Trapani
Trapani. Scandalo Asp, udienza dal gup
Fissata per settembre l’udienza per l’incidente probatorio chiesto dalla Procura. Sono 19 gli indagati. Verranno sentiti due pazienti
Rino Giacalone22 Luglio 2025 -



  • Trapani – di Rino Giacalone  – Il gip giudice Massimo Corleo ha fissato per l’8 settembre l’udienza per l’incidente probatorio chiesto dalla Procura di Trapani a proposito dell’indagine aperta su quello che è oramai conosciuto essere come lo scandalo dei tumori dell’Asp di Trapani. Sono 19 gli indagati e tra le parti offese oltre a otto pazienti sono state individuate dal gip CCorleo anche l’Asp di Trapani e l’Assessorato Regionale alla Salute.

    I quesiti della Procura

    I quesiti posti dalla Procura, l’indagine è affidata alle pm Sara Morri e Antonella Trainito, sono definiti in questo senso: assumere la testimonianza dei pazienti e la nomina dei periti medico legali che dovranno accertare se le condizioni cliniche dei pazienti hanno subito un aggravamento a causa degli accertati ritardi nella consegna dei risultati istologici nonché la individuazione dei cosiddetti profili di colpa degli indagati, caso per caso, sono ben diciassette i capi di imputazione, nella conduzione degli accertamenti. I reati in generale contestati e in concorso tra gli indagati, sono omicidio e lesioni colpose e omissioni atti d’ufficio.

    Già per l’otto settembre sono previste le audizioni dinanzi al gip Corleo della professoressa Maria Cristina Gallo. Da lei, con la sua denuncia ha avuto inizio il clamore dapprima mediatico e politico e adesso l’indagine giudiziaria. A seguire ad essere sentito sarà un altro paziente, Vito Scurto.
    A fine settembre è prevista invece l’udienza per la nomina dei periti.

    Quello che emerge dagli atti giudiziari è lampante sui ritardi accumulati. Nel caso della professoressa Gallo esame condotto a dicembre 2023, risultato consegnato ad agosto 2024. Per gli altri esami istologici si tratta di interventi compiuti ad aprile, maggio, luglio e settembre 2024, risultati consegnati nei successivi mesi di settembre, novembre e dicembre 2024, qualcuno anche nei mesi di febbraio o marzo 2025. C’è anche il caso di chi ha atteso un anno esatto dal marzo 2024.

    Gli indagati

    Tra i 19 indagati l’infermiera Marilena Errante Parrino ha chiesto lo stralcio e l’archiviazione della sua posizione. Tecnicamente ha chiesto l’inammissibilità dell’incidente probatorio per la sua posizione. Attraverso i legali ha fatto presente che per la maggior parte dei casi contestati non era in servizio, ha ammesso la partecipazione a due casi ribadendo l’assoluto corretto comportamento rispetto all’incarico ricoperto. Il gip ha già deciso che la richiesta è competenza del pm, e resta confermato, anche nell’interesse dell’indagata, la partecipazione all’incidente probatorio. Gli avvocati di altri quattro indagati, Alongi, Schifano, Ievolella e Di Bernardo, tutti tecnici di laboratorio, hanno chiesto l’integrazione del quesito da sottoporre ai periti. La memoria presentata sarà oggetto del confronto tra le parti, pm, difese e giudice, nel corso dell’udienza.

    Gli altri indagati sono i medici: Domenico Messina, Laura Miceli, Giancarlo Pompei, Giovanni Spanò, Maria Paola Ternullo, Noemi La Francesca, Luisa Arvigo, Roberto David, i tecnici di laboratorio Paolo Di Nino, Ignazio Mauceri, Antonella Mistretta, gli infermieri Calogero Bellacomo, Rosaria Incandela.

