“Trapani e i trapanesi, sono parte civile! Nel corso della mia vita, ligio ai valori familiari trasmessimi, come mi ha insegnato mio padre, la verità non è mai stata oggetto di scambio perché non ha prezzo! Per difendere la verità e far valere la giustizia sul malaffare non bisogna mai abbassare gli occhi o “baciar mani” .
A Trapani, per molto tempo, tanti amministratori e non solo hanno preferito girarsi dall’altra parte e far finta di non vedere, di tacere quando, addirittura, non sono stati financo conniventi rispetto ai loschi affari perpetrati ai danni della città e dei suoi cittadini.
Insomma il quieto vivere ha fatto comodo tanto a certa politica quando ai comitati d’affari. Con l’alluvione del settembre ed a seguire ottobre del 2022, con le indagini approfondite sulle cause ed effetti – al netto delle mutazioni meteo climatiche – ho avuto modo di comprendere che uno dei sistemi naturali di smaltimento delle acque piovane, da monte a valle, era legato alla naturale funzionalità del cd canale Scalabrino.. tombato a seguito di piani di lottizzazione e correlate opere.. aggravando la gia’ precaria vulnerabilità della città di Trapani che, come è noto, risulta di pochi metri sopra il livello del mare e, in alcuni punti, a livello del mare.
Rendere noto e pubblico tanto e’ diffamazione? Il quesito sarà posto ed oggetto di approfondimento nelle opportune sedi giudiziarie. Di certo se in questa vicenda c’è un reato in quel reato le persone offese sono i cittadini trapanesi che hanno supinamente subito il sacco edilizio della loro città”. Giacomo Tranchida sindaco di Trapani
Valle del Belice (Trapani/Palermo/Agrigento) – La distruzione nella Valle del Belice arrivò la notte tra il 14 e il 15 gennaio ’68, ma già la domenica del 14 da mezzogiorno in poi le scosse si susseguirono una dopo l’altra preallarmando tutta la popolazione.
Poi attorno alle 2,30 di notte la scossa micidiale quella che colpì 15 dei comuni della Valle, che uccise 370 persone ne ferì oltre mille e cacciò via dalle case 70 mila persone. La macchina dei soccorsi però fu lentissima così come lenta in questi 57 anni è stata la ricostruzione anche in termini di sviluppo economico di tutta la Valle.
I primi a giungere in quel deserto di macerie si trovarono di fronte la gente che vagava alla ricerca di un familiare, di affetti che prima erano custoditi tra quelle mura. Oggi ancora molto si deve fare per questa Valle ormai spopolata dalla migliore gioventò che da tempo l’ha abbandonata. Restano le case vuote e resta anche uno sviluppo economico tanto pubblicizzato ad ogni anniversario e mai concretizzatosi. Ci sono zone dove ancora non esiste una urbanizzazione primaria.
Ma esiste anche la realtà di Gibellina come ci racconta in questa video intervista il critico d’arte già assessore dei comuni di Gibellina e Santa Margherita Belice, Tanino Bonifacio …