medico di Campobello di Mazara Alfonso Tumbarello, 72 anni, imputato per concorso esterno in associazione mafiosa e falso in atti pubblici per avere redatto numerosi certificati che avrebbero consentito all’allora boss latitante Matteo Messina Denaro di potersi curare sotto il falso nome di Andrea Bonafede.

    La difesa del medico

    É stato l’avvocato Gioacchino Sbacchi a concludere la fase difensiva nel processo che si tiene davanti il Tribunale di Marsala, presidente Vito Marcello Saladino. Processo ormai alle battute finali. “Il dottor Tumbarello – ha detto nel corso del suo intervento Sbacchi – è stato ingannato dai due Andrea Bonafede”. Per Tumbarello, il pm della Dda Gianluca De Leo ha chiesto la condanna a 18 anni di carcere.

    Ma per l’avvocato Sbacchi (l’altro difensore è Giuseppe Pantaleo che è intervenuto nel corso dell’udienza del 5 febbraio scorso) il medico non sapeva che i suoi certificati servivano al boss allora latitante. Il legale ha contestato l’accusa principale mossa dalla di Dda di Palermo, affermando che il reato da imputare non doveva essere il concorso nell’associazione mafiosa, ma il favoreggiamento personale a Messina Denaro. E che il falso non l’avrebbe commesso Tumbarello, ma bensì Andrea Bonafede classe ’63 ed ha aggiunto: “L’accusa è frutto di una suggestione. Nell’arco di due anni, il dottor Tumbarello non ha cancellato nulla dal suo telefono cellulare, né contatti, né messaggi scritti con Bonafede Andrea. Messina Denaro è stato assistito dai due Bonafede”.

    Per questo ha chiesto l’assoluzione dell’imputato: “per non aver commesso il fatto” per il capo d’imputazione relativo al concorso in associazione mafiosa e “perché il fatto non costituisce reato” per il falso.

    L’altro legale del medico

    Nel corso della precedente udienza l’avvocato Pantaleo, aveva sottolineato che la buona fede del medico sarebbe dimostrata dal fatto di “conservare i messaggi sul suo telefonino”. E in proposito il
    legale ha aggiunto: “Il dottor Tumbarello poteva dire: ‘basta, tutto quello che ho lo strappo, lo distruggo’. Poteva cancellare i messaggi sul telefonino. E invece ha conservato tutto. Non tocca una virgola. Si trovano pure vecchissimi messaggi whatsapp. E poi aveva tantissimi pazienti, non poteva conoscerli tutti. Contraddizioni, omissioni o cattivi ricordi non sono indizi di menzogna o di volere nascondere la verità perché si è responsabili di determinati fatti delittuosi”.




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