Vita
L’olivo di Sèline unisce Vita [Video]
A Vita nasce un simbolo d’integrazione: piantato un olivo per la piccola Sèline, figlia di una famiglia tunisina
Redazione24 Marzo 2025 - Attualità



  • lolivo-di-seline-unisce-vita Attualità

    Un olivo per Sèline: integrazione e speranza a Vita

    Vita (Tp) – Un semplice olivo, piantato nel Parco Giochi di Vita, diventa simbolo di integrazione e speranza. A renderlo speciale è la sua dedica a Sèline, terzogenita di una famiglia tunisina arrivata in Sicilia via mare la scorsa estate. Nata il 23 gennaio 2025, è la prima neonata dell’anno nel più piccolo comune della provincia di Trapani. L’iniziativa, promossa dalla Cooperativa Badia Grande e sostenuta dal Comune di Vita, intende trasformare ogni nuova nascita da famiglie migranti in un’opportunità per radicare il futuro.

    Un albero che racconta una storia

    Nel cuore di Vita, la cerimonia di piantumazione dell’olivo ha rappresentato un abbraccio collettivo alla famiglia di Sèline: mamma Selma, papà Khamaies e le sorelline Ayatallah e Nermine. Accolti calorosamente dalla comunità locale, i genitori hanno raccontato l’emozione di vedere dedicare un albero alla loro bimba, simbolo tangibile di un nuovo inizio.

    Ogni famiglia ha una storia diversa, ma tutte condividono il desiderio di ricostruire una vita dignitosa”, ha spiegato Valentina Villabuona, responsabile dei centri di accoglienza di Vita.

    Il Progetto SAI e l’inclusione concreta

    L’olivo per Sèline nasce all’interno del Progetto SAI Marsala, gestito dalla Cooperativa Badia Grande. Il programma non offre solo accoglienza materiale, ma accompagna ogni famiglia in un percorso di autonomia, con un’équipe multidisciplinare che assicura supporto legale, psicologico e culturale.

    L’integrazione passa dalla scuola, dal lavoro e dalla partecipazione attiva alla vita sociale”, ha dichiarato Lorena Tortorici, coordinatrice del progetto.

    Le bambine della famiglia frequentano la scuola elementare, imparano l’italiano e vivono quotidianamente esperienze che rafforzano il senso di appartenenza. I genitori partecipano a corsi di formazione, gettando le basi per una nuova vita in Italia.

    Un gesto che vale più di mille parole

    Alla cerimonia erano presenti il sindaco Giuseppe Riserbato, l’assessore Maria Eleonora Ditta e la consigliera Antonella Servito. L’olivo è stato piantato nel parco giochi cittadino, scelto non a caso come luogo simbolico di crescita, gioco e socializzazione.

    È un segnale forte di inclusione – ha dichiarato il sindaco – oggi questa famiglia fa parte della nostra comunità”.

    Piantare un albero per ogni nuovo nato tra le famiglie migranti è anche un atto previsto dalla legge italiana, ma a Vita si è trasformato in qualcosa di più: un ponte culturale, un modo per creare radici condivise e costruire legami duraturi.

    Un futuro che nasce dal terreno

    “Chi pianta un albero, pianta una speranza”, scriveva Lucy Larcom. A Vita questa speranza ha il volto di una bambina appena nata e la forza simbolica di un olivo, emblema di pace e prosperità. L’iniziativa conferma il ruolo della Cooperativa Badia Grande come presidio attivo di umanità e partecipazione, mentre il Comune di Vita si afferma come esempio positivo di accoglienza nel territorio trapanese.

    Un messaggio da coltivare

    L’integrazione non è solo un ideale: è un percorso fatto di gesti, relazioni e responsabilità condivise. L’olivo di Sèline racconta tutto questo. Un invito a riflettere e ad agire per una società più inclusiva.





  • Trapani
    Quanto serve per vivere bene a Trapani
    Reddito e qualità della vita: cosa significa davvero essere benestanti a Trapani
    Redazione22 Marzo 2025 - Economia



  • Donna di spalle guarda mare Economia

    Trapani – Cosa significa vivere bene a Trapani? In una Sicilia sospesa tra bellezza naturale e sfide economiche quotidiane, il concetto di benessere assume sfumature diverse rispetto al Nord Italia. Non si tratta solo di numeri, ma della libertà di scegliere, di vivere senza l’ansia del domani. Scopriamo quanto bisogna guadagnare per potersi considerare benestanti nel capoluogo trapanese.

