• Rosario Scalia muore nel carcere di Sulmona, uomo di fiducia di Matteo Messina Denaro
    Era stato condannato a 20 anni per l'omicidio di Lombardo
    Redazione26 Dicembre 2025 - Cronaca
  • Rosario ScaliaCronaca

    Sulmona  – È morto nel carcere di massima sicurezza di Sulmona, Rosario Scalia, 50 anni, di Partanna, detenuto e braccio destro del boss Matteo Messina Denaro.

    Il corpo senza vita di Scalia è stato scoperto nella tarda serata del 24 dicembre dal personale dell’istituto di pena durante gli ordinari servizi di controllo.

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    Dai primi accertamenti effettuati dai sanitari del 118, che sono intervenuti nel penitenziario dopo l’allarme lanciato dagli agenti, il decesso sarebbe riconducibile ad un arresto cardiocircolatorio. Tuttavia la Procura della Repubblica di Sulmona ha disposto il trasferimento della salma nell’ospedale San Salvatore dell’Aquila dove sarà eseguita l’autopsia per chiarire le cause del decesso.

    Scalia, la scorsa settimana, era stato sottoposto ad un intervento nell’ospedale di Sulmona. Rosario

    Chi era Rosario Scalia

    Rosario Scalia era stato condannato a 20 anni di reclusione per il concorso nell’omicidio di Salvatore Lombardo, avvenuto il 21 maggio 2009 all’interno del bar Mart Cafè di Partanna. Lombardo venne assassinato per aver rubato un furgone carico di merce appartenente al supermercato Despar, gestito da Domenico Scimonelli, considerato uomo d’onore e legato alla rete mafiosa vicina a Matteo Messina Denaro. Secondo la ricostruzione dei giudici, l’imprenditore avrebbe avuto il compito di monitorare e comunicare in tempo reale al mandante gli spostamenti della vittima, permettendo ai killer di intercettarla e assassinarla.

    L’assassinio di Lombardo fu qualificato come omicidio di mafia, aggravato dall’aver agito per agevolare Cosa nostra. Il movente era legato al furto di un furgone carico di merce del supermercato Despar gestito da Scimonelli, ritenuto un affronto da punire in modo esemplare.

    Le confische

    Nel 2024 il Tribunale di Trapani – Misure di prevenzione aveva disposto la confisca di beni per circa 180 mila euro a carico di Scalia: immobili, terreni, conti correnti e compendi aziendali. Un provvedimento arrivato dopo un sequestro nel 2023 e motivato dalla pericolosità sociale qualificata dell’imprenditore, già condannato per un omicidio mafioso

     

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