Violenza di genere o degenerazione umana?
Oggi 25 novembre si celebra la Giornata della lotta contro la violenza di genere. Dappertutto sentiremo parlare della necessità di rispettare le donne...
Oggi 25 novembre si celebra la Giornata della lotta contro la violenza di genere. Dappertutto sentiremo parlare della necessità di rispettare le donne, di estirpare le male piante che sono allignate in questi anni e che hanno portato nella nostra società solide radici di violenza. La cronaca di questi ultimi anni, di questi mesi, è stata pregna di episodi in cui la donna è stata fatta oggetto di brutalità , di violenze fisiche e sessuali, annullata nella volontà e nel fisico da uomini che continuano ad esprimere un brutale concetto del proprio essere maschi, ponendosi spesso uno, due gradini superiori alla donna. Una convinzione che è superata dalla storia, dalla evoluzione dei costumi, dal riconoscimento della parità di genere che deriva dal giusto riconoscimento del ruolo della donna nel vivere sociale. Donna che ha acquisito consapevolezza del proprio essere e che, legittimamente, fa le sue scelte senza imposizione alcuna. I dati ci dicono come sia esponenziale la crescita delle denunce di episodi di violenza, forse dovuti ad una reale crescita di tale forma di delitto, forse alla consapevolezza delle donne che, finalmente, hanno deciso di squarciare il vergognoso muro del silenzio cui sono state costrette da un modo sbagliato di concepire il loro essere parte della società civile. Qualcuno dirà “come mai considerazioni di tal genere su un periodico di informazione locale?”. Semplice, perché Trapani e la provincia sono stati anche loro palcoscenico di delitti contro le donne (due su tutte, il caso della moglie incinta bruciata dal marito o della signora di Nubia accoltellata sempre dal marito), delitti atroci, efferati, consumati nel nome della presunta superiorità dell’uomo, concezione difficile da sradicare nella nostra cultura. Oggi, quindi, giornata non di festa ma di riflessione e, per i credenti, di preghiera. Per ricordare le tante vittime di una presunta superiorità maschile che continua a percepire la donna come una cosa, quindi di proprietà , e non come essere umano.
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