Tonno Rosso. La Commissione Ambiente approva risoluzione
Trapani, 2 dicembre 2011 – Il Governo Italiano deve impegnarsi in seno all’Unione Europea perché la pesca del tonno rosso contemperi “gli obiettivi di...
Trapani, 2 dicembre 2011 – Il Governo Italiano deve impegnarsi in seno all’Unione Europea perché la pesca del tonno rosso contemperi “gli obiettivi di sostenibilità ambientale unitamente a quelli di sostenibilità socio-economica, privilegiando il rilancio delle attività di pesca tradizionali”. Èquesto il primo punto della risoluzione approvata dalla Commissione Ambiente del Senato, presieduta dal sen. Antonio d’Alì, al termine delle numerose sessioni di lavoro sulle problematiche relative alla pesca del tonno rosso. Un convinto si alla pesca del tonno rosso ma secondo i metodi tradizionali, una risoluzione che rilancia il ruolo e le potenzialità delle antiche tonnare, ormai quasi scomparse nel Mediterraneo (dopo la chiusura della tonnare siciliane di Favignana, la regina delle tonnare, Capo Passero e Marzamemi restano solo in attività Carloforte e Portoscuso in Sardegna). “La pesca del tonno rosso – ha sintetizzato la Commissione dal punto di vista antropologico, sociale ed economico – ha per millenni alimentato l'economia delle grandi isole del Mediterraneo. In particolare il sistema delle „tonnare fisse” ha dimostrato di poter assolvere nei secoli al ruolo di mantenimento di uno straordinario equilibrio tra uomo e ambiente marino, e della stessa fauna ittica nelle sue infinite componenti, senza recare alcun danno alla specie”. L’esatto contrario, rileva la Commissione, della “indiscriminata attività di pesca esercitata dalle „tonnare volanti?… dotate di sofisticate apparecchiature di intercettazione dei branchi, attività svolta sino a poco tempo fa fuori controllo dell'International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas (ICCAT)”. Una metodologia di pesca, questa sì, capace di mettere a rischio le risorse ittiche di tonno rosso. Pertanto la Commissione Ambiente non è condivisibile la proposta avanzata al Parlamento Europeo “di inibizione degli spazi di pesca”, cioè l’introduzione del divieto di pesca in alcune aree per consentire la riproduzione del tonno, poiché non corrispondente “ad un preciso criterio di rilevazione scientifica” e senza “alcun vantaggio sostanziale per la riproduzione della risorsa”. Meglio, invece “assumere una decisa posizione da parte non solo dell'Unione europea, ma soprattutto di tutti gli Stati del Mediterraneo, e dell'Italia in primis, affinché in sede ICCAT si pervenga ad una ripartizione delle quote annue più armonica, con una programmazione di lungo respiro, ma soprattutto con l'obiettivo di assicurare equilibrio e continuità alla specie ed alle attività economiche ad essa connesse, sottolineando l'importanza della salvaguardia e del rilancio di quelle modalità di cattura che nel tempo hanno garantito un prelievo selettivo e non devastante”. Dunque, la proposta sintetizzata negli ultimi punti della risoluzione della Commissione presentata al Governo, e da portare anche in sede europea, rimette al centro della pesca del tonno i metodi tradizionali, a partire dalle tonnare ad impianto fisso: “rilancio della attività delle tonnare fisse”; “forme di integrazione tra promozione turistica, selezione della qualità agroalimentare, ricerca etnoantropologica e attività tradizionale di pesca e di lavorazione del tonno rosso connesse al sistema delle tonnare fisse”; “politiche di sostegno alle iniziative volte alla tutela e valorizzazione del tonno rosso pescato sulla base di autorizzazioni legali, che – attraverso un adeguato sistema di certificazione di origine, qualità e sostenibilità ambientale - possa altresì assicurare gli intermediari commerciali e gli stessi consumatori sulla provenienza e sui contenuti etici del proprio comportamento”.
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