Mazara del Vallo
Funerali Maria Cristina Gallo. Giurdanella: “Maria Cristina Gallo ha sparso semi di speranza”
In Cattedrale l’ultimo saluto alla professoressa simbolo di coraggio e giustizia
Redazione11 Ottobre 2025 - Cronaca
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    Mazara del Vallo – Cattedrale di Mazara del Vallo (Trapani) gremita di persone, stamattina, per il funerale di Maria Cristina Gallo, la professoressa di 56 anni che denunciò il ritardo nella consegna del suo esame istologico avvenuto 8 mesi dopo la biopsia. Ad accogliere il feretro sono stati i ragazzi diversamente abili del laboratorio creativo Unitalsi dove, nell’ultimo anno, la docente ha svolto servizio di volontariato. Tra le prime file il marito Giorgio Tranchida, i due figli, la mamma di Maria Cristina Gallo, Rosa Maria Mauro, il fratello Santi e la sorella Brigida. Presenti anche i sindaci di Mazara del Vallo Salvatore Quinci e quello di Campobello di Mazara, Giuseppe Castiglione.

    “Maria Cristina ha vissuto la sua vita spargendo semi, col desiderio che diventassero alberi. Ha sparso semi di speranza, di vita, di cura. E questo l’ha fatto in tutti i campi, dalla famiglia al sociale”. Così il Vescovo monsignor Angelo Giurdanella all’inizio delle esequie di Maria Cristina Gallo, stamattina in Cattedrale a Mazara del Vallo (Trapani). “Anche la sua denuncia non nasceva per un protagonismo, per una vendetta, ma semplicemente perché ha voluto coniugare giustizia e amore, dove l’uno non può esserci senza altro. E la denuncia ha provocato un sussulto di coscienza, ha sconfitto l’indifferenza, la cultura della rassegnazione che diventa complicità. Lei ha amato la giustizia, la verità” ha detto.

    Don Giacinto Leone padre spirituale della professoressa negli ultimi anni

    «Cristina non si è mai limitata a soffrire in silenzio, ma ha alzato la voce contro le difficoltà che molti come lei incontrano, cercando giustizia per tutti quelli che soffrono. La sua battaglia è stata una testimonianza di amore per l’altro, di attenzione verso il prossimo, ma anche di una profonda coscienza sociale» ha detto il sacerdote. «La malattia non è stata per lei un tempo di fuga, ma un
    pellegrinaggio, ha continuato a camminare, a interrogarsi», ha detto don Leone.

     

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