Le dichiarazioni di Elon Musk accendono il dibattito geopolitico. Secondo Il Corriere della Sera, il magnate ha affermato che gli Stati Uniti dovrebbero uscire dalla Nato e ha minacciato di spegnere i satelliti Starlink, fondamentali per l’Ucraina. La Repubblica evidenzia la reazione dell’Unione Europea, che apre al debito comune per la difesa, mentre La Stampa riporta le critiche di Elly Schlein a Giorgia Meloni per i rapporti con Musk. Salvini, invece, preme per accordi di sicurezza con il miliardario.
Grande attenzione alla scomparsa di Carmine Gallo, ex dirigente della polizia protagonista di importanti inchieste sulla criminalità organizzata. Il Giornale ricorda il suo ruolo nei casi Gucci e Sgarella, mentre Domani si concentra sulle accuse di dossieraggio illegale che lo avevano coinvolto di recente. La procura di Milano ha aperto un’indagine sulla sua morte.
Sul fronte economico, Il Sole 24 Ore analizza i dati sull’occupazione, evidenziando la crescita nei settori sanità, servizi e alimentare, mentre calano gli impieghi in banche, assicurazioni e moda. La trasformazione del mercato del lavoro continua a essere una sfida per la ripresa economica italiana.
Il Corriere dello Sport definisce la sconfitta della Juventus contro l’Atalanta (0-4) una vera “mattanza”. Tuttosport sottolinea la precarietà della panchina di Thiago Motta, mentre Il Mattino celebra la vittoria del Napoli sulla Fiorentina, che riaccende le speranze degli azzurri nella corsa al vertice della classifica.
Attualità Mondo : L’Ucraina è da tempo al centro di un braccio di ferro geopolitico che va ben oltre la guerra e le alleanze militari. Tra le risorse strategiche più ambite ci sono le terre rare, un gruppo di 17 elementi fondamentali per le tecnologie avanzate, dalla difesa alle rinnovabili. Gli Stati Uniti hanno mostrato un crescente interesse per i giacimenti ucraini, ma l’accesso a queste risorse è tutt’altro che semplice. Quali sono le terre rare, perché sono così importanti e in che modo la competizione tra le potenze globali sta influenzando il loro mercato?
Le terre rare comprendono elementi come il neodimio, il praseodimio e il disprosio, indispensabili per la produzione di magneti permanenti, fondamentali in dispositivi elettronici, turbine eoliche, veicoli elettrici e missili guidati. Sebbene non siano effettivamente “rare” in natura, la loro estrazione e raffinazione sono complesse, costose e spesso dannose per l’ambiente.
Secondo il United States Geological Survey, il mondo dispone di circa 90 milioni di tonnellate di riserve di terre rare. La Cina domina la produzione con 44 milioni di tonnellate, seguita da Brasile, India, Australia e Russia. Gli Stati Uniti, pur avendo 1,9 milioni di tonnellate di riserve, dipendono fortemente dall’importazione, in particolare proprio dalla Cina, che fornisce oltre il 70% del fabbisogno globale.
L’Ucraina possiede significative risorse minerarie, tra cui giacimenti di carbone, gas naturale e metalli preziosi. In particolare, si stima che il Paese detenga circa il 33% delle terre rare presenti in Europa. Ma c’è un problema: una parte di queste riserve si trova in territori attualmente sotto il controllo della Russia.
Secondo i dati della Bloomberg Intelligence, il valore complessivo delle risorse naturali dell’Ucraina ammonta a circa 12.400 miliardi di dollari, con un grande potenziale ancora inesplorato. Gli Stati Uniti hanno iniziato a investire nel settore per ridurre la dipendenza dalla Cina, ma il controllo effettivo delle miniere ucraine è ancora incerto e la produzione è minima.
L’ex presidente americano Donald Trump ha recentemente dichiarato che gli Stati Uniti dovrebbero ricevere terre rare dall’Ucraina in cambio degli aiuti militari forniti. Secondo lui, Washington dovrebbe ottenere risorse per un valore di almeno 500 miliardi di dollari. Tuttavia, i calcoli di esperti come Javier Blas di Bloomberg rivelano un’incongruenza: la produzione globale di terre rare ammonta a circa 15 miliardi di dollari all’anno, il che significa che, anche se l’Ucraina riuscisse a produrne il 20% del totale, ci vorrebbero oltre 150 anni per raggiungere la cifra ipotizzata da Trump.
Nonostante l’interesse americano, l’industria delle terre rare resta saldamente in mano alla Cina, che non solo controlla la maggior parte delle riserve, ma ha anche sviluppato un sistema industriale avanzato per la loro lavorazione e raffinazione. Gli Stati Uniti e l’Europa stanno cercando di diversificare le fonti di approvvigionamento, investendo in nuove miniere e tecnologie per il riciclo dei materiali rari, ma il processo è lungo e complesso.
Il mercato delle terre rare, secondo il Corriere della Sera, è destinato a raggiungere un valore di 21,7 miliardi di dollari entro il 2031, con una crescita annua del 7,4%. Tuttavia, senza un’alternativa concreta alla leadership cinese, il controllo di queste risorse rimarrà una leva geopolitica cruciale nei prossimi decenni.
Il sogno americano di svincolarsi dalla dipendenza cinese attraverso le risorse ucraine appare difficile da realizzare. Tra difficoltà logistiche, controllo russo su una parte dei giacimenti e una produzione ancora lontana dai livelli necessari, gli Stati Uniti dovranno probabilmente esplorare altre strade per ridurre la loro vulnerabilità. Nel frattempo, il dominio della Cina nel settore delle terre rare resta una realtà con cui il mondo dovrà fare i conti ancora a lungo.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha convocato per domani una riunione informale a Parigi con i leader di Germania, Regno Unito, Italia, Polonia, Spagna, Olanda e Danimarca. L’incontro mira a discutere la situazione in Ucraina e le questioni legate alla sicurezza europea. È prevista la partecipazione della premier italiana Giorgia Meloni.
Gli Stati Uniti hanno organizzato colloqui tra Russia e Ucraina in Arabia Saudita, escludendo l’Europa dalle trattative. In risposta, il presidente Macron ha convocato i leader europei a Parigi per discutere della sicurezza nel continente e della situazione ucraina.
In un’intervista odierna, Marina Berlusconi ha espresso preoccupazione riguardo alle politiche del presidente americano Donald Trump, auspicando che non diventi il “rottamatore dell’Occidente”. Ha inoltre sottolineato l’importanza di un’Europa unita e forte per affrontare le sfide globali.
La 75ª edizione del Festival di Sanremo si è conclusa con la vittoria di Olly e la sua canzone “Balorda Nostalgia“. Il giovane artista ha conquistato sia la giuria che il pubblico, portando a casa il prestigioso premio.
Oggi si celebra in tutta Italia la Giornata Nazionale del Risparmio Energetico. Numerose iniziative sono state organizzate per sensibilizzare cittadini e istituzioni sull’importanza di ridurre i consumi energetici e promuovere pratiche sostenibili.
Per una panoramica completa delle notizie odierne, ecco la rassegna stampa del 16 febbraio 2025: