Trapani – Le due province Trapani e Caltanissetta si trovano in fondo alle classifiche dell’indagine del Sole 24Ore, stilate sulla base di quindici indicatori per ognuna delle tre categorie prese in esame. Sicilia out per bambini e over65.
Trapani è penultima (106) per il benessere dei bambini, Palermo invece è quint’ultima (103). Trapani è all’ultimo posto per la qualità della vita degli over65, Caltanissetta lo è per quella dei bambini, tra i 0-14 anni. Tra gli indicatori la spesa sociale, il verde attrezzato, la retta mensile scolastica, le scuole con mense e palestre, i delitti denunciati a danno dei minori.
Per gli over 65 male anche Messina, 103/esima, e Agrigento, 106. Qui tra i parametri ci sono i posti letto nelle Rsa, la spesa sociale, l’importo medio delle pensioni di vecchiaia, gli orti urbani, le biblioteche.
Per quanto riguarda i giovani, la peggior performance tra le siciliane spetta a Catania, che si trova al 102° posto. Va meglio per le altre province, dove gli indicatori rivelano una maggiore soddisfazione: Agrigento si colloca in 17esima posizione, seguono Enna (25), Ragusa (29), Trapani (69), Caltanissetta (72), Palermo (73), Messina (84) e Siracusa (89).
Tra gli indicatori la disoccupazione giovanile, le aree sportive, gli spettacoli, i concerti, gli incidenti stradali notturni, il quoziente di nunzialità, il canone di locazione, l’imprenditorialità giovanile., la soddisfazione per il proprio lavoro.
“Non ci sorprende che le nostre città, Palermo e Trapani, si trovino agli ultimi posti nella classifica del Sole 24ore dedicata alla qualità della vita per anziani e bambini. Serve un piano straordinario perché il degrado sociale sta aggravando la condizione di tante famiglie”.
Ad affermarlo è Federica Badami segretaria generale Cisl Palermo Trapani intervenendo sulla classifica del Sole 24 ore sulla qualità della vita che vede Trapani all’ultimo posto della graduatoria sugli anziani e Palermo al centotreesimo posto su 107 per quanto riguarda gli indici di qualità della vita dei bambini.
“Lo diciamo da tempo – aggiunge Badami – per migliorare la qualità della vita è essenziale migliorare le politiche socio-sanitarie, le politiche abitative, sviluppare dei piani di rilancio dei quartieri considerando non solo l’aspetto dei servizi pubblici essenziali ma anche sociali, come centri aggregativi e culturali
destinati ai più fragili, agli anziani soli, ai bambini che vivono in famiglie in difficoltà economiche e sociali. Ma nessuno può fare tutto ciò da solo, serve la partecipazione attiva di tutti i soggetti coinvolti, istituzioni governative, parti sociali, comunità locali perché è essenziale il dialogo aperto, trasparente e
costruttivo tra questi attori per sviluppare un sistema di servizi pubblici che sia realmente efficace, inclusivo e, soprattutto, capace di garantire il rispetto e la dignità per per tutti, senza alcuna distinzione”.
“Bisogna investire nella riqualificazione dell’edilizia popolare, di tanti edifici abbandonati, delle aree dismesse creando allo stesso tempo spazi verdi e ricreativi. Serve un grande progetto di rigenerazione per realizzare l’obiettivo del miglioramento della qualità della vita, tutto per frenare il degrado progressivo dovuto alla mancanza di manutenzione e aggiornamenti strutturali e rilanciare così la vivibilità di interi quartieri periferici, in una chiave più vicina ad un concetto di welfare abitativo che guardi ai diversi aspetti della vita delle famiglie” conclude Badami.