Venezia – Sono passati più di cento giorni dalla scomparsa di Alberto Trentini, il cooperante veneziano della ong Humanity & Inclusion, arrestato in Venezuela e detenuto senza accuse formali. Per mantenere alta l’attenzione sulla sua vicenda, amici, colleghi e cittadini hanno lanciato un’iniziativa di digiuno a staffetta, che partirà dal 5 marzo e continuerà “fino a quando Alberto non potrà tornare a casa”.
Un’iniziativa di solidarietà per Alberto Trentini
L’evento è aperto a chiunque voglia aderire e prevede un digiuno di 24 ore, da svolgere in segno di vicinanza al cooperante. L’obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica e fare pressione sulle autorità affinché si attivino per la sua liberazione. Le adesioni sono già centinaia e possono essere effettuate online tramite un modulo dedicato.
Il “Wall of Hope” e la petizione per la sua liberazione
Parallelamente al digiuno, è stata lanciata la campagna “Alberto Wall of Hope”, un muro virtuale di speranza dove i partecipanti possono pubblicare un selfie con un cartello che ritrae l’immagine di Trentini e la scritta “Alberto Trentini libero”. L’iniziativa ha ottenuto un’adesione internazionale, coinvolgendo persone dall’Italia, Ecuador, Etiopia e altri paesi.
A supporto della mobilitazione è stata inoltre attivata una petizione su Change.org, che ha già superato 77.000 firme. L’obiettivo è sollecitare il governo italiano, l’Unione Europea e le Nazioni Unite a intervenire per ottenere il rilascio di Trentini.
La mobilitazione nelle città italiane
Numerosi comuni italiani stanno partecipando alla campagna di sensibilizzazione attraverso l’affissione di striscioni sugli edifici municipali. A Venezia, città natale di Trentini, ma anche a Bologna e Bari, sono stati esposti banner con la scritta “Alberto Trentini libero”.
Il sindaco di Bari, Vito Leccese, ha dichiarato: “Il livello di preoccupazione aumenta ogni giorno che passa senza informazioni certe sul suo stato di salute e sulle ragioni della sua detenzione”. In segno di solidarietà, ha deciso di mantenere esposto uno striscione su Palazzo di Città fino alla liberazione di Alberto.
Un appello per non dimenticare
Gli organizzatori dell’iniziativa invitano tutti a partecipare: “Vi chiediamo di unirvi a noi per far sapere a tutti che Alberto non è solo”. Ogni gesto conta per fare pressione sulle istituzioni e accelerare il processo di rilascio.