Trapani, sull'arredo urbano il sindaco accusa: "c'č confusione tra i commercianti"
Trapani, 22 novembre 2011 - “C’č qualcuno in Consiglio Comunale che per scopi puramente elettorali cerca di creare confusione tra i commercianti relat...
Trapani, 22 novembre 2011 - “C’è qualcuno in Consiglio Comunale che per scopi puramente elettorali cerca di creare confusione tra i commercianti relativamente al regolamento sull’arredo urbano, mettendoli a rischio di denunce penali”. Lo afferma il Sindaco Girolamo Fazio che nel corso di una seduta del Consiglio Comunale, cui hanno preso parte anche alcuni commercianti, ha chiarito i termini della questione relativa alla proposta di delibera presentata dall’Amministrazione al Consiglio per la regolamentazione della collocazione sul suolo pubblico di strutture precarie al servizio di locali, pizzerie, bar, ristoranti, etc. Il sindaco Fazio ha ribadito la necessità “ di fare chiarezza poiché c’è chi sta artatamente ingenerando confusione” procedendo poi a illustrare il percorso dell’Amministrazione che ha portato alla definizione del regolamento. “A seguito dell’incremento di richieste di suolo pubblico per la realizzazione di strutture precarie da parte dei titolari di esercizi pubblici, è nata l’esigenza di procedere all’individuazione di regole chiare ed uguali per tutti, condivise tra Comune, Soprintendenza ed Azienda Sanitaria, cioè i tre enti deputati poi a rilasciare autorizzazioni e pareri. Così, ha sottolineato il sindaco Fazio, abbiamo predisposto un regolamento condiviso a seguito di una serie di conferenze di servizio con gli enti interessati. Il regolamento, così predisposto, che favorisce anche lo snellimento delle procedure, poiché è condiviso tra tutti gli enti, è stato trasmesso in Consiglio Comunale e qui sono sorte strumentalizzazioni e diffusione di informazioni errate”. IL primo cittadino ha quindi precisato come “ il regolamento riguarda solo ed esclusivamente le strutture precarie, cioè quelle facilmente amovibili. Come indicato dalla legge e dalla giurisprudenza in materia le strutture precarie sono quelle che, oltre ad essere facilmente amovibili, soddisfano un’esigenza di carattere temporaneo. Altro genere di strutture sono quelle permanenti, che vengono dalla legge classificate in maniera diversa, cioè come ampliamento di un’attività o realizzazione ex novo. Le strutture permanenti rispondono alla normativa urbanistica e per la loro realizzazione è necessaria la concessione edilizia. Il regolamento dell’arredo urbano non riguarda le strutture permanenti, ma solo quelle precarie. Quindi, ha esplicitato ancora il sindaco, se un soggetto ha l’autorizzazione alla concessione del suolo pubblico per la realizzazione di una struttura precaria e realizza invece una struttura permanente commette un reato penale ed il giudice gli ordinerà di demolire la struttura realizzata in quanto abusiva. C’è stato qualcuno però che ha fatto credere che, inserendo nel regolamento in discussione al Consiglio Comunale, la specifica fattispecie della struttura permanente, si può aggirare la legge. Così in realtà non è. Se si inserisse ciò in un regolamento che riguarda l’autorizzazione all’occupazione di aree pubbliche per strutture precarie, si approverebbe un regolamento in violazione della legge. Oltre che un atto illegittimo, ciò non tutelerebbe affatto i commercianti, anzi, li indurrebbe in errore, ritenendo che in forza del regolamento possono realizzare strutture permanenti, quando in realtà , non possono farlo e quindi continuerebbero a commettere un reato penale con tutte le conseguenze. Bisogna chiarire una volta per tutte che per le strutture permanenti si applica una legge, che è quella urbanistica, che segue le sue regole, per le strutture precarie si applicano altre norme, che sono previste nel regolamento portato dall’Amministrazione in Consiglio Comunale. Chi va dicendo in giro che introducendo nel regolamento elementi in base ai quali si possono realizzare strutture permanenti sul suolo pubblico, eludendo le norme urbanistiche, illude la gente e la induce in errore”. A questo punto l'affondo duro contro chi ha diffuso informazioni scorrette ingenerando presso la gente interessata alla realizzazione delle strutture, l’idea che l’Amministrazione vuole impedire lo sviluppo delle attività commerciali. “Al di là del fatto che un’iniziativa del genere da parte di questa Amministrazione, che da dieci anni è impegnata nel programma di riqualificazione del centro storico, sarebbe assolutamente incoerente, è appena il caso di ricordare le iniziative che sono state poste in essere di recente, proprio per consentire agli esercenti che avevano ottenuto l’autorizzazione all’uso del suolo pubblico di proseguire la propria attività ”. Il sindaco ha quindi sottolineato come “nel periodo estivo, diversi esercenti avevano richiesto l’autorizzazione all’uso del suolo pubblico per la collocazione di tavolini e sedie. Avevano ottenuto l’autorizzazione (che è, per legge, di carattere temporaneo) fino al 31 ottobre. In vista della scadenza diversi esercenti hanno richiesto all’Amministrazione di valutare la possibilità di una proroga, anche in considerazione del fatto che in città vi è ancora una significativa presenza turistica. Sono intervenuto pertanto con un decreto, in base al quale ho concesso la proroga dell’autorizzazione, a chi ne avesse fatto richiesta, fino al 31 dicembre. La legge infatti individua l’anno solare come riferimento temporale per la concessione delle autorizzazioni temporanee. Non si può in pratica superare l’anno solare nel concedere un’autorizzazione temporanea. Così, nel rispetto della legge, non potevo emettere un decreto che superasse il 31 dicembre. Dal 1° gennaio inizierà il nuovo anno solare e gli esercenti interessati a richiedere una nuova autorizzazione potranno presentare domanda, che andrà a scadere, comunque, sempre entro l’anno solare”. In conclusione Fazio si è rivolto direttamente agli esercenti, evidenziando che “le iniziative messe in atto dall’Amministrazione, che persegue un interesse pubblico, li tutelano dai rischi di commettere reati penali e vorrei invitarli a diffidare da chi, per interesse che di pubblico ha ben poco, diffonde informazioni non corrette, che potrebbero indurli in errore, con le conseguenze che ben si possono immaginare”. Simona Licata
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