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Teatro Greco di Siracusa: "Ifigenia in Tauride".

18 Giugno 2022 14:11, di Francesco Graziano
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Le repliche saranno fino al 4 luglio.

Ieri sera, al Teatro Greco di Siracusa, per il terzo ma non ultimo spettacolo della stagione di spettacoli classici dell'Inda, è andata in scena "l'Ifigenia in Tauride" o, potete chiamarla anche così, " Ifigenia fra i Tauri" tratta dal tragediografo Euripide. Partiamo da una domanda interessante, quando parliamo di quest'opera, parliamo di una tragedia in strictu sensu?

Certo, per chi abbia un minimo di nozioni di storia del teatro greco, ad una prima occhiata la vicenda narrata è tragica. Tragica perchè ha provocato un terribile fatto di sangue. Nell'Orestea ( Agamennone; Coefore; Eumenidi), Eschilo narra la storia drammatica della famiglia di Ifigenia la quale viene sacrificata dal padre Agamennone - almeno così noi crediamo all'inizio-  per consentire la partenza dell'esercito e vendicare il rapimento da parte di Paride, uno dei figli del re troiano Priamo, di Elena, moglie del fratello Menelao. Al momento del sacrificio compiuto la flotta può partire per portare a termine il proprio obiettivo.

Al ritorno Agamennone, il quale si presenta con una schiava che si chiama Cassandra che subito lo avverte di non entrare nella casa, viene ucciso da Clitemnestra adirata per aver perso una figlia e nel frattempo rifattasi una vita con il suo nuovo amante Egisto. Nel prosieguo della vicenda sia Egisto che Clitemnestra verranno uccisi da Oreste, fratello di Ifigenia il quale ha avuto impartito l'ordine da Apollo di vendicare la morte del padre, ad accompagnarlo l'amico Pilade. Oreste porterà a termine il compito assegnatogli e per il quale verrà processato sul colle dell'Aeropago, venendo pienamente assolto. Da notare che il figlio, nonostante la volontà divina, prima di uccidere la madre ha un attimo di incertezza; ella, infatti, si scopre il seno in gesto di supplica ma l'amico Pilade, pronunciando le uniche parole in tutta la tragedia gli ricorderà che deve portare a termine il volere del Dio. La volontà divina troverà compimento.

Nell'Ifigenia fra i Tauri continueremo a seguire le vicende dei due protagonisti, Oreste e Pilade, che finiranno in una terra barbara, dove vengono compiuti sacrifici umani. I tre - soprattutto fratello e sorella- si ritroveranno e noi spettatori scopriremo che all'ultimo, prima di diventare oggetto di sacrificio, la ragazza era stata salvata venendo sostituita da un animale. Da quel momento, i tre fuggiranno da quel luogo orribile dove era finita la povera Ifigenia.

Jacopo Gassman, alla sua prima volta a Siracusa non ha voluto osare, il suo è uno spettacolo sobrio, elegante, frutto di un grande lavoro di ricerca e studio, forse ciò che viene a mancare è l'emozione. La traduzione di Giorgio Ieranò è del tutto moderna, agile e inciterebbe all'ironia più di quanto si vede in scena.

Anna Della Rosa è un'elegantissima e brava Ifigenia, travolta dall'aver perduto tutto: famiglia, patria, libertà. " I greci mi hanno ucciso" ed è impaurita, circondata da un coro femminile in total black, che è come fosse il prolungamento esterno della sua coscienza. Ottime le scene e il lavoro di Visual Designer. Bellissimi sono i costumi femminili di Gianluca Sbicca ,mentre gli uomini si trovano in tenuta mimetica.

Ivan Alovisio e Massimo Nicolini sono Oreste e Pilade che dimostrano di trovarsi a loro agio in una prova certamente non facile. Toante, re della Tauride che sarà beffato dal piano arguto dei due fratelli è Stefano Santospago, un re quasi affascinato dalla bella figlia di Agamennone, fiducioso, sereno, un bel Toante. Le repliche saranno fino al 4 luglio.

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