Basket
Trapani – Fine anno davvero pesante per la squadra di Basket granata e per i tantissimi tifosi che seguono le sorti della formazione di casa. La Fip ha diramato un comunicato che costituisce un’altra mazzata sia sulla squadra che sulla persona del suo presidente, Valerio Antonini, che viene inibito da qualsiasi attività per due anni a partire da oggi.
Così recita il comunicato ufficiale “Il Tribunale Federale della Federbasket, ha applicato al tesserato Valerio Antonini, Presidente della società Trapani Shark, la sanzione dell’inibizione nella misura ritenuta congrua di due anni, fino al 30 dicembre 2027, e alla Società Trapani Shark la penalizzazione di tre punti da scontarsi nel campionato in corso (2025-2026)”. Sono così 8 i punti di penalizzazione già accumulati da Trapani dall’inizio della stagione.
Tutto era esploso con l’addio di coach Jasmin Repesa: “Condizioni professionali non più sostenibili” – aveva dichiarato e del capitano Amar Alibegovi che aveva sostenuto: “Non sono stato messo fuori rosa, ho deciso io di andarmene. Sono sempre stato professionale ma gli accordi a questi livelli vanno rispettati”.
Poi il 24 novembre la Fip, ravvisando altre irregolarità di carattere amministrativo e gestionale, aveva imposto al club granata il blocco del mercato vietando il tesseramento di nuovi giocatori e membri dello staff e lasciando così la squadra senza un allenatore e con soli 11 giocatori tesserati. Il club granata aveva provato a passare dal sistema 6+6, scelto a inizio stagione, a quello 5+5 (5 italiani e 5 stranieri). Per il regolamento vigente non è possibile.
Il club granata chiede allora l’apertura di un tavolo di confronto e conciliazione ma la Federazione rifiuta e anzi rilancia aprendo un’indagine su altre irregolarità relative all’iscrizione al campionato in corso.
Domenica dopo l’ennesima multa da 50mila euro per non aver convocato 12 giocatori, lo scontro.
“Trapani Shark – aveva dichiarato il direttore sportivo Valeriano D’Orta – prende atto delle recenti decisioni della LegaBasket e della Fip che rappresentano un atto di palese ingiustizia e accanimento persecutorio nei confronti del club. Si sta compromettendo irreparabilmente la nostra competitività e l’equità dell’intero campionato. Si tratta di un attentato alla nostra immagine e sopravvivenza”. Un attacco durissimo quello del club: “Valutiamo seriamente e con urgenza l’opzione di non prendere parte alla prossima partita contro la Virtus Bologna”.
La situazione è in drammatica evoluzione. Saltare due partite basta per decretare l’esclusione automatica dal campionato. Uno scenario che di ora in ora appare sempre più vicino.
Il club granata aveva già subito due penalizzazioni, una di quattro punti per irregolarità amministrative risalenti alla passata annata (inadempienze nei pagamenti IRPEF e contributi previdenziali INPS per i tesserati) e poi di un ulteriore punto per non aver pagato la rata federale di agosto 2025, questione sempre contestata dal club.
In classifica ora i punti della Shark diventano 12, che vogliono dire 6°-8° posto assieme a Trieste e Napoli.
Antonini aveva già minacciato di non far andare in campo la squadra nella sfida alla Virtus Bologna in programma domenica 4 gennaio alle 19 anche perché nel frattempo il blocco del mercato imposto dalla FIP costringe la squadra a giocare con 11 effettivi e senza un allenatore. Per questo, non potendo mandare 12 uomini a referto, a ogni partita c’è una penalizzazione di 50.000 euro. Restano da vedere gli sviluppi, che a questo punto rischiano davvero di essere dirompenti.
La FIP ha poi pubblicato un’altra nota a margine del Consiglio Federale straordinario di ieri: “In merito alla posizione della Trapani Shark s.r.l., che ha formato oggetto di riunione straordinaria del Consiglio Federale in data di ieri, si informa che in data odierna la Commissione indipendente per la verifica dell’equilibrio economico e finanziario delle società sportive professionistiche ha trasmesso una nota di chiarimento dell’Agenzia delle Entrate – Direzione provinciale di Trapani – Ufficio Controlli, che evidenzia come il debito residuo non onorato, imputato a carico della società di Trapani, non riguarda una posizione debitoria in termini di Iva, bensì è riconducibile agli importi a debito riportati nei modelli F24 con i quali è stato effettuato l’utilizzo dei suddetti crediti Iva inesistenti, ossia a ritenute Irpef (e relative addizionali) e a contributi previdenziali non pagati. Tale chiarimento viene a confermare ulteriormente la fondatezza delle posizioni e dei provvedimenti adottati sin dall’inizio della vicenda dalla Federazione, smentendo ogni reiterato tentativo di strumentalizzazione e di pretestuosa opposizione all’applicazione delle Regole federali“.