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La Cultura al Metro: Quando i Libri si Sceglievano a Misura di Libreria!
Dai "collezionisti di copertine" ai lettori appassionati di titoli: ecco perché l'apparenza inganna più della sostanza!
Trapanioggi5 Febbraio 2025 - Altre Notizie
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    Trapani, anni d’oro della gioventù, quando i pomeriggi si trascorrevano tra le vie del centro con pochi spicci in tasca e tanta voglia di scoprire il mondo. Uno dei luoghi di ritrovo più particolari era un piccolo negozio in via Cascio Cortese, un paradiso per chi amava i libri, i fumetti e le pubblicazioni di ogni genere. Qui si potevano acquistare volumi di seconda mano oppure scambiarne due per ottenerne uno. Un meccanismo semplice, ma geniale, che faceva la gioia di studenti squattrinati e lettori incalliti.

    Il proprietario, un uomo dall’aria sempre disponibile, era un vero appassionato della carta stampata. Io, giovane lettore con una predilezione per la fantascienza e la storia, mi fermavo spesso a chiacchierare con lui, curioso di ascoltare i suoi aneddoti. E fu proprio in una di quelle conversazioni che mi raccontò della cosiddetta “cultura al metro“.

    Mi spiegò che spesso entravano clienti con un foglietto in mano, dove avevano annotato con precisione le misure della loro libreria. L’obiettivo? Trovare enciclopedie e collezioni di libri che riempissero perfettamente lo spazio disponibile, senza minimamente curarsi del contenuto. L’importante era che stessero bene sugli scaffali e facessero bella figura, magari con dorsi dorati e titoli altisonanti.

    Rideva mentre raccontava, ma nel suo sorriso c’era un pizzico di amarezza. “Questi sono i collezionisti di copertine,” mi disse. “Quelli che si preoccupano più dell’aspetto che della sostanza. Esistono da sempre e ancora oggi sono tra noi!”. Sono gli stessi, aggiunse, che leggono solo i titoli delle notizie e si sentono informati, senza mai andare oltre le prime righe di un articolo.

    Con il tempo, quel negozio si trasferì in via Fardella, ma il ricordo di quei pomeriggi passati tra scaffali pieni di storie rimane vivo. Chissà quanti di voi, leggendo queste righe, stanno sorridendo ricordando quel posto e le persone che lo frequentavano.

    E tu, lettore? Sei arrivato fino alla fine di questo racconto? Se sì, allora di certo non fai parte di quei “collezionisti di copertine“… e saprai trarre da questa storia la tua conclusione!




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