Implicazioni per cause civili e verifiche fiscali – Nuovi scenari per la sicurezza digitale e la privacy
Roma – La Corte di Cassazione ha stabilito che gli screenshot di messaggi WhatsApp possono essere utilizzati come prove documentali nei processi civili e nelle verifiche fiscali. La sentenza n. 1254 del 2025 segna una svolta nell’uso delle conversazioni digitali come elementi probatori, purché ne sia garantita l’autenticità.
Con questa decisione, i messaggi scambiati su WhatsApp e gli SMS, se salvati nella memoria del telefono o catturati tramite screenshot, possono essere ammessi in tribunale come prove. Tuttavia, devono rispettare determinati criteri:
Identificabilità del dispositivo per attribuire il messaggio a un soggetto specifico
Assenza di manipolazioni per garantirne l’affidabilità
Validità degli screenshot, anche se la chat originale è stata eliminata
Questa pronuncia giuridica ha profonde ripercussioni non solo sul piano legale, ma anche su quello fiscale.
Cause Civili: I messaggi WhatsApp possono essere utilizzati per dimostrare accordi, contratti e dichiarazioni d’intenti tra privati e aziende.
Verifiche Fiscali: Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza possono esaminare le chat per individuare prove di operazioni economiche non dichiarate.
Sicurezza e Privacy: La possibilità di contestare la validità di uno screenshot resta un nodo centrale per evitare abusi e falsificazioni.
Questa sentenza potrebbe portare a nuove regolamentazioni sulla certificazione delle comunicazioni digitali, con l’adozione di strumenti di verifica come la blockchain. Inoltre, aziende e privati potrebbero dover rivedere il modo in cui gestiscono le proprie conversazioni digitali, per evitare controversie legali.