Trapani – “Una cinquantina di detenuti della Casa Circondariale di Trapani dalle 15 e fino a tarda sera si sono rifiutati di rientrare nelle proprie celle permanendo nei passeggi. Questo per cercare di ottenere un’estensione degli orari delle attività in comune (c.d. socialità) e delle telefonate con i congiunti. Sul posto, oltre alla sempre presente Polizia Penitenziaria, sono intervenuti i magistrati di sorveglianza per condurre una lunga mediazione che solo pochi minuti fa ha avuto esito positivo”.
Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria che poi prosegue.
“Nostro malgrado, continuano senza soluzione di continuità i disordini e le tensioni nelle carceri del Paese, dal nord al sud ed, è proprio il caso di dire, isole comprese. Tumulti, aggressioni, olio bollente che fa notizia, giustamente, quando lanciato contro un presunto serial killer, ma non la fa allo stesso modo le numerose altre volte che viene lanciato verso gli appartenenti alla Polizia penitenziaria, così come non fanno notizia le violenze e gli stupri fra detenuti stessi, salvo che non siano seguiti da tumulti come accaduto l’altro ieri a Genova o che non siano perpetrati in danno di un ristretto per un qualunque motivo alla ribalta della cronaca. Polizia penitenziaria che a Trapani è stata trattenuta in servizio dalle 8.00 di stamani fino a poco fa, ma che lungo la penisola viene impiegata anche per 26 ore continuative nell’esercizio di un vero e proprio caporalato di stato”, commenta il Segretario della UILPA.
“Tutto ciò mentre il Governo, al di là della propaganda e talvolta persino dei buoni propositi, rimane inerte, tanto che solo ieri il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, durante la cerimonia d’insediamento del neo Capo DAP, Stefano Carmine de Michele, ha ‘certificato’, che le rivolte carcerarie sono in aumento, nonostante il decreto sicurezza. Peraltro, solo stamattina la UILPA Polizia Penitenziaria di Trapani, unitamente ad altre Organizzazioni Sindacali, aveva dichiarato lo stato di agitazione per la non più sopportabile carenza di personale. Complessivamente, alla Polizia penitenziaria mancano almeno 18mila unità a fronte di 16mila detenuti in esubero, e ricordiamo che siamo sempre disponibili a un confronto pubblico sui numeri con chicchessia. In queste condizioni qualsiasi azienda sarebbe da tempo fallita e seppellita e se le prigioni in qualche misura ancora reggono è solo grazie al sacrificio degli operatori, che però adesso sono stremati nelle forze e mortificati quando non oltraggiati nel morale anche dalle continue assegnazioni di agenti in sedi ministeriali ed extrapenitenziarie, in barba alle sofferenze di quelli sempre più sguarniti nelle carceri. Serve un’inversione di rotta, prima dell’estate o si rischia la catastrofe”, conclude De Fazio.
Palermo – Il giorno dopo il maxi blitz antimafia di Palermo che ha portato all’arresto 180 affiliati alle cosche mafiose del palermitano, Gioacchino Veneziano, Segretario generale UILPA Polizia Penitenziaria Sicilia ci va duro e alza la voce “sulla fragilità del sistema carcerario e sulla mancanza di risposte da parte delle istituzioni”.
Veneziano, sottolinea come ormai da anni il sindacato denunci le falle del sistema penitenziario, in particolare nei reparti di Alta Sicurezza, senza ricevere risposte adeguate da Politica e Amministrazione carceraria e porta un esempio pratico non solo delle incombenze a cui sono sottoposti gli agenti che prestano servizio nelle carceri, ma soprattutto della sproporzione di operatori rispetto a quelli messi in campo per arrestare i 180 affiliati.
“La sproporzione tra le forze impiegate nelle operazioni di arresto e quelle destinate alla gestione dei detenuti è impressionante”, afferma Veneziano. E poi prosegue: “Mentre i Carabinieri hanno impiegato oltre 1.000 unità per effettuare i blitz, la Polizia Penitenziaria, con appena 100 agenti, deve sorvegliare oltre 1.200 detenuti in regime di alta sicurezza nelle carceri di Agrigento, Augusta, Caltanissetta, Bicocca Catania, Messina, Pagliarelli Palermo, Siracusa e Trapani. Un divario che, secondo il sindacato, mette a rischio la sicurezza delle strutture e del personale e che evidenzia la mancanza di un’adeguata strategia di gestione del fenomeno mafioso dietro le sbarre”.
Secondo la UILPA, urge rafforzare le strutture carcerarie con investimenti strutturali e tecnologici, aumentare in modo straordinario gli organici della Polizia Penitenziaria e ripensare la geografia detentiva per evitare falle nel sistema.
“La lotta alla mafia non può fermarsi solo agli arresti – dice Veneziano – dopo l’azione della magistratura e delle forze dell’ordine, la battaglia deve continuare anche dentro le carceri. Eppure, il silenzio della politica e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria è sotto gli occhi di tutti”.
Palermo: Diventa realtà il piano di incremento di agenti della polizia penitenziaria previsto dal dipartimento di Roma per la Sicilia prospettato dal provveditore regionale delle carceri. Per tutta la Sicilia quindi arriveranno 138 unità. Per Gioacchino Veneziano, segretario regionale della Uilpa:
“Una goccia in un oceano. Non abbiamo approvato la ripartizione perché non compensa nemmeno i pensionati e i cambi di ruolo”. E poi continua: “stiamo parlando di appena 138 unità da distribuire in tutta la regione rispetto ad una carenza di 1.000 unità, rapportato ad un indice di sovraffollamento di detenuti pari al 120%, fermo restando che nell’anno andranno in pensione oltre 80 poliziotti e altri 100 transiteranno in altri ruoli, quindi il dato sarà addirittura in negativo”.
“Bisogna dire con chiarezza che le piante organiche sono da sempre inattendibili – dice il sindacalista della Uil di settore in Sicilia – perché è necessario rideterminali negli istituti dove si è avuto l’aumento di capienza detentiva, tra cui Palermo Pagliarelli, Caltagirone,Trapani, Siracusa, unitamente al dato dei pensionamenti del sovraffollamento e della condizione strutturale, sommato ai molteplici impieghi dei poliziotti penitenziari accresciuti negli anni”. “Comunque anche il Provveditore Regionale – conclude il Segretario Generale UilPa Polizia Penitenziaria in Sicilia Gioacchino Veneziano – ha comunicato al DAP che con tale assegnazione non potranno essere risolte le criticità che si registrano in tutta la regione , ragion per cui come sigla lo invitiamo a prendere atto di questa situazione, salvaguardando la Polizia Penitenziaria sia dagli eventi critici generati da immani carichi di lavoro e stress operativo, che determinano anche procedimenti disciplinari molte volte generati da queste condizioni lavorative”.