Trapani – Pubblichiamo l’articolo comparso il 14 Maggio 2013 su “Il Fatto Quotidiano”.
La sua denuncia fece scoppiare il “caso Salemi”.
Oliviero Toscani il fotografo famoso nel mondo per i suoi scatti aveva seguito nel 2008 Vittorio Sgarbi nell’avventura politica in Sicilia dove il critico d’arte era stato eletto senza fatica sindaco della città trapanese. Dietro Sgarbi (che proprio oggi ha accettato l’incarico di assessore alla Cultura a Ragusa) grande promoter un ex deputato della Dc, Pino Giammarinaro, uno degli andreottiani di Sicilia, che volle Sgarbi candidato. Lo fece eleggere sindaco a furor di popolo. Ma contro Giammarinaro puntò il dito Oliviero Toscani, indicandolo come uomo della mafia. L’esperienza amministrativa si concluse con lo scioglimento per inquinamento mafioso dell’amministrazione Sgarbi. Giammarinaro uscito assolto da un processo per mafia si è ritrovato sorvegliato speciale e adesso destinatario di un provvedimento di sequestro di beni per 30 milioni di euro.
Oggi Toscani è stato sentito dai giudici del Tribunale delle misure di prevenzione di Trapani che stanno decidendo le sorti di Giammarinaro e del suo patrimonio. Citato dalla difesa, la sua deposizione è stata una spina al fianco dell’imputato Giammarinaro. Nessun passo indietro. Tutt’altro. “Qui a Salemi la mafia c’è come in qualsiasi parte d’Italia – ha detto Toscani – solo che qui più di altrove è come la colla che tutto cattura, c’è un sistema impregnato di questa colla”. Tra tanti “patti” che nel tempo hanno segnato la storia d’Italia e della Sicilia, a Salemi ci fu il “patto del tovagliolo”, proprio così, un “contratto” che Toscani ha ricordato fu scritto al tavolo di un ristorante su un tovagliolo di carta, firmato da lui e da Sgarbi. “Gli avevo chiesto di staccarsi da Giammarinaro e lui aveva promesso di farlo, firmando quell’accordo che io volli scrivere subito, salvo poi te giorni dopo scordarsene”.
“Ricordo – ha proseguito Toscani – di una riunione di Giunta dove al solito c’era presente Giammarinaro, lo affrontai e gli dissi di andare via. Io lo chiamavo Giamburattinaio, lui reagì quasi mettendosi a piangere, e Sgarbi lo inseguì fuori dalla stanza per consolarlo… ero assessore a Salemi e il mio nemico era il paese di Salemi… pensavo di potere fare un lavoro eccellente e lo avevo cominciato con un gruppo di giovani, eravamo diventati una sorta di università, ma ci siamo dovuti fermare e oggi l’esperienza di Salemi la posso solo ricordare come un magnifico fallimento”.
Oggi il rapporto con Vittorio Sgarbi, Toscani lo ha cancellato: “E’ impazzito per la sua vanità, a Milano aveva fatto un buon lavoro e per questa ragione una squadra lo aveva seguito a Salemi, ma qui fu altra cosa”, racconta il fotografo dopo l’udienza. Toscani alla fine non assolve nessuno, nemmeno i siciliani che la mafia la subiscono: “Colpa loro, non hanno diritto a essere tolleranti, qui chi sbaglia dice tre pater noster e un ave gloria e viene assolto, magari poi accade che chi come Franco Battiato dice una cosa giusta viene allontanato”. “Il mondo purtroppo ha imparato dalla Sicilia, quello che oggi accade a Milano, il sistema Formigoni, i processi a Berlusconi, è in Sicilia che hanno preso esempio…”.
Cecina (Livorno) – E’ morto il fotografo Oliviero Toscani. Ad annunciare la sua morte la stessa famiglia in un breve comunicato stampa. “Con immenso dolore diamo la notizia che oggi, 13 gennaio 2025, il nostro amatissimo Oliviero ha intrapreso il suo prossimo viaggio. Chiediamo cortesemente riservatezza e comprensione per questo momento che vorremmo affrontare nell’intimità della famiglia. Kirsti Toscani con Rocco, Lola e Ali”, si legge nella nota firmata dalla moglie Kirsti e dai figli.
Ma chi era Toscani? Fotografo irriverente e geniale che in cinquant’anni di carriera, con le sue campagne pubblicitarie (celebri e controverse quelle per Benetton), ha rivoluzionato il mondo della comunicazione, Toscani aveva rivelato il suo calvario l’estate scorsa: Toscani era affetto da amiloidosi, come lui stesso aveva reso noto, ed era ricoverato in gravi condizioni da diversi giorni all’ospedale di Cecina, in provincia di Livorno.
“In un anno ho perso 40 chili. Neppure il vino riesco più a bere: il sapore è alterato dai medicinali”, raccontava al Corriere della Sera, spiegando di sottoporsi a una cura sperimentale e di non temere la morte. “Basta che non faccia male. E poi ho vissuto troppo e troppo bene, sono viziatissimo. Non ho mai avuto un padrone, uno stipendio, sono sempre stato libero”.
Dalle più chiacchierate campagne pubblicitarie ad assessore di Salemi, nel periodo della sindacatura di Vittorio Sgarbi.
A lui si deve il “Progetto terremoto” della città di Salemi, a cui parteciparono, richiamati anche dal nome centinaia di giovani provenienti da tutta Italia. Ricordo ancora la mattina che l’ho incontrato per una intervista per TGS Palermo, era assieme ai suoi giovani dentro una delle chiese del centro storico della città, felice e come sempre iperattivo. Aveva voglia di realizzare un sogno quello di creare nuove generazioni di giovani talenti.
Attorno a se c’erano fotografi, grafici, illustratori, designer, scrittori, video-maker, web designer, addetti alla comunicazione e giornalisti. Erano queste le figure ricercate per quello stage formativo promosso dall’Assessorato alla Creatività di Salemi, comune del trapanese già noto per il terremoto che lo ridusse in rovina nel 1968 e per essere stato riqualificato attraverso le singolari politiche estetico-manageriali del suo primo cittadino Vittorio Sgarbi.
L’idea dello stage nasceva proprio da Oliviero Toscani, che tra provocazioni e polemiche, era stato chiamato proprio da Sgarbi all’insolito ruolo di Assessore alla Creatività, Diritti umani, Comunicazione e Ambiente. Cercava giovani creativi per essere coinvolti nei progetti di riqualifica della città e per la realizzazione di un centro di formazione e di sperimentazione dei nuovi linguaggi e delle nuove tecniche di comunicazione. “I giovani – aveva affermato Toscani in occasione del casting dell’intelligenza 2008 – vogliono uscire dal letargo e dalla mancanza di speranza. La Sicilia offre grande intelligenza, lo ha dimostrato nei secoli. Ma oggi c’è nell’aria uno strano sonnifero; il nostro compito è invece essere attivi in questo momento storico. Non c’è tempo per restare dietro la porta”.