    La richiesta della Procura

    La richiesta dei pm Morri e Trainito è dettagliata, ed in particolare la Procura chiede che venga pure accertato se i profili organizzativi delle unità operative complesse di anatomia patologica degli ospedali di Trapani e Castelvetrano, possano essere state concause degli aggravamenti dei pazienti, quelli individuati nella lista di attesa dei 3300 e quelli nell’elenco dei 352 che in ritardo hanno ricevuto i referti.

    Uno scandalo senza precedenti

    Uno scandalo senza precedenti a livello nazionale, come è venuto a dire a Trapani l’ex premier Matteo Renzi. Una sanità ridotta a schiava di incapacità di dirigenti, nel frattempo premiati per le produttività e performance eccezionali. Direttori generali che di giorno facevano comporre una scacchiera di bandiere tricolori sulla facciata della sede dell’Asp e l’indomani venivano arrestato per tangenti, come successo a Fabio Damiani, soprannominato “sorella sanità”. L’Asp di Trapani, ma non solo quella di Trapani, da decenni considerata facente parte di uno scacchiere utile a distribuire poltrone e incarichi. Sottobosco della politica, con soldi spesi anche per finanziare attività extra sanitarie. Un quadro fatto da contorte figure, volti addolorarti da una parte, dall’altra parte, opposti, volti gioiosi di chi intanto faceva banchetto.

    L’attività d’indagine dei Nas

    Resta inquadrata in uno scenario preciso l’attività di indagine condotta dai Nas e coordinata dalla Procura della Repubblica di Trapani. Si è in presenza di fatti gravi quanto clamorosi, dentro un compendio di responsabilità che anche ai profani appare parecchio articolato. Non pare potere essere solo un questione di reparti e laboratori ospedalieri, una vicenda che insomma potrebbe appartenere, per responsabilità penali e amministrative, ai soli “camici bianchi”, ma a crollare è stato un intero sistema sanitario.

    Le responsabilità

    Responsabilità fuori dall’ambito medico? Questo è anche emerso, non da ultimo, dall’intervento in commissione Sanità all’Ars del direttore generale dell’Asp di Trapani avv. Ferdinando Croce (sospeso a fine marzo dalla carica per due mesi, dal presidente della Regione, e comparso davanti al Parlamento il giorno delle sue dimissioni da manager dell’Asp di Trapani, anticipando una rimozione che era già percepibile nei circuiti parlamentari). Croce ha fatto il riassunto della problematica non nascondendo di conoscerla ma di averla appresa con ritardo, di non averla raccolta come eredità dai predecessori, ma di averla avuta notificata direttamente dal personale sanitario. Croce era convinto che le azioni messe in campo , l’appello rivolto ad altri uffici sanitari, poteva azzerare l’arretrato, ma in commissione parlamentare ha riferito anche di silenzi assordanti. Lo scandalo odierno, in questo scenario, potrebbe quindi non essere attribuibile al solo personale medico ospedaliero. L’esistenza di carenze di personale e di materiale, reagenti ed altro, nei reparti e laboratori oncologici degli ospedali, l’esistenza dei ritardi, era stato tutto messo nero su bianco, dagli stessi medici, anche da qualcuno degli odierni indagati. E questo ancora tempo prima che fosse nota all’inizio dell’anno, la denuncia della docente mazarese prof. Maria Cristina Gallo. Sui tavoli dirigenziali erano arrivate le relazioni dei medici sulle difficoltà di ogni giorno.
    La situazione poteva essere gestita in altro modo e lo dimostra quanto accaduto dopo l’esplodere dello scandalo: i reperti da esaminare distribuiti in diversi laboratori, dell’intera Regione, e il numero degli esami da consegnare, oltre 3 mila referti, ridotto, se non azzerato, nel giro di qualche settimana. L’emergenza dunque poteva essere affrontata, e se questo è stato fatto, con enorme e ingiustificato ritardo, bisogna ringraziare il coraggio della prof. Maria Cristina Gallo che ha denunciato

    "® Riproduzione Riservata" - E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione




  • Altre Notizie
  • Altre Notizie