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Visitare Pantelleria, l'isola siciliana dai tesori Patrimonio dell'Umanità - Trapani Oggi

Visitare Pantelleria, l'isola siciliana dai tesori Patrimonio dell'Umanità

05 Febbraio 2024 08:00, di Eros Santoni
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Tra le isole siciliane più affascinanti, troviamo di sicuro Pantelleria. Questo fazzoletto di terra, più vicino alla Africa che alla Sicilia stessa, prende il nome di Perla Nera del Mediterraneo. Il motivo è legato alle sue origini vulcaniche, che si possono ben percepire dalla terra scura che caratterizza il posto.

Come arrivare a Pantelleria
Pantelleria è raggiungibile dalla Sicilia solo da tre città. Le prime due sono Palermo e Catania, che consentono di arrivare sull'isola in aereo. La terza è Trapani, dalla quale si può partire sia in aereo sia in nave. Il traghetto in ogni caso è sempre il mezzo più utilizzato, per via della più vasta disponibilità di orari e perché dà la possibilità di imbarcare la propria auto. Questa, infatti, è essenziale per poter esplorare l'isola in lungo e in largo. Se hai quindi in mente di visitare la Perla Nera del Mediterraneo, scopri gli orari e i prezzi dei traghetti per Pantelleria e inizia a pianificare il tuo viaggio.
Vacanza a Pantelleria per visitare i siti Unesco

Prenotare i traghetti per Pantelleria è solo la prima mossa che consentirà di vivere quest'isola siciliana così particolare. Per poterla visitare per intero forse non basterebbe nemmeno una settimana, ma è sicuramente sufficiente per poter fare tappa nei punti principali. Pantelleria è famosa non solo perché fa parte dell'unico Parco Nazionale della Sicilia, ma anche e soprattutto perché custodisce due preziosi Siti Patrimonio dell'Umanità. 
Il porto principale dell'isola si trova nei pressi del centro del paese, e quindi lontano dalla vera essenza, rimasta inalterata fuori da quest'area più moderna. Un altro porto dove approdano alcuni traghetti per Pantelleria, il piccolo Porticciolo di Scauri, si trova invece nella zona di sud-ovest. Ora che sappiamo dove approdare, conosciamo i due Siti Unesco panteschi.

Lo Zibibbo di Pantelleria
Nel 2014 l'Unesco ha dichiarato la Pratica agricola della vite ad alberello di Pantelleria Patrimonio dell'Umanità. Si tratta di un modo particolare di coltivare la vite, adattato alle condizioni climatiche estreme che si trovano proprio su quest'isola. Nello specifico, gli agricoltori hanno pensato a un modo per combattere sia il vento, che da queste parti soffia spesso e forte, sia la scarsità di piogge, che potrebbe mettere a repentaglio lo sviluppo delle viti. Secondo la pratica pantesca, la vite ad alberello viene posizionata nel bel mezzo di solchi di circa 20 centimetri di profondità, nei quali si raccoglie l'acqua piovana. Come una sorta di barriera, le pareti del solco terroso proteggono anche ogni singolo e delicato chicco d'uva dal vento. Da questo modo di coltivare, nasce il celebre Passito di Pantelleria, fatto da uve Zibibbo.
L'arte dei muretti a secco

Il paesaggio di Pantelleria è caratterizzato dalla presenza dei dammusi, le case di pietra caratteristiche del posto, dai meravigliosi giardini panteschi e dai muretti a secco. Quest'ultimi, che si snodano per circa 12.000 chilometri, sono entrati a far parte dei Patrimonio Unesco nel 2018 e sono inseriti nella Lista dei Beni Immateriali. Si tratta di costruzioni che sin dai tempi più antichi hanno influenzato il modo di coltivare e allevare degli abitanti e che hanno svolto nel tempo (e continuano a svolgere) una funzione importante anche dal punto di vista della biodiversità. Il loro ruolo, infatti, è duplice: da una parte proteggono le piante dal vento, dall'altra favoriscono la presenza dell'umidità nei terreni a loro adiacenti. Un elemento, dunque, preziosissimo per una terra dalle condizioni climatiche avverse.

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