    Il reddito medio e la soglia del benessere

    Secondo i dati ISTAT, il reddito medio netto pro capite in provincia di Trapani si attesta intorno ai 13.000 euro l’anno, mentre il reddito familiare medio si aggira tra i 25.000 e i 30.000 euro. Tuttavia, in una città dove l’economia informale è ancora presente, queste cifre vanno lette con attenzione.

    Quando il benessere diventa reale

    Una famiglia che guadagna 3.500-4.000 euro netti al mese inizia a godere di un reale benessere economico. Con questo reddito si possono sostenere le principali spese familiari, concedersi viaggi, attività culturali, una dieta di qualità e – cosa non da poco – risparmiare.

    Casa di proprietà: un vantaggio silenzioso

    Abitare senza mutuo o affitto

    Possedere una casa a Trapani – spesso ereditata – rappresenta una condizione privilegiata. Con i canoni d’affitto che possono arrivare anche a 600 euro mensili, chi non deve affrontare questa spesa riesce a vivere con più agio anche con un reddito familiare di 2.800 euro netti al mese.

    Un mercato immobiliare accessibile

    Il prezzo medio degli immobili oscilla tra 700 e 1.200 euro al metro quadro, tra i più bassi d’Italia. Questo rende più semplice l’accesso alla proprietà per chi ha la possibilità di investire.

    Il costo della vita tra vantaggi e illusioni

    La convinzione che in Sicilia la vita costi meno è solo parzialmente vera. Se da un lato ristoranti, servizi domestici e affitti sono più economici rispetto al Nord, dall’altro carburante, tecnologia ed energia seguono gli stessi prezzi del resto d’Italia.

    Una spesa più equa? Non sempre

    Chi guadagna meno spesso si trova a spendere di più, in proporzione, per accedere agli stessi beni e servizi. Questo rende la gestione familiare più complessa e fragile per le fasce meno abbienti.

    Il vero lusso: tempo e libertà di scelta

    A Trapani, essere benestanti non significa ostentare, ma vivere sereni: poter dire no a lavori sottopagati, avere tempo per sé e per i propri cari, scegliere come e dove vivere. È una dimensione fatta di equilibrio, più che di ricchezza.

    Una ricchezza culturale e comunitaria

    In una città dove il senso di comunità è ancora forte, il benessere è anche legato a relazioni, reti sociali e qualità del tempo. Un privilegio che non sempre ha un prezzo, ma che fa la differenza.

    Vivere bene a Trapani è possibile, ma richiede un equilibrio tra reddito, patrimonio, spese e aspettative. La soglia del benessere, qui, non è solo una cifra: è la libertà di vivere con dignità, progettare il futuro e godersi il presente.

    E tu cosa ne pensi? Raccontaci la tua idea di benessere a Trapani nei commenti e condividi questo articolo!




  • Altre Notizie
    È ragionevole credere nella vita dopo la morte?
    Un interrogativo tra fede, scienza e filosofia
    Redazione19 Febbraio 2025 - Altre Notizie



  • rappresentazione di trapasso fra vita e morte Altre Notizie

    La vita dopo la morte è una delle questioni più dibattute nella storia dell’umanità. Da secoli, filosofi, teologi e scienziati cercano risposte a questo enigma esistenziale. Ma è davvero ragionevole credere in un’esistenza oltre la morte? Oppure si tratta di un desiderio umano di continuità che non trova fondamento nella realtà?

    Le Prospettive Religiose

    Le grandi religioni del mondo offrono risposte diverse e articolate sulla possibilità di una vita ultraterrena. Il cristianesimo, l’Islam e l’induismo, per esempio, contemplano l’idea di un’esistenza oltre la morte, che si manifesti attraverso il paradiso, la reincarnazione o il karma. Queste visioni, basate su testi sacri e credenze millenarie, rappresentano per molti un punto fermo e una fonte di conforto. Tuttavia, è possibile dimostrare in modo oggettivo la veridicità di queste affermazioni?

    L’Approccio Scientifico

    Dal punto di vista della scienza, non esistono prove tangibili che confermino l’esistenza di un aldilà. La coscienza, secondo molte teorie neuroscientifiche, è il risultato dell’attività cerebrale e, con la morte del cervello, cesserebbe di esistere. Tuttavia, alcuni studi su esperienze di pre-morte (NDE) e fenomeni inspiegabili sembrano sollevare dubbi: si tratta di reazioni chimiche del cervello o di indizi di un’altra realtà?

