Trapani
Trapani rende omaggio a Salvatore La Commare
Da ieri una Via intitolata al valdericino vittima nel '43 di un ingiustificato atto di violenza
Redazione5 Aprile 2025 - Attualità



  • strage Alcamo 14 luglioAttualità

    Trapani – Una strada di Trapani da ieri si chiama “Via Salvatore La Commare”. Salvatore La Commare, è stato vittima di un ingiustificato atto di violenza perpetrato nel luglio del 1943 dai Regi Carabinieri di Alcamo presso la stazione ferroviaria. Insieme ad altri civili che erano accorsi nei pressi di alcuni vagoni sventrati dai bombardamenti e che portavano anche derrate alimentari, il valdericino La Commare, insieme ad altri sette innocenti, fu fucilato sul posto con l’infondata accusa di aver prelevato un fazzoletto di riso.

    Le indagini

    Le indagini svolte negli ultimi anni, soprattutto dal professore Messina, hanno riportato alla luce un episodio che dimostra quali siano stati i disastri della guerra e della tirannia fascista.

    La cerimonia

    Alla cerimonia di scopertura della lapide, nei pressi di Piazza Martiri di Ungheria, erano presenti il Sindaco di Trapani ed il Sindaco di Alcamo, i nipoti di Salvatore La Commare, Maria Rosa, Salvo ed Antonello La Commare, l’Assessore Vincenzo Abbruscato che ha seguito l’iter burocratico per la denominazione della strada, il prof. Messina ed una folta rappresentanza di studenti.

    La Storia

    Salvatore La Commare nel 1943 aveva quarant’anni ed era un addetto agli acquedotti. Originario di San Marco, frazione di Valderice, abitava a borgo Annunziata con la famiglia composta dalla moglie e dai due figli. Due suoi fratelli erano morti nella Grande Guerra e sono stati insigniti da medaglie al valor militare. Nella primavera del ’43, i bombardamenti dell’aviazione Alleata non colpirono solo il centro storico di Trapani, ma anche le frazioni di Napola, Milo e il Borgo Annunziata, dove in via Argenteria era presente un comando tedesco. Salvatore La Commare aveva a disposizione ad Alcamo Diramazione un alloggio dato dalla società degli acquedotti e decise di trasferire lì la famiglia per cercare di sottrarla ai rischi dei bombardamenti.

    Cosa accadde il 14 Luglio 1943

    Il 14 luglio del 1943, di ritorno da Trapani dove aveva svolto di mattina le sue mansioni lavorative, si trovava insieme alla famiglia davanti casa, quando fu salutato da un suo conoscente carrettiere che si era fermato lì per rifornirsi dell’acqua da una fontana pubblica. Il carrettiere informò Salvatore La Commare che, all’interno della stazione di Alcamo diramazione, sostava un treno merci che era stato bombardato e aveva notato una piccola folla di persone, braccianti, passanti e lavoratori del luogo, che si aggiravano intorno al treno, attratti dalla enorme quantità di cibo caduta fuori dai vagoni a seguito delle bombe che li avevano colpiti. Salvatore La Commare si incamminò verso l’interno della stazione per vedere cosa stesse succedendo. Nel frattempo una camionetta di Regi Carabinieri si era recata presso la stazione e, fra lo stupore e il terrore dei presenti, il Comandante decise di fucilare i presunti colpevoli di furto. Sette uomini furono uccisi, fra cui Salvatore La Commare, altri furono feriti, trasportati all’ospedale e da lì poi fuggiti, altri riuscirono a mettersi in salvo nel marasma generale.Pochi gironi dopo le truppe Alleate entrarono ad Alcamo e poi anche a Trapani, dove la vedova di Salvatore La Commare fece ritorno insieme ai due figli.

    L’evento messo a tacere

    L’evento fu immediatamente messo a tacere, le vittime e i testimoni ebbero terrore di denunciare il fatto, il governo fascista fu sostituito dall’Amgot (Governo militare Alleato) e l’episodio cadde nell’oblio.
    Solo nel 2006 il giornalista alcamese Nello Morsellino, nel suo libro “Fra Diavolo e le stragi del dopoguerra”, per la prima volta citò questa strage.
    Grande emozione provocò la pubblicazione del libro e molte iniziative seguirono, come quella del Comune di Alcamo che decise di intitolare una strada alle vittime, “Via Strage 14 Luglio 1943”.

    L’inchiesta dei Carabinieri

    Nel frattempo il comando dei Carabinieri di Alcamo, che non aveva mai sentito parlare dell’episodio, su iniziativa del Comandante istruì una inchiesta presso il Tribunale militare. Grazie a un certosino lavoro di ricerca documentale e al ritrovamento di alcuni testimoni oculari, il procedimento si concluse con l’ottenimento della verità. Il comandante Miraglia fu riconosciuto colpevole di strage e l’inchiesta fu archiviata per morte del reo.

    Il Libro di Francesco Messina

    Tutto questo è dettagliatamente descritto nel libro del professore Francesco Messina, “La strage di Alcamo diramazione 14 luglio 1943”, pubblicato nel 2023 nell’ottantesimo anniversario e presentato già ad Alcamo presso il teatro Marconi e a Trapani presso il Museo Pepoli.
    Francesco Messina, a lungo direttore didattico ad Alcamo e al tempo dei fatti bambino di 10 anni e testimone oculare, ripercorre la storia partendo dalla sua esperienza e dai racconti di alcuni parenti delle vittime che aveva raccolto negli anni. Ma non si ferma a questo, viene in possesso anche di documenti ufficiali, come gli atti del procedimento presso il Tribunale militare, che certificano anche da un punto di vista storico e documentale, la verità dei fatti.




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