Uccide un commerciante e ferisce i genitori.
A Palma di Montechiaro forse una faida interna ai " paracchi".
Lillo Saito, il 65enne morto ammazzato da alcuni colpi di pistola alla testa e al volto mentre era dentro la sua macchina, sarebbe la vittima di una faida interna ai " paracchi". Un'organizzazione criminale di tipo paramafioso che opera nell'agrigentino. L'agguato plateale è avvenuto ieri pomeriggio in una piazza di Palma di Montechiaro. L'assassino che si è andato a costituire, Angelo Incardona, dietro suggerimento della moglie alla quale aveva raccontato tornando a casa quello che aveva fatto, dopo l'omicidio avrebbe provato ad uccidere anche i suoi genitori di 65 e 60 anni ferendoli però fortunatamente di striscio.
Pressato dalle domande del procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio , l'uomo avrebbe fatto riferimento ad una vicenda legata a dinamiche interne ai " paracarri" , esponenti della malavita di cui avrebbero parlato alcuni pentiti. Una specie, per intenderci, di terza mafia siciliana dopo Cosa Nostra e Stidda, nata negli anni Novanta e ancora attiva tra Palma di Montechiaro e Favara.
Resta incomprensibile il motivo per cui l'Incardona abbia deciso di provare ad uccidere i genitori. Secondo una prima ricostruzione , il killer si sarebbe avvicinato alla vittima , socio dell'azienda " Gelati Gattopardo", nella centrale piazza Provenzani, proprio davanti al palazzo Ducale . Saito stava salendo a bordo della sua vettura e sarebbe stato colpito da 5 colpi d'arma da fuoco sparati da una distanza ravvicinata. Gli investigatori lo definiscono un agguato in piena regola. Dopo il delitto come detto il tentato omicidio nei confronti dei genitori che però, subito soccorsi e trasferiti all'ospedale " San Giacomo d'altopasso" di Licata dove sono stati ricoverati, non sarebbero in pericolo di vita
Sul luogo del delitto è arrivato immediatamente il comandante provinciale dell'Arma dei carabinieri il colonnello Vittorio Stingo , oltre ai militari della stazione di Palma di Montechiaro e quelli della compagnia di Licata , il sostituto procuratore di turno ,Maria Grazia Barbara Cifalino e il medico legale. Nel mentre Incardona con la moglie raggiungevano il comando provinciale dei carabinieri di Agrigento . L'assassino , già noto alle Forze dell'Ordine per precedenti in quanto avrebbe tentato l'omicidio e per porto abusivo d'armi, dopo avere confessato le proprie responsabilità avrebbe risposto a tutte le domande poste dai magistrati.
I Militari dell'Arma hanno interrogato anche le mogli della vittima e del killer per cercare di chiarire i rapporti tra i due ma anche il motivo che avrebbe spinto Incardona a sparare contro i suoi stessi genitori.
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