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    Una cittadinanza onoraria da togliere…quella concessa al dittatore Mussolini
    Trapani, la proposta arriva dal vice presidente del Consiglio comunale Andrea Genco: "Ricordiamo semmai bene le vittime delle stagioni terroristiche, e cancelliamo chi nel Paese ha lasciato in eredità il culto dell'odio e della violenza"
    Rino Giacalone31 Dicembre 2025 - Politica
  • genco 3 nPolitica

    Trapani  – di Rino Giacalone  – Una lettera aperta alla comunità, una proposta rivolta al Consiglio comunale. Le ultime parole del 2025 le ha messe nero su bianco dopo una intensa riflessione. A firmare la lettera Andrea Genco, vice presidente del Consiglio comunale. Uno dei giovani che siedono a Palazzo Cavarretta e che dopo una certa esperienza è pronto, per volontà del sindaco Giacomo Tranchida, a far il salto in Giunta.
    Ma da consigliere comunale vuole continuare ad avere un proprio ruolo, smarcandosi dai volponi delle politica.

    Andrea Genco vice presidente del Consiglio comunale

    “In questi giorni – scrive Genco – il Consiglio Comunale ha approvato decine di atti, tra cui quello concernente la riqualificazione dell’ex scuola Eugenio De Rosa, degli immobili comunali di Via Carreca e della Piazza Ex Mercato del Pesce, che da qualche anno è intitolata anche alla memoria di Mauro Rostagno. Ha fatto invece molto discutere l’approvazione di una mozione per l’intitolazione di una strada o uno spazio a Sergio Ramelli, presentata dal gruppo consiliare di Fratelli d’Italia”.
    “Sergio – ricorda Genco – era un militante del Fronte della Gioventù e nel 1975, a soli diciotto anni, venne ucciso brutalmente da alcuni militanti della sinistra extraparlamentare legati a Avanguardia Operaia. Sergio è dunque una delle tante vittime dei cosiddetti anni di piombo, quando la lotta politica e ideologica degenerava spesso in atti efferati e persino terroristici. È la stessa storia che accomuna, ad esempio, Fausto e Iaio, due giovani diciottenni militanti di Lotta Continua che frequentavano il centro sociale Leoncavallo, o Roberto Scialabba, anche lui militante di Lotta Continua che venne ucciso a colpi di pistola da alcuni militanti del gruppo di estrema destra dei NAR. L’elenco conta purtroppo altre decine e decine di morti innocenti, e sarebbe assai lungo da riportare qui”.

    Il voto in aula

    Il voto in aula a favore di questa mozione è stato segnato da aspre polemiche. Di alcune ne condividiamo il senso, la memoria di Ramelli per anni rimasta sepolta, di colpo è diventata patrimonio di tanti, ma di quei tanti che ricordando Ramelli hanno messo mano alle icone fasciste. Ramelli non può diventare patrimonio di chi della violenza, aspra e verbale, ne fa stile di vita. Cos’ quella memoria si calpesta, Sergio è morto per quell’odio diventato violenza materiale, e quindi il suo nome non può essere unito a chi si scambia il saluto stendendo il braccio destro o a chi rimpiange il ventennio che per sua fortuna non ha vissuto e lo deve grazie al sacrificio di tanti partigiani.

    “Qualcuno – riconosce Genco – potrebbe obiettare che Sergio Ramelli, purtroppo per lui e per la sua memoria, sia oggi divenuto anche un simbolo per tanti gruppi dichiaratamente neofascisti – dai quali è opportuno ovviamente prendere le dovute distanze. Ma questo non può e non deve orientare la nostra capacità di ricordare e rendere omaggio alla sua morte. Penso quindi che lo spirito di pacificazione storica con cui Fratelli d’Italia in aula consiliare ha presentato tale mozione vada accolto e non assimilato a tali estremismi. Proprio per questo – prosegue Genco – è assolutamente apprezzabile e condivisibile l’intervento del Sindaco Giacomo Tranchida, che propone di dedicare un impianto o uno spazio simbolico della città a tutte le vittime innocenti del terrorismo di matrice politica. Fare ancora oggi lotta ideologica su questo sarebbe infatti quantomeno da meschini. Sarebbe anche la riprova che dalla nostra storia non riusciamo proprio a imparare nulla. Oggi occorre condannare ogni atto di violenza politica o comunque tendente al sovvertimento dei valori liberali e democratici, conquistati a fatica col sangue dei nostri avi. Valori peraltro già resi fragili dagli attuali assetti geopolitici e da un contesto sociale in perenne crisi”.

    Le parole di Genco

    Le parole di Genco sono le migliori che oggi si possono leggere. Accompagnate però da una proposta precisa: “Con lo stesso spirito – scrive il vice presidente del Consiglio comunale – questa mattina ho presentato una mozione per la revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, che fu insignito di tale onorificenza ormai più cent’anni fa nel 1924 e che oggi risulta – al pari magari di altre cittadinanze onorarie – una vergogna e una ferita per la nostra comunità, in quanto antitetica rispetto ai valori che reggono la nostra democrazia e le nostre libertà costituzionali. Questo proprio per sottolineare la differenza che intercorre tra figure o ricorrenze di carattere storico, nel tempo e all’occorrenza strumentalizzate, da quelli che sono stati ineluttabilmente i protagonisti di una pagina buia della storia del nostro Paese – il nazifascismo. D’altronde l’antifascismo è elemento fondante della nostra Costituzione e detesto l’idea che possa essere un valore rivendicato e tutelato da una parte politica o l’altra. Del resto, tanti Comuni italiani hanno già revocato al duce tale onorificenza e credo che dovrebbe fare altrettanto la Città di Trapani”.

    Riuscirà Genco a convincere l’aula? Lui si dice fiducioso. “Non ho motivo di dubitare che questo spirito di pacificazione possa essere tradito. Anzi, sono piuttosto certo che tale proposta verrà accolta dal Consiglio Comunale all’unanimità. O almeno questo è ciò che auspico, visto che già diversi colleghe e colleghi la stanno sottoscrivendo in queste ore”.

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