Trapani
Un silenzio che fa più rumore degli F 35
Palazzo Cavarretta: a Trapani si ricorda l'ideologo trumpiano Kirk e ci si dimentica di ciò che sta accadendo a Birgi
Rino Giacalone23 Settembre 2025 - Politica
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    Trapani – di Rino Giacalone – Lo dico con la mia solita franchezza, ma lunedì sera mi aspettavo un Consiglio comunale diverso, acceso, politicamente infuocato. Palazzo Cavarretta invece è rimasto in silenzio. Scontato l’assoluto “riserbo” sulle vicende prettamente politiche interne, per sentire qualche parola bisognerà attendere il ritorno in aula del sindaco Giacomo Tranchida che indubbiamente ne ha ragioni di dar fuoco alle polveri, però all’indomani di due manifestazioni parecchio partecipate sulla Pace, sulle guerre che non ci rendiamo bene tutti essere alle nostre porte, Ucraina e Medio Oriente, mi aspettavo qualche intervento e in particolare dedicato al rafforzamento militare dei nostri presidi, in particolare quelli di Birgi e dell’area di contrada Milo.

    Il minuto di silenzio per Kirk

    E invece mi sono dovuto sorbire la richiesta di un minuto di silenzio in memoria dell’attivista trumpiano Charlie Kirk.

    “Un minuto di silenzio non si nega a nessuno” ha detto il presidente dell’aula Alberto Mazzeo, in risposta alla relativa proposta avanzata dal simpaticone (mi sia concessa licenza) Nicola Lamia, consigliere di Fratelli d’Italia, che forse alla pari della maggiorparte dei suoi colleghi fino a ieri nemmeno sapeva della storia di questo attivista trumpiano ucciso negli Usa. Per carità, la violenza e quella politica vanno condannaea e disprezzate, non può essere giustificata o tollerata, ma Kirk non era certo un eroe civile tanto da meritare a Palazzo Cavarretta quello che in molte altre istituzioni è stato negato. Trapani ha anticipato ciò che avverrà nelle aule parlamentari, ma a Palazzo Senatorio è stato concesso ciò che è stato negato a Genoca. Kirk lo sia sta ricordando in nome dell’etichetta di destra che mostrava, non è certo stato un simbolo di libertà e diritti. Adesso serve alla destra per fare propaganda e vittimismo e forse alimentare certe strette democratiche come accade a Roma, dove la premier Meloni preferisce parlare di pasterelle e disertare la seduta dell’assemblea delle Nazioni Unite dove si è parlato di Gaza.

    Vogliamo parlare davvero di libertà

    Vogliamo parlare davvero di libertà. Cominciamo dalle nostre parti. E’ possibile che sull’aeroporto militare che torna ad essere base Usa a pieno titolo, con la scusa della formazione dei piloti degli F 35, nessuno dica nulla? Ci sono di mezzo i voli civili, è’ vero il nostro  “Vincenzo Florio” da sempre è stato una dependance di quello militare, si è sempre saputo che la precedenza nelle operazioni è sempre quella della nostra Aeronautica, ma come si fa a dire che si potenziano i voli civili, coe sostiene la società di gestione Airgest, mentre sulla pista vengono allineati nuovi formidabili aerei militari super armati?.

    E’ successo pochi giorni addietro, un decollo di un aereo per Pisa ritardato di parecchio per il decollo due aerei militari (evento giustificato come esercitazione, ma mi chiedo se fosse stata davvero esercitazione non era possibile farla conciliare con la partenza del volo civile?). E magari sarà successo altre volte, ma siccome i passeggeri in partenza da Birgi ai ritardi sono abituati, non si è mai saputo nulla.

    Dicono…

    Dicono: dobbiamo vedere questa nuova operatività dentro l’aeroporto militare di Birgi come una opportunità per il territorio. Non ne ho capito il senso, magari qualcuno saprà spiegarlo non solo a me ma al tessuto economico del territorio.

    Dicono: tanto il turismo che arriva qui non è ricco, i militari Usa invece possono essere una risorsa. A parte che non mi pare che qualche imprenditore turistico abbia chiuso i battenti, basta ricordare che in un paio di anni i B&B a Trapani sono raddoppiati arivando ggi a 1200, per non dire dei locali di ristorazione che sono stati aperti, ma il militare Usa o altri piloti che verranno avranno tutto dentro la base, tanto che l’Aeroporto Militare si starebbe preparando alla loro accoglienza.

    L’area di Milo

    E perchè non dire dell’area di Milo, l’ex aeroporto risalente al secondo conflitto mondiale , da ultimo usato come base di lancio dei palloni dell’agenzia spaziale italiana e dismesso da parecchio: lì sono stati previsti tanti progetti,  Interporto, Cittadella dello Sport, ci mancavano i grattaciali e forse una moderna Trapani, e invece è giunto lìalt dal ministero della Difesa, l’area non è vendibile e serve ai militari. Ufficialmente per dare uno spazio ai Vigili del Fuoco, ma l’area è così grande che potrebbe accogliere in un sol giorno i vigili del fuoco di tutta Italia, non solo di Trapani e provincia o della Sicilia; e allora cosa diventerà l’ex aeroporto di Milo? Una base logistica a cento passi da villette e case. Un punto sensibile in mezzo alle popolazioni civili.

    La verità è quella che parliamo di Pace, di fine delle guerre, di Palestina libera, ma noi parliamo soltanto ma altri agiscono in senso inverso. Direte: questo ragionamento porterebbe a ritenere inutile un dibattito politico locale, ma non è così. Tante voci messe assieme possono davvero smuovere i Governi, certamente dire a chi pensa di piantare tende militari dalle nostre parti che l’accoglienza potrà essere cortese e gentile ma giammai complice. E poi predichiamo tutti la Pace e ricordiamo quell’esaltato di Kirk che le guerre le auspicava ogni giorno?

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