    Filosofia e Vita dopo la Morte

    La filosofia ha offerto diverse prospettive sulla possibilità di una vita oltre la morte. Platone e Cartesio sostenevano l’immortalità dell’anima, mentre altri pensatori come Nietzsche e Schopenhauer hanno messo in dubbio la sopravvivenza individuale dopo la fine biologica. Ma la mente umana è realmente in grado di comprendere la natura ultima dell’esistenza?

    Un Credo Razionale o un Bisogno Emotivo?

    Credere nella vita dopo la morte è una questione di fede o di ragione? Molti si affidano a esperienze personali, testimonianze e credenze culturali per sostenere la propria visione. Altri, invece, adottano un approccio scettico e richiedono prove concrete prima di accettare un’ipotesi così straordinaria.

    Alla luce di queste riflessioni, possiamo davvero affermare che credere nell’aldilà sia ragionevole? O si tratta semplicemente di un tentativo umano di dare un senso alla morte? La risposta rimane aperta, sospesa tra convinzione personale e il limite della conoscenza umana.

    E voi cosa ne pensate?




  • Altre Notizie
    A quartara ca va all’acqua, o si rumpi o si ciacca
    Un Viaggio nella Saggezza Popolare Siciliana: Il Significato Profondo del Proverbio "A Quartara ca va all'Acqua"
    Redazione1 Febbraio 2025 - Altre Notizie



  • Altre Notizie

    Il proverbio siciliano “A quartara ca va all’acqua, o si rumpi o si ciacca” è un detto popolare molto diffuso, che ha un significato profondo e si riferisce alla fragilità delle cose e alla precarietà della vita.

    Origini e significato

    La “quartara” è un recipiente di terracotta usato per trasportare l’acqua. Il proverbio sottolinea come questo oggetto, per quanto resistente, possa rompersi o creparsi a furia di essere usato per andare a prendere l’acqua.

    Il significato traslato è che ogni cosa, anche la più solida, è soggetta a usura e può danneggiarsi con il tempo o con l’uso continuo. Allo stesso modo, la vita è piena di rischi e imprevisti, e nessuno è immune da difficoltà o pericoli.

    Un monito alla prudenza

    Il proverbio è un monito alla prudenza e alla consapevolezza che la vita è un equilibrio fragile. Ci ricorda di apprezzare ciò che abbiamo e di non dare per scontato il nostro benessere.

    Altri proverbi simili

    Esistono molti proverbi simili in diverse culture, che esprimono lo stesso concetto di fragilità e precarietà della vita. Ad esempio, il detto “Tanto va la gatta al lardo, che ci lascia lo zampino” sottolinea come a volte si rischia troppo pur di ottenere qualcosa.

    Un invito alla riflessione

    “A quartara ca va all’acqua, o si rumpi o si ciacca” è un proverbio che invita alla riflessione sulla natura umana e sulla condizione esistenziale. Ci ricorda che siamo tutti vulnerabili e che dobbiamo affrontare la vita con umiltà e consapevolezza.





  • Altre Notizie
  • Altre Notizie di Attualità
    Isolatori elettrici ad alta tensione con riflessi viola
    Redazione
    Valerio Antonini durante una conferenza stampa a Trapani, seduto su una sedia Sparco con lo slogan "Make Trapani Great Again" sullo sfondo. Sul tavolo un cappellino con la stessa scritta, microfoni, bicchiere con logo TT e bottiglia d’acqua. Sullo sfondo i loghi di Trapani Shark, SportInvest, Macron, A29 e Auriga. Logo di TeleSud in basso a destra. Chiedi a ChatGPT
    Redazione
    Redazione
    Tubi acquedotto blu per manutenzione rete idrica
    Redazione
    Redazione
    Redazione
    Vista costiera di castellammare con evidenti chiazze marroni in mare, segno di liquami o inquinamento, sullo sfondo – TrapaniOggi.
    Rino Giacalone
    Jeff Bezos e Lauren Sanchez sorridenti dopo il matrimonio, camminano mano nella mano tra gli ospiti festanti in un elegante giardino addobbato con fiori bianchi.
    Redazione
    Automobilista soffia in un dispositivo alcolock prima di avviare l’auto, all’interno di un veicolo moderno.
    Redazione
    Redazione
    Redazione
    Redazione