Napoli – Un caso che ha lasciato l’opinione pubblica senza parole: un uomo di 82 anni, impossibilitato a muoversi autonomamente, è stato costretto a recarsi in ambulanza all’ufficio postale per poter riscuotere il reddito di inclusione. Il fatto, riportato dall’ANSA, ha suscitato indignazione e riacceso il dibattito sulla rigidità burocratica che spesso complica la vita delle persone più fragili.
L’anziano, allettato e bisognoso di assistenza, aveva delegato una persona di fiducia per ritirare l’importo dovuto. Tuttavia, gli operatori postali hanno rifiutato la delega presentata, poiché non conforme alle normative vigenti. Secondo Poste Italiane, per garantire la tutela di persone con disabilità ma in grado di intendere e volere, è necessaria la nomina di un procuratore o di un amministratore di sostegno, figure legalmente abilitate a operare in nome del titolare.
“Gli operatori hanno agito correttamente nel rispetto delle normative vigenti. La semplice delega non è sufficiente per ritirare l’indennità per conto del titolare” ha precisato Poste Italiane in una nota ufficiale.
L’episodio ha generato indignazione e acceso il dibattito sulla necessità di semplificare le procedure per i cittadini in condizioni di fragilità. Molti si chiedono se sia davvero necessario sottoporre gli anziani e i disabili a lungaggini burocratiche che, invece di agevolarli, complicano ulteriormente la loro quotidianità.
Questa vicenda solleva interrogativi urgenti su come le istituzioni possano migliorare l’accessibilità ai servizi essenziali per le persone con difficoltà motorie, garantendo il rispetto delle normative senza creare situazioni paradossali e umilianti come questa. Il caso dell’anziano trasportato in ambulanza per un semplice ritiro di denaro rappresenta un simbolo di una burocrazia che, invece di servire il cittadino, talvolta rischia di penalizzarlo.